Sette anni a 7 anni per gli ex amministratori delegati di Fs ed Rfi, per il disastro ferroviario del 2009 nel quale persero la vita 32 persone
A sette anni dalla terribile esplosione di una cisterna di gas a causa del deragliamento di un treno, per il quale ben 32 persone persero la vita, è finalmente arrivata la sentenza. In molti attendevano questa sentenza, tutti i parenti delle vittime e tutta Viareggio che si è trovata ad essere scenario di questo terribile disastro.
L’incidente avvenne il 29 giugno 2009, alle ore 23 e 48, quando il treno merci 50325 Trecate-Gricignano deragliò dai binari provocando la fuoriuscita di gas da una cisterna contenente GPL che si era danneggiata dopo l’urto. Immediatamente si innescarono diversi incendi che interessarono non solo la stazione di Viareggio, ma anche le case vicine.
Da qual momento fu un continuo conteggio di vittime, molti bambini, che continuarono a morire nella sofferenza fino all’ultima vittima, Elisabeth Silva, morta dopo quasi sei mesi di agonia.
Sul banco degli imputati 33 persone e 9 società, tra cui gli ex vertici delle Ferrovie dello Stato, della Gatx, proprietaria del carro deragliato, di Junghental, azienda responsabile della manutenzione dei carri cisterna e Cima Riparazioni, l’azienda che ha montato l’assile sul carro. Le accuse variano da disastro ferroviario a omicidio colposo plurimo, da incendio colposo a lesioni colpose.
La sentenza è arrivata martedì 31 gennaio, il Tribunale di Lucca ha dato la pena più dura a Mauro Moretti, all’epoca amministratore delegato di Ferrovie e oggi presidente di Leonardo-Finmeccanica condannato a 7 anni di carcere. Ma va precisato che Moretti è stato assolto come amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, mentre è stato condannato in qualità di ex ad di Rfi. A questo sono seguite anche altre condanne minori e alcune assoluzioni. Ma adesso i familiari delle vittime chiedono a gran voce le dimissioni di tutti coloro che sono stati condannati nel processo di primo grado e che hanno tuttora incarichi, come Mauro Moretti. “È moralmente inaccettabile che dopo una condanna di primo grado Mauro Moretti sia ancora a guidare un’azienda di Stato.Ne chiediamo le dimissioni e che sia tolto a Moretti il titolo di Cavaliere del Lavoro”, hanno spiegato i familiari delle vittime incontrando i giornalisti, all’indomani della sentenza di condanna.