Inter ancora minimalista, il derby alla Roma, convincenti vittorie di Napoli e Fiorentina, bene la Juventus, frena il Milan, in fondo alla classifica sale il Bologna
È un campionato appassionante come non si vedeva da anni. Quattro squadre sono accreditate per vincere lo scudetto, con stili di gioco molto diversi, comunque fino ad ora vincenti, mentre la Juventus è ancora in ritardo, ma forse pronta a rientrare nella lotta.
Sarà brutta l’Inter, ma al momento questo interessa poco a Mancini. Con l’ennesimo 1-0 vince fuori casa con il Torino è consolida la vetta insieme alla Fiorentina. L’Inter è pragmatica, solida e la mentalità di difendersi con efficacia (e anche fortuna) è da grande squadra. Mancini è bravissimo a motivare i suoi giocatori e a cambiare spesso tattica, raggiungendo il risultato pieno con il solito gol. A Torino è andato in rete Kondogbia, poi la capolista ha eretto il muro a difesa del vantaggio, con il portiere Handanovic in stato di grazia. L’Inter, che non segna due gol da undici partite, può giocare meglio in fase offensiva ma Mancini predica pazienza. E intanto vince. Si è affievolito invece il Torino che non vince da settembre, anche se nel secondo tempo ha giocato meglio e avrebbe meritato il pareggio.
Tiene il passo dell’Inter la Fiorentina che a Genova contro la Sampdoria è stata eccezionale sia in fase offensiva sia difensiva. In pochi avrebbero pensato alla Fiorentina capolista dopo 12 giornate, ma la squadra di Paulo Sousa non c’è per puro caso. Il lavoro di quattro mesi del tecnico portoghese sta dando i suoi frutti, dopo che Sousa ha rivalutato molti giocatori come Ilicic o Alonso. La squadra gioca un calcio affascinante: possesso palla alla ricerca di una veloce manovra d’attacco e tanta corsa per la fase difensiva, dove la Fiorentina concede poco. A Marassi a farne le spese la Sampdoria che ha provato a superare la linea mediana e difensiva senza successo. I viola d’altronde hanno creato molte occasioni sfruttandone due con Ilicic su rigore e Kalinic, quest’ultimo una scommessa vinta. Alla Fiorentina non si parla di scudetto, ma solo di voler competere con tutte le avversarie. Di questo passo però potrà essere protagonista per il titolo fino all’ultima giornata.
Il derby di Roma (entrambe le curve chiuse per protesta) se lo aggiudica la squadra di Garcia con un gol per tempo di Dzeko su rigore e Gervinho. Rimarginata la ferita della sconfitta contro l’Inter, il tecnico stavolta è stato bravo a preparare tatticamente una partita difficile, anche per le assenze di molti giocatori. La Roma ha imbrigliato la Lazio con una solida prestazione difensiva, interpretata al meglio da Rudiger e Manolas, ma anche dai centrocampisti che giocano meno: Vainqueur e Falque. È la conferma che la Roma ha tanti giocatori di qualità nella rosa e Garcia sembra stia trovando la quadratura del cerchio come conferma la prestazione nel derby vinto con merito. La Lazio può recriminare sul dubbio rigore concesso alla Roma, ma deve fare mea culpa per aver sbagliato l’interpretazione della partita. I laziali non sono mai stati pericolosi, ma soprattutto non hanno trovato le contromisure alla tattica della Roma. La Lazio si ridimensiona e per questa stagione dovrà concentrarsi per un posto in Europa League dopo una breve apparizione nell’alta classifica.
Il Napoli continua a vincere e nessuno parla di scudetto. Ma intanto appare la squadra più quadrata tatticamente, con un attaccante, Higuain, di livello mondiale e garante di gol pesanti. Suo quello che ha permesso al Napoli di battere una tenace Udinese e di tenere il passo di chi lo precede nelle zone alte della classifica. Sarri ha schierato la formazione tipo dall’inizio, ma la vittoria è stata sofferta. Comunque la gara ha mostrato cosa è cambiato a livello di mentalità da quando è arrivato Sarri: la difesa è una garanzia in confronto al passato, dove spesso sbandava, ed è concreta nel gestire i minimi vantaggi fino alla fine. Anche l’equilibrio tra reparti funziona bene con Hamsik, Jorginho e Allan a centrocampo e in attacco Sarri ha puntato molto su Higuain. L’Udinese è uscita a testa alta, cercando di far male nelle ripartenze, ma di questi tempi è un’impresa scardinare la difesa del Napoli, che in porta ha anche un ottimo Reina che dà sicurezza ai compagni.
Dietro le quattro di alta classifica il Sassuolo sbriga la pratica Carpi con un gol di Sansone, che gli permette di difendere il quinto posto. La gara ha offerto poche emozioni e rare palle gol. Alla fine il risultato è giusto, perché il Sassuolo ha fatto qualcosina in più per la vittoria. Il ritorno in panchina di Castori non ha giovato al Carpi che resta ultimo e con un futuro molto incerto. Doveva essere la svolta per il Milan e invece la squadra di Mihajlovic ha deluso contro l’Atalanta a San Siro, facendo un passo indietro e non andando oltre lo 0-0. Un punto guadagnato per il Milan e due persi per l’Atalanta, che ha dominato nel secondo tempo e solo le prodezze del giovane portiere Donnarumma le hanno negato la vittoria. Il Milan è stato deludente e la brutta copia della squadra vista contro la Lazio. Poco propositivo il Milan si è fatto imbrigliare da un’ottima Atalanta. A parte il gioco anche problemi di mentalità, i giocatori sono sembrati paurosi di perdere. Voltare subito pagina e riconquistare fiducia: dopo la sosta c’è la Juventus a Torino, che sta risalendo la classifica. Difatti i campioni d’Italia vincono sul campo dell’Empoli in rimonta dopo lo spavento per il vantaggio di Maccarone. È stata una Juventus brava a reagire nel primo tempo capovolgendo il risultato e concreta nella ripresa a gestire il vantaggio, per chiudere la partita con Dybala all’85’. Per Allegri era importante vincere, anche soffrendo, in questa fase dove le cose non girano al meglio. I giocatori hanno mostrato tranquillità, ma la squadra è lungi dal giocare bene e Allegri ha ancora molto da fare per migliorare la qualità del gioco.
Funziona la cura Donadoni al Bologna vittorioso sul campo del Verona, che resta sempre ultimo. Il secondo successo per il nuovo tecnico permetta al Bologna di ripartire e di muovere la classifica. È bastato un quarto d’ora per archiviare la pratica di questa partita salvezza con Giachherini e Donsah. Certo non è solo merito di Donadoni ma il Bologna si è scosso e ora ha un gioco solido in difesa e sotto porta è molto cinico, dopo i pochi cambiamenti tattici. Il Bologna è ora atteso da gare più impegnative. Il Verona non esce dalla crisi (ancora zero vittorie) e non ha un’identità di gioco. La società continua a dare fiducia al tecnico Mandorlini. Un fortunato Palermo si salva nella gara interna contro il Chievo e trova un insperato gol vittoria con Gilardino che sa di liberazione. La tensione per il periodo negativo e la panchina in bilico di Iachini lasciano il segno e la squadra gioca contratta e paurosa. Il Chievo domina, crea occasioni a valanga, ma commette il peccato mortale di non sfruttarne neanche una e la legge del calcio punisce chi i gol non li fa. L’effetto positivo d’inizio stagione è svanito e la striscia di risultati negativi per il Chievo si allunga. Il Frosinone butta via due punti pesanti contro il Genoa. Emozioni altalenanti con il Genoa in vantaggio e il Frosinone bravo a capovolgere il risultato nel primo tempo. Nel secondo tempo il Frosinone si illude, dopo l’espulsione di De Maio del Genoa al 55’, di conquistare la vittoria, ma non riesce a fermare la reazione dei liguri che con grande carattere riescono a recuperare il risultato sul 2-2 al 75’. Ai laziali è mancata la cattiveria agonistica che contraddistingue le squadre che in Serie A giocano per salvarsi, mentre il Genoa ha dimostrato poca maturità e nervosismo per giocare per l’Europa come la scorsa stagione.
G.S.