La cosa che accomuna Mario Fiore e Franco e Giulio Albanese è che sono tutti e tre calabresi. Poi li accomuna il fatto che hanno passato la serata del 7 marzo in posti diversi all’estero (ad Hollywood il primo ed in Svizzera gli altri due), aspettando un verdetto finale. Alla fine tutti hanno vinto ed hanno urlato: “Viva l’Italia”. Del fotografo di Avatar si occuperanno i giornali in questi prossimi giorni. A noi a Zurigo, ci interessano gli Albanese, padre e figlio. Ci fanno capire essenzialmente una cosa: qualsiasi rivendicazione o lotta da oggi devono tener conto dei doppi cittadini, e che le partite più importanti per noi italiani si giocano nelle elezioni per far parte delle Istituzioni Svizzere.
Franco Albanese con il suo amico Matthias ci hanno dimostrato come fare. Da soli hanno contenuto le perdite di uno schieramento che in tutta la Svizzera perde seggi e posizioni. Loro a Winterthur invece vincono, perché conquistano un seggio che ormai avevano dato per perso entrando in Consiglio Comunale (Matthias subito e Franco fra pochi mesi).
Un successo enorme per questi giovani in cui tutti noi abbiamo creduto e che centrano un obiettivo giocando una partita con coraggio e determinazione. I vertici del CVP hanno tributato tutti gli onori del caso, a questo “ragazzo di Calabria”, che è riuscito a superare 4 posizioni ed a collocarsi in cima alla lista tra coloro che entrano a far parte del Consiglio Comunale di Winterthur. Con soli 8 voti di differenza da Matthias, Franco Albanese entrerà nel consiglio di Winterthur tra pochi mesi in sostituzione di una collega ai vertici del CVP.
E così in Consiglio siederà un italiano di Winterthur che ha appassionato con il suo fare semplice e gentile non solo i suoi connazionali ma anche molti cittadini svizzeri che lo hanno premiato con il proprio voto. Comincia un viaggio, per Franco Albanese, nel difficile mondo della Politica. All’improvviso nel quartiere generale del CVP dal quale si seguivano i risultati ci siamo accorti che tutti parlavano italiano, ed allora anche Franco come Mario Fiore, quando gli hanno detto che grazie ai suoi risultati il partito aveva contenuto le perdite ed era riuscito a mandare una nuova classe politica giovanile in consiglio, ha gridato “Viva l’Italia”, perché il successo è un successo personale, ma anche degli italiani di Winterthur che gli hanno sussurrato in questi giorni di campagna elettorale: “Franco se vinci tu è l’Italia che vince”.
Massimo Pillera
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