È morto Giorgio Faletti, comico, scrittore, cantante e attore: un grande artista dei nostri tempi!
Lo abbiamo conosciuto tanti anni fa, quando ci divertiva con i suoi personaggi comici, primo fra tutti l’indimenticato Vito Catozzo, la guardia giurata più famosa degli anni ’80, lo ricordiamo al Drive In e nel 1990 a Fantastico. Ma Giorgio Faletti non era solo un comico, era un artista a tutto tondo, poliedrico, dalle mille sfaccettature che con il tempo ha saputo mostrarci e farcele apprezzare. Prima come cantante, ricordiamo la partecipazione al festival di Sanremo del 1994 con la canzone “Signor Tenente” ispirata alle stragi in cui persero la vita Falcone e Borsellino; poi lo abbiamo conosciuto e apprezzato come attore, da qualche anno, infatti, aveva cominciato a darsi al cinema, partecipando a diverse pellicole tra cui anche Baaria di Tornatore e nel film Il sorteggio di Giacomo Campiotti. Lo abbiamo amato e ci ha appassionato con i suoi scritti, libri tradotti in tantissime lingue e che hanno sempre segnato grandi numeri in termini di vendite. Il suo esordio è nel 2002 quando sorprende tutti, pubblico e critica, con il suo straordinario esordio da narratore con il primo thriller, Io uccido, che vende oltre 4 milioni di copie, nel 2004 il secondo romanzo Niente di vero tranne gli occhi, che al momento ne ha vendute tre milioni e mezzo. Ma poi i bellissimi Fuori da un evidente destino, l’attualissimo Io sono Dio e altri ancora insieme a diversi racconti.
Per lui scrivere era qualcosa di importante, essenziale, “Quando morirò vivrò nei miei romanzi” diceva. E purtroppo adesso Giorgio Faletti potremo riviverlo solamente rileggendo i suoi romanzi. Giorgio Faletti è morto il 4 luglio scorso, a 63 anni sconfitto da un brutto male che ha segnato gli ultimi mesi della sua vita. A causa della malattia, che però ha sempre affrontato con determinazione e coraggio, ha dovuto interrompere pure i suoi spettacoli teatrali, come lui stesso scriveva sul suo blog. “Cari amici, purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia. Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo. Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove. Un abbraccio di cuore.”
Non sono mancate ceto le reazioni e i messaggi di dolore per la perdita di questo grande artista, non solo da parte dei fan che hanno investito la rete e i diversi social network, ma anche da parte di tanti amici e colleghi che ne hanno esaltato soprattutto l grande valore artistico. “Giorgio Faletti era un autore di incredibile talento, una mente creativa ed eclettica che mancherà molto alla cultura italiana, a cui lascia – troppo presto, purtroppo – una straordinaria eredità artistica e umana” dice Gino Paoli; “Nel tempo, ci ha sorpresi per la sua poliedricità: attore, cantautore e poi scrittore di grande successo. Viene a mancare un amico carissimo con cui ho condiviso gli anni più belli della carriera e della vita. E non sono frasi di circostanza” dice invece l’amico e collega Teo Teocoli. “È morto l’unico artista italiano in grado di esibirsi con successo in tutte le discipline dell’arte. Piango il suo talento senza misura e piango la perdita ingiusta di un uomo con cui ho diviso tanti anni di gavetta meravigliosa” ha commentato Enzo Iacchetti. Anche il sindaco di Asti, città natale di Faletti, Fabrizio Brignolo, ha commentato la morte dell’artista: “Eravamo amici da sempre, sono sconvolto. Nonostante la fama raggiunta aveva conservato grande affetto per Asti e per i suoi concittadini, tanto che lo avevo nominato presidente della Biblioteca comunale”. E pare che la città di Asti, dove lo scorso martedì 8 luglio, presso la Collegiata di San Secondo, si sono tenuti i funerali, dedicherà uno spazio pubblico “adeguato alla sua memoria, affinché il nome di Giorgio rimanga nel quotidiano degli astigiani e si possa restituire almeno un briciolo dei sentimenti, delle sensazioni e del bene che ci ha regalato” ha spiegato il sindaco.