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22 November 2024
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Scrive chi legge

Voglia di scendere in piazza (l’élite in cerca di consenso)

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Gramsci apriva le pagine de L’Ordine Nuovo (maggio 1919) con un celebre appello: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”. La mia controinformazione è stimolata dalle sempre più numerose manifestazioni in svolgimento nei vari paesi. Per i lettori dei giornaloni e teledipendenti, i temi sembreranno noti dalle news lette di sfuggita, e quella che una volta era una “teoria della cospirazione” marginale è ora in bella mostra sotto gli occhi di tutti. Ci troviamo sull’orlo di una rivoluzione epocale, ma senza il consenso delle masse, l’élite atlantista dovrà rivedere i suoi piani, e quindi la loro strategia diventerà sempre più aggressiva, imponendo il socialismo tramite società private piuttosto che dei governi, con caratteristiche da “Amazon Prime”. Si dà ai cittadini l’illusione di potere invertire la rotta, organizzando mobilitazioni e risalto mediatico, sui temi provocati dai dominanti stessi. Questa è la mia interpretazione delle manifestazioni crescenti. Buona riflessione.

Italia manifestazioni controllate Nonostante l’Articolo 11 della costituzione, avrebbe dovuto fare esplodere un dissenso nazionale già da tempo, solo adesso i vertici hanno avuto (da Washington?) il via libera ad esprimere un dissenso. A Roma alla marcia “Europe for peace” organizzata da oltre 500 associazioni, hanno partecipato sindacati, associazioni, presidenti di Regioni, sindaci e gente comune. In questa improvvisa frenesia di pace dettata dall’alto, è in scena l’ennesimo palcoscenico dei politici farisaici, che sfruttano questo teatro mediatico lanciando messaggi ambigui. Così il “pacifinta” Conte aderisce esortando: “Qui non ci sono bandiere ma cittadini che dicono al governo che vogliamo il negoziato di pace, che la strategia finora seguita non funziona”. L’altro “pacifinta” e guerrafondaio Letta contestato da molti partecipanti dichiara: “Pace vuol dire fine dell’invasione russa, lavoreremo in continuità con quello che si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte”. Vedere poi Calenda da Milano con Bella Ciao, su sottofondo musicale dire: “Noi siamo titolati a cantarla” è abbastanza imbarazzante, riuscendo a fare peggio dei suoi colleghi sopra citati. Ai microfoni de “il fatto quotidiano” accusati di aver fatto “propaganda pro-Putin”, risponde: “Chiedere il cessate il fuoco? Sì, a patto che non lo si chieda imponendolo agli ucraini, arrendersi agli invasori porta più guerra, non meno guerra”. Riassumendo, i “pacifinti”, sono delle semplici pedine, per aumentare il consenso di un imminente intervento diretto della NATO, mentre in modo omertoso vengono oscurati in almeno trenta città i presidi con le seguenti rivendicazioni: attuare l’articolo 11, taglio delle spese militari, misure contro il carovita, inflazione galoppante, rincaro bollette e cancellazione dell’obbligo vaccinazione Covid per gli operatori sanitari e salario minimo a 1.200 €. Il servizio d’informazione in modalità Istituto L. U. C. E. fa un servizio pubblico parziale. Vorrei vedere i discorsi integrali dei leader Putin o Xi Jinping, e non sempre Biden, Zelensky o il Papa, privilegiando l’informazione e la propaganda dettata da Washington con il copia e incolla. Se Washington la pace non la ritiene conveniente, non s’ha da fa e quindi, manifestazioni in funzione anti-Putin. Adesso che Putin fa sul serio, nonostante alcuni ritiri strategici, il popolo ucraino cannone da macello, a breve alzerà bandiera bianca. Così verrà attivato il sostegno mediatico per creare consenso e improvvisamente i loro camerieri nei parlamenti e Bruxelles, si trasformeranno in colombe bianche, e la gleba dopo avere ammainato le bandiere delle loro nazionali dopo Quatar22, decorerà i balconi con bandiere arcobaleniche salva coscienza e la sigla “peace”. Come per tutte le guerre a conduzione NATO, si sta creando il pretesto, per fermare la minacciosa Russia. Il libro di Marco Pizzuti “Deep State”, spiega molto bene questi diabolici meccanismi, che da 70 anni incendiano il pianeta.

Free Julian Assange Nel giugno 2022 il Regno Unito, ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Usa per affrontare le accuse relative alla Legge sullo spionaggio e la sicurezza nazionale. Rischia fino a 175 anni di carcere. È un messaggio tremendo per ogni giornalista eticamente sano, accettare una stampa con il bavaglio, che non vigila sulla condotta dei governi, ma criminalizza i giornalisti che fanno cronaca invece che proteggerli. Assange non vincerà il Premio Nobel per la pace per la sua attività di divulgazione, ma passerà come traditore della patria, a differenza di Zelensky o Greta Thunberg vere eroine del pensiero libero atlantista. Le numerose manifestazioni (vedi mappa) nel mondo, rivendicavano a gran voce: “Chiediamo al Regno Unito di non estradare Assange e agli Usa di annullare le accuse affinché Assange sia liberato”. Per color che si professano giornalisti e tacciono, consiglio un serio esame di coscienza. Le 10 rivelazioni di Assange, che in 15 anni di attività, WikiLeaks ha pubblicato oltre 10 Mio di documenti classificati, contengono piani segreti dei governi statunitensi ed europei, di intelligence, e sulle guerre e massacri messe in atto. Vi sono poi intercettazioni imbarazzanti tra politici di spicchio, che mai dovrà essere reso pubblico.

Ghedi protesta alla base militare Nato sabato 17 settembre, presso l’aeroporto militare di Ghedi (BS), con i seguenti slogan: “Fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia”. Tra le proteste l’utilizzo dei fondi militari invece di fare fronte alla crisi economica. Partecipare al conflitto ci costa ad oggi 26 Mrd di euro l’anno, che aumenterà fino a 40 Mrd, ossia il 2% del Pil, come imposto dagli accordi Nato e ribadito dal governo Draghi. Si protesta e si teme di essere uno dei principali paesi bersaglio per le 113 basi Nato-USA su suolo italiano, soprattutto per le nuove bombe nucleari tattiche B61-12 potenziate in Europa che sostituiranno le B61. Insieme ai nuovi ordigni, sono in arrivo i primi caccia F35, attrezzati per il trasporto di testate nucleari. Per un totale di 15 atomiche (presunte) di Ghedi.

Francia, sciopero e manifestazioni delle raffinerie A differenza del S.Ge. Cgil Maurizio Landini, che nell’ottobre 2021, accoglieva Draghi tra applausi e un caloroso abbraccio, Lépine, segretario della Federazione Nazionale delle Industrie Chimiche (FNIC) della CGT in Francia, commenta l’intensificarsi degli scioperi nel settore petrolchimico in Francia con: “Sarà la guerra”! Da settimane i manifestanti paralizzano le raffinerie di Total e ExxonMobil. Numerosi distributori di benzina sono rimasti a secco a causa dei mancati rifornimenti, causando file chilometriche di automobilisti. Macron fa appello “affinché la CGT permetta al paese di funzionare, e un disaccordo salariale non giustifica il fatto di bloccare la Francia”. Nessuna parola o misura concreta sull’inflazione, i rincari dei prezzi al consumo e delle fatture energetiche che stanno distruggendo il potere d’acquisto della classe popolare. Si rivendica una presa di coscienza dei profitti e dei dividendi stratosferici delle multinazionali in questione, grazie anche agli incondizionati aiuti pubblici ricevuti durante e dopo la pandemia. Total ha battuto il record con 19 Mrd di profitti conseguiti in soli 6 mesi. Il suo AD ha visto la sua busta paga aumentare del 52% nel 2021, raggiungendo i 500mila euro al mese. Gli azionisti hanno beneficiato di oltre 2,6 Mrd di dividendi a settembre, mentre ai lavoratori solo le briciole e manganellate. I francesi sono stufi con le politiche di massacro sociale dell’UE e l’escalation bellica della NATO, e non cederanno così facilmente.

La mitteleuropea in tumulto. Nell’est della Germania cresce sempre più il dissenso, verso la politica del governo di Berlino. Come per il resto dell’Europa i temi si ripetono, fino alle probabili misure pandemiche previste, e la richiesta di attivare il Nord Stream 2. Vengono rifiutate l’austerity energetica e altre iniziative del governo che di fatto hanno portato il paese in recessione, con il serio pericolo di deindustrializzazione, e conseguenze tragiche per Mio di persone. Se le repubbliche baltiche e la Polonia sono il bastione più irriducibile dell’opposizione a Putin, la cosiddetta Mitteleuropa, quell’area che va da Dresda a Bratislava passando per Budapest, Praga e più sommessamente Vienna, nutre altri propositi. Le proteste inizialmente marchiate come populiste e di estrema destra, hanno avuto il sostegno della sinistra radicale (Die Linke). Marciando con gli stessi striscioni, ma in cortei separati, partecipano anche i cosiddetti “Querdenker”, quel miscuglio di complottisti, negazionisti e populisti anti-élite che hanno segnato l’onda “anti-vax” e “no-mask”. I cartelli dei manifestanti indicano diffidenza e odi verso i politici, e vorrebbero il ministro dell’Economia Robert Habeck dietro le sbarre.

Proteste negli ospedali per i medici no-vax ricollocati, che non dovranno stare a contatto con i pazienti fragili, dato che torna a salire la curva dei contagi sia del Covid sia dell’influenza tradizionale. Un mix che fa alzare l’allerta ai camici bianchi e i malumori di colleghi che, vaccinati, si ritrovano in reparto con i famigerati no-vax. Il reintegro dei medici no-vax negli ospedali dicono, è pericoloso, si umilia una categoria scoppiata per i turni massacranti e le condizioni precarie degli ultimi due anni. Intanto per un milione di no-vax inclusi i medici e operatori sanitari torna “l’incubo” della cartella da 100 euro. Beppe Severgnini sul Corriere della Sera, il 30 ottobre scriveva: «Tra le misure annunciate dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, colpisce il reintegro anticipato dei medici no-vax. Conosciamo le difficoltà di organico degli ospedali, ma riportare in corsia chi rifiuta la scienza è una decisione strana. La medicina, sull’importanza dei vaccini, è praticamente unanime». Cercasi cronista che ci metta la faccia e scriva: Dovremmo ascoltare il punto di vista di chi osò opporsi, per il bene alla medicina perché non vi è scienza senza confronto, senza testimonianza, senza un incrocio delle esperienze. Reintegrando i medici non vaccinati finalmente avremo la possibilità di incrociare le esperienze mediche e soprattutto di resettare quell’atteggiamento censorio e persecutorio con cui l’Ordine dei medici diventò parte del governo. Chi ha paura del reintegro, sono coloro che ora devono fare i conti con la testimonianza diretta di quei 4mila medici che, pur essendo scoperti dal vaccino, sono ora pienamente in servizio e godono pure di ottima salute.

Mondiali in Qatar. Qui la mappa delle proteste contro le violazioni dei diritti umani. Manifestare pubblicamente in Qatar durante i Mondiali si rischia fino ai cinque anni di carcere. Si va dalle accuse di corruzione avanzate a Mohamed bin Hammam, ritenuto colpevole di brogli elettorali, e le condizioni di lavoro degli operai che hanno costruito gli stadi e delle infrastrutture legate alla Coppa del Mondo 2022. Il Fatto Quotidiano nell’articolo “Qatar, i dati del Guardian: oltre 6500 morti duranti i lavori per i Mondiali di calcio 2022” denuncia una condizione di schiavitù vera e propria con migliaia di morti.

Strumenti per reprimere il dissenso organizzato Amnesty International, lancia una campagna globale, chiamata “Protect the Protest”, per contrastare gli Stati che vogliono erodere questo diritto umano fondamentale. Dalla Russia allo Sri Lanka, dalla Francia e dall’Iran. Dalla falsa pandemia in poi, dilaga un potente mix di divieti, un crescente numero di leggi e altre misure per limitare il diritto alla protesta. Dall’abuso della forza e la progressiva militarizzazione delle forze di polizia, all’aggregazione e sorveglianza mirata, interruzioni di Internet e censura online e abusi e stigmatizzazione. Dalla legislazione restrittiva e il ricorso ai poteri di emergenza. Demonizzazione dei manifestanti, bollati come no-vax, untori, terroristi e minaccia per l’ordine pubblico. Le motivazioni per manifestare sono infinite e giustificate, ma inutili se prive di una formazione adeguata ad interpretare gli eventi, e uscire da dogmatismi condizionati di destra e sinistra che impediscono di comprendere la forza e il piano del “sistema”. Noi spiritualmente decadenti, opportunisti e Internet-teledipendenti, in balia d’una realtà distorta, proteggiamo con le unghie i residui dei nostri sempre più esigui previlegi. Tra artificiose vecchie e nuove crisi virali, meteorologiche, idriche, alimentari ed energetiche, gestite con tutti i mezzi dai padroni del vapore, da noi percepite come naturali. Esse sono e saranno servite a distrarre, dividere, impoverire, controllare, impaurire, demotivare, addestrare, abituare e umiliare, mentre il singolo ha seguito ed eseguito. “È tempo di raddrizzare la schiena e ricordare ad alta voce a coloro che sono al potere il nostro diritto inalienabile di protestare, esprimere lamentele e chiedere il cambiamento liberamente, collettivamente e pubblicamente”, ha detto, Callamard, S.Ge. di Amnesty International.

Senza proclami profetici, credo che solo rimettendo il popolo al centro di un progetto politico e sociale, teso a creare un nesso solidale tra nazioni sovrane, saremmo in grado di opporci seriamente. Che non ci venga in mente di manifestare senza il loro consenso. Andiamo allo stadio o al centro commerciale a svagarci, o meglio ai Rave-party a sballarci, ignorando che il nostro destino è nelle nostre mani se solo lo sapessimo. Tra la maggioranza che blaterano di “pacificazione”, fiducia nella scienza e nell’esecutivo democraticamente eletto, dico che essi sostengono un pazzo mostruoso, chiamato Bispensiero. Un termine della neolingua, che indica il meccanismo mentale che consente di ritenere vero un qualunque concetto e il suo opposto a seconda della volontà del Partito. Ci vorrebbe un vaccino potente per tutti noi, che si chiama responsabilità, e per coloro che sono al comando dovrebbero superare i privilegi, sempre.

Mario Pluchino

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