Con il Progetto fiscale 17 il Consiglio federale intende garantire posti di lavoro a lungo termine
In occasione della sua seduta del 21 marzo 2018 il Consiglio federale ha approvato il messaggio concernente il Progetto fiscale 17. Il progetto proposto permetterà di attuare rapidi miglioramenti per le imprese svizzere ed estere, in considerazione anche degli sviluppi internazionali in materia di imposizione delle imprese. Il Progetto fiscale 17 contribuisce in maniera determinante a conservare la competitività della piazza economica svizzera e conseguentemente a creare valore aggiunto, posti di lavoro e gettito fiscale per la Confederazione, i Cantoni e i Comuni.
Il Progetto fiscale 17 (PF17) è un compromesso equilibrato, sostenuto in particolare dai Cantoni ma anche dalle Città e dai Comuni. Il messaggio riprende i parametri stabiliti dal Consiglio federale il 31 gennaio dopo intensi colloqui con i principali attori. Si intende quindi introdurre un patent box obbligatorio per tutti i Cantoni e ulteriori deduzioni per le attività di ricerca e sviluppo a titolo facoltativo. Queste misure saranno accompagnate da una limitazione dello sgravio fiscale, che per i Cantoni prevede l’obbligo di assoggettare sempre a tassazione almeno il 30% dell’utile imponibile delle imprese prima dell’applicazione di tali norme.
Inoltre, il progetto prevede che l’imposizione dei dividendi ottenuti da partecipazioni qualificate dovrà essere portata al 70% sia per la Confederazione sia per i Cantoni, i quali possono prevedere un’imposizione più elevata. Infine si intende aumentare di 30 franchi per figlio le prescrizioni minime della Confederazione per gli assegni per i figli e gli assegni di formazione.
“Vogliamo restare fiscalmente attrattivi», ha spiegato il ministro delle finanze, Ueli Maurer, secondo l’ats. Grazie alle misure proposte, verrà garantita la certezza del diritto che andrà tutta a vantaggio della piazza economica svizzera.
Maurer inoltre non ha nascosto che il PF17 ha un costo elevato per la Confederazione e i Cantoni. “Non fare niente costerà però molto di più”, ha puntualizzato, sempre secondo l’agenzia stampa, alludendo al fatto che le multinazionali sono molto mobili e che potrebbero lasciare la Svizzera se non dovesse più essere competitiva.
Maurer ha presentato nel dettaglio il piano, che prevede anche una misura “inserita per favorire l’accettazione del progetto fiscale da parte della popolazione: l’aumento di 30 franchi dell’importo minimo degli assegni famigliari (che salirebbero così a 230 franchi) e per i figli in formazione (che passerebbero a 280 franchi)”, riferisce l’ats.
Per sostenere i Cantoni nell’attuazione del PF17, la quota cantonale alle entrate dell’imposta federale diretta aumenterà dal 17 al 21,2%. In questo modo i Cantoni riceveranno circa 990 milioni di franchi aggiuntivi all’anno. Considerando l’incremento delle imposte sui dividendi, il gettito fiscale dei Cantoni aumenterà di altri 355 milioni di franchi. I Cantoni saranno liberi di utilizzare queste maggiori entrate per i loro progetti di attuazione.
Questa riforma nasce dalla necessità di abrogare le norme applicabili alle società con statuto speciale cantonale, non più accettate a livello internazionale. Secondo il Consiglio federale, grazie al PF17 e ai piani cantonali di attuazione l’attrattività della piazza economica svizzera è garantita. Il PF17 determinerà maggiori imposte per le società con statuto speciale e – malgrado un moderato incremento dell’imposizione dei dividendi e delle prescrizioni minime fissate per gli assegni familiari – minori imposte per le piccole e medie imprese nazionali.
Dal momento della sua entrata in vigore, la riforma comporterà inizialmente una diminuzione delle entrate statiche, che grazie agli effetti dinamici previsti dovrebbe essere per lo meno compensata nel corso degli anni successivi.