“Quelli di cui sentiamo la mancanza erano militanti. E se noi ne sentiamo la mancanza, non è un caso o un imbroglio del fato, né si deve ai disegni di qualche dio offeso. Ne sentiamo la mancanza perché osavano proporre un’esistenza migliore di quella del gregge. Ne sentiamo la mancanza perché dicevano che il pane era di tutti oppure di nessuno. Ne sentiamo la mancanza perché accendevano luci nell’oscurità, forti o deboli, non importa, il loro bagliore continua a illuminarci. […] Quando li portarono via, quando iniziammo a sentirne la mancanza, i testimoni che non avevano visto nulla mormorarono: “Qualcosa avranno fatto, non per niente li portano via”, e avevano ragione, perché avevano fatto molto più di qualcosa: avevano sognato che si poteva vivere in piedi. Avevano sognato che il destino dell’uomo non poteva essere sempre un castigo. Avevano sognato che la felicità di tutti era possibile.”
Da “Il generale e il giudice”
A Luis Sepulveda scomparso il 16 Aprile, per continuare a rivendicare quel diritto alla felicità che ripreso dalla tradizione afroamericana abbiamo fatto risuonare un anno fa al Seminario di Palermo.
Un diritto alla felicità che abbiamo iniziato a strappare, pezzetto dopo pezzetto, qui in Svizzera, subito dopo essere rientrati da quella straordinaria esperienza. Abbiamo unito in rete giovani migranti italiani che vivono sul territorio elvetico e giorno dopo giorno continuiamo insieme a tessere la tela dei nostri sogni e delle nostre libertà.
Scevri da atti sensazionalistici proviamo nel nostro quotidiano a rivendicare quei diritti che la lotta della migrazione italiana in terra elvetica ci ha consegnato. Una storia importante di migrazione e conquiste che speriamo di poter proseguire con gli stessi ideali di uguaglianza e libertà.
Questo primo anniversario del Seminario di Palermo arriva in un momento internazionale di importante difficoltà. Dalla Svizzera seguiamo con apprensione gli sviluppi e anche il quotidiano dei nostri Connazionali in Italia, dei nostri amici, delle nostre famiglie. Nel nostro piccolo, spesso sostenuti dai Com.It.Es, dai Consolati, dal CGIE, cerchiamo di offrire assistenza e supporto alla nostra comunità che risiede in Svizzera. È un momento di grave emergenza globale che richiede l’impegno e la solidarietà da parte di tutte e tutti noi. Anche per la particolare situazione in cui cade questo primo anniversario del Seminario, crediamo indispensabile riempirlo di azioni e di contenuti portatori di significati di fratellanza e sorellanza. Al di là della retorica della celebrazione il lavoro per i migranti italiani, giovani e meno giovani, nel mondo è tanto e richiede tutta la nostra attenzione. E ringraziamo il CGIE per supportarci e spronarci sempre in questa direzione.
Terminata l’emergenza sanitaria, una situazione di crisi economica e sociale importante potrebbe colpire soprattutto gli strati più deboli della società. Il nostro auspicio allora è che le Istituzioni italiane si facciano carico di mettere a disposizione ammortizzatori sociali, welfare e sostegni perché la crisi non ricada sulle spalle dei più fragili. In Italia così come per noi Connazionali all’Estero.
Da parte nostra crediamo importante contribuire alla ripresa del nostro Paese d’origine; Dalle terre in cui siamo emigrati, spesso proprio a causa di altre crisi economiche e sociali che hanno colpito l’Italia, in cui cerchiamo e cercheremo di elaborare iniziative e strumenti di sostegno in questa direzione. E dall’Italia stessa, accettando e rilanciando l’invito che da più Ministeri si è levato, contribuire presto alla ripresa del turismo nel nostro Paese.
Mostrare al mondo intero e a tutti i suoi giovani emigrati le straordinarie ricchezze turistiche, architettoniche e culturali, l’eterna bellezza che l’Italia serba. Crediamo, allora, che un’occasione che non dovrebbe essere mancata sia proprio quella di un secondo Seminario che unisca, di nuovo, i giovani italiani emigrati in tutto il mondo nel nostro Paese d’origine, l’Italia, oggi in ginocchio, e in particolare l’antica e preziosa città lombarda di Bergamo dove la tragedia del COVID-19 massicciamente ha mostrato i suoi effetti.
Noi siamo pronti ad assumere questo impegno attivo verso il nostro Paese, e sarebbe un modo importante di celebrare, replicandolo, lo straordinario primo Seminario dei Giovani Italiani nel Mondo che dalla stupenda cornice del Sud della Sicilia porta i suoi giovani migranti al Nord della Penisola.
Con gratitudine nei confronti del CGIE che ha reso possibile tutto questo con il primo Seminario, e con speranza e vicinanza all’Italia.
GIR – GIOVANI ITALIANI IN RETE