A rischio d’estinzione sempre più specie di uccelli
A lanciare l’allarme è lo ‘State of the World’s Birds’, l’ultimo rapporto sullo stato di conservazione dell’avifauna pubblicato da BirdLife International, secondo il quale molti uccelli tra i più noti e conosciuti sono a rischio di estinzione. La salute delle popolazioni degli uccelli in tutto il mondo è dunque seriamente a rischio e, con essa, viene ad essere compromessa anche la biodiversità dell’avifauna. “I dati sono inequivocabili. Stiamo vivendo un costante e continuo deterioramento dello stato degli uccelli nel mondo. Le minacce alla base della crisi di estinzione degli uccelli sono molte e varie, ma invariabilmente correlate alle attività dell’uomo”, ha dichiarato Tris Allinson, responsabile Senior Global Science Officer di BirdLife e redattore capo del rapporto.
Ad essere a rischio specie di uccelli una volta comuni e facilmente riconosciute tra cui il Gufo delle nevi, il pappagallo cinerino, la Pulcinella di mare, la Tortora comune e quella selvatica: in tutto le specie minacciate sono 1469, un ottavo delle 10.966 conosciute. Le cause di questa grave situazione sono varie ma come sempre il fattore comune è rappresentato dall’attività umana.
Prima fra tutte sul banco degli imputati l’intensificazione delle coltivazioni: molte delle specie a rischio si teme possano scomparire proprio a causa dell’espansione dei campi agricoli, che oggi occupano sei volte più spazio rispetto a 300 anni fa. Dal 1700 ad oggi, le aree convertite all’agricoltura sono passate dal 6% al 38% del totale. Cresce la percentuale di terre da adibire alla coltivazione di piante di caffè, di canna da zucchero e di cacao, così come quelle da adibire alle coltivazioni destinate all’alimentazione del bestiame per far fronte alle sempre più crescenti richieste di carne in risposta alle nostre diverse abitudini di consumo alimentare.
Anche il disboscamento e il prosciugamento delle paludi ha contribuito a modificare sostanzialmente l’habitat di certe specie di volatili fino a decimarle. Alla scomparsa dell’habitat ideale per molte specie, circa 485, contribuisce anche il riscaldamento globale. Un’altra attività umana che sta contribuendo all’estinzione di molte specie di uccelli è la caccia: sono ben 517 quelle minacciate da questo ‘hobby umano’ a causa del quale, ad esempio, lo zigolo dal collare è passato dalla categoria ‘minor preoccupazione’ a quella ‘in pericolo critico’ in soli 15 anni. E che dire dei passerotti che invadevano le nostre città? Da uccellino praticamente onnipresente in ogni parte del mondo, il passero è in pratica diventato una specie minacciata. La mancanza degli insetti indispensabili al sostentamento dei ‘pulcini’ dovuta all’aumento dei pesticidi (si è addirittura parlato di ‘apocalisse degli insetti’), ha infatti portato, insieme ad altre cause, inquinamento incluso, ad una netta diminuzione degli esemplari. “Sebbene il rapporto fornisca un aggiornamento che fa riflettere sullo stato degli uccelli e della biodiversità e delle sfide future, dimostra chiaramente che esistono soluzioni e che è possibile ottenere un successo significativo e duraturo”, ha sottolineato Patricia Zurita, Direttore generale di BirdLife International. Per contribuire a garantire tale successo, la relazione delinea le azioni e i cambiamenti che devono verificarsi affinché gli uccelli e la biodiversità siano meglio conservati, tra cui il ripristino degli habitat e l’individuazione delle specie di uccelli più vulnerabili al fine di proteggerli. Le statistiche in esame, oltre a svelare la condizione di emergenza per lo stato dell’avifauna, rappresentano anche un avvertimento sullo stato della Terra nel suo insieme, perché lo stato di salute degli uccelli rappresenta la cartina di tornasole della condizione degli ecosistemi in generale. Gli uccelli, essendo il gruppo di animali più studiati e diffusi in quasi tutti gli ecosistemi, sono infatti eccellenti indicatori dello stato dell’ambiente.