Se già non è stato fatto dopo le abbuffate delle festività natalizie e di fine anno, è tempo di decidersi a dimagrire un po’.
Come si sa perdere peso offre molti vantaggi: riguardano il cuore ma anche la spina dorsale, costretta a sopportare un peso maggiore che alla lunga può rivelarsi “usurante” per gli anelli.
Dimagrire, però, è sempre un problema, specie per chi ha fame e non riesce a fare a meno di cibo. Evidentemente, bisognerebbe mangiare di meno, evitare i grassi e non mangiare fuori pasto, ma un espediente che spesso funziona è anche quello di mangiare con calma.
Ci sono persone che mangiano quasi “avidamente” come se qualcuno volesse rubargli il cibo, per cui, più che mangiare, divorano, ingurgitano, si riempiono, con possibili conseguenze negative, perché in questo modo l’apparato digerente è sottoposto a sforzi maggiori. Dicevano le nonne che la prima digestione avviene in bocca. I cibi, infatti, vanno masticati bene. Ma mangiare con calma e masticare per bene ha un altro vantaggio: si dimagrisce, perché il tempo fa emergere il senso della sazietà e quindi si mangia di meno.
Lo rivela una ricerca condotta in Grecia e in Inghilterra e pubblicata sulla rivista “Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism”. I ricercatori hanno studiato le conseguenze dei due modi di mangiare, il pasto lento e quello rapido o veloce, offrendo ad un gruppo di diciassette ragazzi, in due giorni diversi, una generosissima porzione di gelato. Nella prima occasione, ai ragazzi è stato chiesto di mangiare il dolce velocemente, al massimo in cinque minuti; il giorno dopo, invece, è stato loro imposto di mangiare la stessa quantità di gelato lentamente, in mezz’ora.Analizzando il sangue dei giovanotti è stato scoperto che i due diversi modi di mangiare hanno diverse conseguenze.
Nel sangue di chi aveva mangiato lentamente erano presenti grandi quantità di due sostanze, gli ormoni PYY e GLP-1, che il sistema digestivo produce quando ha ricevuto abbastanza cibo e che provocano senso di sazietà. Di tali sostanze, invece, non c’era traccia dopo il pasto consumato in fretta tanto che, non sentendosi soddisfatti, si continua a mangiare ancora e così facendo si aumenta di peso e di volume.
Passiamo adesso ad un altro disturbo: se qualcuno ha esagerato con la carne di agnello o anche con i fagioli e ha dolori alle dita, in modo particolare all’alluce, vorrà dire che sta avendo o ha avuto attacchi di gotta, una malattia che è causata da un accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni. Ebbene, contro questi dolori bere latte scremato fa bene. Lo dice una ricerca americana che è stata presentata all’ultimo congresso di reumatologia.
Anche qui, dopo aver analizzato il sangue e le urine di sedici pazienti malati di gotta, a otto di loro è stato dato latte scremato e agli altri latte di soia. Il sangue e le urine sono stati esaminati ogni ora, per tre ore, ed è stato notato che bevendo il latte di soia l’acido urico è salito di più del 10%, mentre bevendo il latte scremato l’acido urico è sceso del 10%. A questo punto, è facile immaginare che il latte scremato faccia bene contro l’acido urico.
Infine, concludiamo con una notizia che riguarda tutti, sani e malati, che abbiano una certa età e che vedono il tempo passare inesorabilmente. Beh, in questi casi, ricorrere a creme e unguenti non basta, i segni si vedranno comunque. Non ci sono sostanze miracolose che tengano, però…ecco, forse qualcosa esiste, che non fa miracoli, ma che può aiutare a buon mercato a ritardare il processo d’invecchiamento.
È l’acqua; sì, l’acqua sulfurea, quella che è impregnata di zolfo, che sgorga vicino alle solfatare o da terreni che in profondità sono ricchi di zolfo. Diciamo subito che l’acqua sulfurea puzza, però è buona. Dunque, tappandosi il naso, se se ne beve ogni giorno mezzo litro, quest’acqua aiuta il corpo a difendersi meglio dall’invecchiamento. Lo dice una ricerca tutta italiana. È stato scoperto, infatti, che nel sangue di chi beve ogni giorno mezzo litro di acqua sulfurea aumentano le difese antiossidanti del corpo, di conseguenza diminuiscono di molto le sostanze prodotte nel corso del processo d’invecchiamento.
Insomma, s’invecchia meno e gli effetti durano anche alcuni giorni dopo che si è smesso di berne.
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