Vediamo quali sono i pro e i contro
«Sostenere le famiglie! Esentare dalle imposte gli assegni per i figli e gli assegni di formazione»
Il 5 novembre 2012 il PPD ha depositato l’iniziativa popolare “Sostenere le famiglie! Esentare dalle imposte gli assegni per i figli e gli assegni di formazione”. Con questa iniziativa il PPD propone di esonerare dall’imposta sul reddito gli assegni per i figli e gli assegni per la formazione professionale affinché le famiglie con figli possano beneficiare di sgravi fiscali supplementari. Nell’introduzione dell’iniziativa si legge: “oggi vale il principio «stesso lavoro, stesso salario». La legge sulla parità uomo-donna proibisce che, all’interno dello stesso sistema salariale, venga versato un salario diverso ad una collaboratrice o ad un collaboratore che compiono lo stesso lavoro dello stesso valore. Contrariamente al passato, le prestazioni per la famiglia consistono in una deduzione fiscale degli assegni per i figli e di formazione e non più in un aumento salariale dovuto alla paternità o alla maternità. È giusto tassare il reddito derivato dal lavoro, ma non ciò che le famiglie ricevono per compensare il loro potere d’acquisto”.
I pro
I sostenitori dell’iniziativa sostengono che: “Le famiglie con figli – in particolare quelle con dei figli in fase di formazione – sono confrontate con degli importanti oneri finanziari. Con l’attuale regime fiscale lo Stato recupera tuttavia il 20% di questi assegni. Ma non è tutto. Gli assegni familiari appaiono come un aumento salariale e fanno quindi passare le famiglie in una classe d’imposta superiore, unicamente perché queste hanno dei figli. È assurdo”, si legge sul sito dell’iniziativa.
Il comitato sostiene che l’intera somma dev’essere messa a disposizione delle famiglie. Solo con la nascita del primo figlio le coppie perderebbero fino al 40% del loro potere d’acquisto. Sarebbe per compensare questa perdita che sono stati creati gli assegni per i figli e quelli di formazione. Al momento gli assegni famigliari sarebbero erogati tramite un aumento del salario dovuto esclusivamente all’essere diventati genitori e questo supplemento del salario sarebbe molto importante a livello fiscale. Soltanto per aver deciso di avere figli, le famiglie oggi sarebbero sottoposte ad una progressione fiscale maggiore che comporta un aumento delle imposte. I partiti che sostengono l’iniziativa sono il PPD e l’UDC.
I contro
L’argomento principale dei contrari all’iniziativa è la giustizia delle tasse. Gli assegni famigliari sarebbero un reddito come qualsiasi altro, inoltre sarebbero solo le famiglie con redditi molto alti a beneficiare della detassazione. Le famiglie medie già oggi non pagherebbero l’imposta federale diretta, per cui il comitato contro l’iniziativa sostiene che questi non sarebbero alleggeriti dall’iniziativa del PPD. Sono però soprattutto i cantoni ad allarmare che ad un sì potrebbero seguire perdite fiscali di 760 milioni di franchi il che avrebbe come conseguenze aumenti di tasse e tagli, il governo inoltre perderebbe 200 milioni di franchi. Il comitati contro l’iniziativa è composto da PS, Verdi, PLR, PBD, PVL e dai cantoni. Anche il Parlamento raccomanda a Popolo e Cantoni di respingere l’iniziativa senza controprogetto diretto né indiretto.
«Imposta sull’energia invece dell’IVA»
Il 17 dicembre 2012 il Partito verde-liberale (pvl) ha depositato l’iniziativa popolare “Imposta sull’energia invece dell’IVA”. Essa chiede l’introduzione di una tassa sui vettori energetici non rinnovabili (come petrolio, gas naturale, carbone e uranio) e prevede di compensare il maggiore onere fiscale gravante sul consumo di energia mediante la soppressione dell’IVA. Gli autori dell’iniziativa intendono così aumentare l’efficienza energetica, promuovere le energie rinnovabili e ridurre le emissioni di CO2. I Verdi Liberali vogliono allo stesso tempo eliminare l’IVA. In questo modo più di 300.000 imprese svizzere, soprattutto piccole e medie imprese, verranno liberate da un’imposta insensata sull’innovazione e sulla creazione di valore. Con la completa rinuncia all’IVA il lavoro amministrativo potrà essere notevolmente ridotto. Ci saranno così a disposizione ulteriori mezzi finanziari da poter utilizzare in modo più sensato.
I pro
“I Verdi Liberali propongono una misura liberale ed efficace per incentivare le energie rinnovabili, l’efficienza energetica ed il risparmio energetico, rendendoli economicamente vantaggiosi. Nel contempo anche le emissioni di CO2 saranno ridotte. Perseguendo questi fini, la nuova imposta sull’energia prevede un rincaro sul consumo delle energie non rinnovabili. Questa imposta potrà essere facilmente riscossa al momento dell’importazione. Con questo approccio liberale sarà così possibile dare un’importante contributo all’uscita dal nucleare, al rallentamento del cambiamento climatico e all’avvicinamento verso la società dei 2000 Watt. La Svizzera può così diventare più indipendente dalle importazioni energetiche (come petrolio, gas, carbone e uranio). In prospettiva saranno a disposizione miliardi di franchi per nuovi investimenti in Svizzera”, si legge nel comunicato dei Verdi Liberali. Ulteriore argomento è che “le cittadine ed i cittadini non avranno né più né meno soldi in tasca.” L’aumento delle imposte dovuto alla tassa sull’energia sarebbe compensato dalla soppressione dell’IVA. Un consumo intelligente di energia e l’uso delle energie rinnovabili sarebbero decisivi; mentre lo spreco energetico non renderebbe e sarebbe più caro. Lo Stato manterrebbe comunque entrate sicure, visto che il livello delle entrate fiscali sarebbe legato al prodotto interno lordo. A sostenere l’iniziativa sono i Verdi, il WWF, Greenpeace Svizzera e il Forum dei consumatori.
I contro
I contrari all’iniziativa sostengono che la proposta sia troppo rischiosa e temono perdite per le entrate del governo. L’iniziativa intenderebbe forzare una ristrutturazione precipitata del sistema energetico con aliquote di imposta molto elevate. Entro cinque anni l’imposta sul valore aggiunto dovrebbe essere sostituita da un’imposta sull’energia. Dato che il rincaro dell’energia provocherebbe un calo del consumo, il finanziamento dei compiti della Confederazione e delle assicurazioni sociali sarebbe pregiudicato. L’iniziativa colpirebbe ulteriormente le imprese esposte alla concorrenza internazionale e le economie domestiche a debole reddito. I contrari dalla sinistra inoltre sostengono che le persone con un salario basso in proporzione sarebbero caricati maggiormente di chi ha un salario alto. Sono contro l’iniziativa tutti i partiti importanti e anche l’Assemblea federale ha deciso di non presentare un controprogetto all’iniziativa di cui raccomanda il respingimento a Popolo e Cantoni.