Striminzito “sì” all’iniziativa sull’immigrazione di massa, bocciato il finanziamento privato dell’aborto e “sì” al finanziamento e all’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria
La Svizzera dovrà limitare l’immigrazione
L’esito è stato incerto fino all’ultimo e la votazione è stata decisa sul filo di lana. Alla fine l’ha spuntata l’Unione democratica di Centro (UDC) con la sua iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, sconfessando il Governo, le organizzazioni economiche e la maggioranza dei partiti che raccomandavano un secco “no”. È una vittoria della Svizzera conservatrice. L’elettorato si spacca a metà: il 50.34% ha detto “sì”, contro il 49.66% di contrari, una differenza di 19.516 schede (1.463.954 persone, contro 1.444.428). Più netto il risultato quanto a Cantoni, che hanno accettato la proposta UDC con 14.5 contro 8.5 “no“. L’affluenza alle urne è stata molto elevata con il 56.5%, la più alta degli ultimi 5 anni. I risultati mostrano anche una chiara spaccatura, con un classico Röstigraben, fra la Romandia, sostenuta da Basilea Città, Zurigo e Zugo, le grandi città, e il resto del paese, fra cui il Ticino, che ha presentato la percentuale di favorevoli di gran lunga maggiore del paese (62,8%), confermandosi un cantone che rifiuta l’Europa.
L’iniziativa esige limiti all’immigrazione fissando tetti massimi per i permessi per stranieri e richiedenti l‘asilo. Sul mercato del lavoro, la preferenza dovrebbe essere data agli svizzeri. Inoltre il Consiglio federale dovrà rinegoziare tutti i trattati internazionali contrari all’iniziativa entro un termine di tre anni. Prima del voto i sondaggi avevano presentato un orientamento determinato con la metà degli intervistati propensi a votare “no“. La campagna dei promotori è riuscita invece nell’intento di recuperare lo svantaggio, mobilizzando con argomenti che hanno sensibilizzato soprattutto gli indecisi: immigrazione netta di 80.000 persone l’anno, con la stragrande maggioranza dall’Unione europea (Ue), nella quale è aumentata la disoccupazione. Il dumping salariale, possibilità per i lavoratori esteri di abusare del sistema sociale, l’aumento del traffico e degli affitti con prezzi alle stelle sono stati gli altri argomenti convincenti. Per i contrari, i principali partiti, le associazioni economiche e i sindacati, l’accettazione dell’iniziativa sarebbe stata un rischio per gli accordi bilaterali con l’Ue e sulla libera circolazione, ma essi non riusciti presumibilmente a dare risposte concrete e plausibili sui problemi dell’immigrazione che preoccupano i cittadini.
Dopo il “sì” restano molte questioni aperte, che potrebbero provocare un terremoto tra la Svizzera e l’Ue. Bruxelles ha espresso “rammarico”, per l’approvazione di un’iniziativa che limita l’immigrazione, poiché “questo va contro il principio dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALCP) tra l’Ue e la Svizzera”. Bruxelles esaminerà le implicazioni dell’iniziativa e avrà sicuramente una reazione, perché l’Ue ha sempre sottolineato, che tale principio non è in discussione. È possibile l’Ue attenderà le proposte e i prossimi passi della Svizzera o minaccerà di disdire l’accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone. Non è ancora chiaro come sarà attuata l’iniziativa. Le prime reazioni da Bruxelles indicano che la via per rinegoziare sarà difficile, se non impossibile.
Il risultato della consultazione è vincolante e implica che il Governo svizzero dovrà rinegoziare i trattati con l’Ue, relativi alla libera circolazione delle persone. Invece della libertà di movimento si avranno delle restrizioni con i contingenti, allagarti ai paesi occidentali, e calcolati in funzione dei bisogni dell’economia. Sul mercato del lavoro, le imprese dovranno dare la precedenza ai candidati con passaporto svizzero. La nuova regola colpirà soprattutto i cittadini dell’Ue, residenti in Svizzera. “La decisione del popolo avrà ampie ripercussioni nei rapporti con l’Ue”, ha commentato il ministro della giustizia Simonetta Sommaruga, promettendo che il Governo si adeguerà ad adattare al più presto l’iniziativa. L’ALCP e gli altri accordi bilaterali restano in vigore fino all’eventuale definizione di una nuova situazione giuridica.
Gaetano Scopelliti
Approvato il fondo per la ferrovia
Disco verde per il decreto federale sul “Finanziamento e all’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria” (FAIF), un progetto per creare un fondo di 6.4 miliardi di franchi per la manutenzione e l’estensione della rete ferroviaria elvetica. Il risultato è stato chiaro: il 62.02% dei votanti ha detto “sì” contro il 37.98% di “no”. Soltanto il Canton Svitto ha respinto il decreto. Per istituire il fondo si modificherà la Costituzione con un decreto che prevede la creazione di un nuovo fondo finanziario (con durata indeterminata) che alimenti 5 miliardi l’anno e lo stabilimento di un programma di sviluppo strategico.
Con FAIF si vuole rafforzare la rete ferroviaria, ottenere più spazio nei treni, collegamenti ogni mezz’ora sulle tratte lunghe, ampliamenti in tutte le regioni, strutture migliori per il traffico merci.
I favorevoli vedono nel risultato positivo “una chiara priorità del traffico ferroviario sulla strada da parte del popolo” ha detto Roger Nordmann, presidente del comitato per il sì. Soddisfatta anche Il ministro dei trasporti Doris Leuthard, che si è rifatta così dalla bocciatura dell’aumento del contrassegno autostradale. “I soldi del decreto FAIF saranno investiti adeguatamente, perché l’infrastruttura delle ferrovie è importante per il benessere”. Il risultato è anche un chiaro contrasto al no per la vignetta autostradale. Entro il 2016 il Governo prevede l’entrata in vigore del decreto. I contrari chiedono adesso uguali trattamenti per la rete stradale, che ha bisogno di ampliamenti e ristrutturazioni. “Nel senso di una politica generale del traffico, si deve ora creare anche un fondo sicuro per il finanziamento delle strade” ha commentato il Touring Club Svizzero (TCS).
G.S.
Cocente bocciatura dell’iniziativa sull’aborto
Travolta da una valanga di “no” l’iniziativa denominata “Il finanziamento dell’aborto è una questione privata”. Il testo, chiedeva che l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) non sia più rimborsata dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico sanitarie, è stato respinto dal 69.8% di voti contrari contro il 30.2% di “sì”. Nella Romandia le quote di “no”, con più del 75%, sono state più chiare di quelle della Svizzera tedesca. Soltanto il cantone di Appenzello Interno ha sostenuto l’iniziativa.
Dunque l’interruzione della gravidanza nelle prime 12 settimane continuerà ad essere rimborsata dall’assicurazione malattia obbligatoria, come impone la regola in vigore dal 1. ottobre 2002, approvata in votazione popolare. Il ministro della sanità Alain Berset, vede nella bocciatura dell’iniziativa “una conferma della politica coerente all’interruzione volontaria di gravidanza”. Il popolo non vuole scuotere la solidarietà tra gli assicurati, visto che il sistema attuale è consolidato e “non lascia sole le donne in questa difficile situazione” ha aggiunto Berset.
Il comitato, che si era costituto per combattere l’iniziativa, è rimasto sorpreso dalle proporzioni del “no”. È grande la soddisfazione del presidente Babette Sigg Frank, che ha spiegato come l’unico obiettivo dei promotori “era di proibire l’aborto”. I promotori, un comitato interpartitico composto essenzialmente di cristiani conservatori, sono rimasti delusi, perché si aspettavano un risultato migliore. L’aborto non è una malattia ed è dunque da escludere dal catalogo delle prestazioni dell’assicurazione malattie obbligatoria, aveva argomentato il comitato. L’iniziativa ha perlomeno avuto il merito di lanciare una discussione sul catalogo delle prestazioni mediche a carico dell’assicurazione obbligatoria e di mantenere viva la discussione sui diritti alla vita.
G.S.
“C’è tanto da fare ancora”
Franco Albanese, doppio-cittadino di Winterthur, è stato rieletto nel Consiglio comunale di Winterthur.
Franco, sei stato rieletto Consigliere comunale…
Sono molto contento, non è mai da dare per scontato questi risultati positivi: anche se la mia situazione di partenza era molto buona, ugualmente non davo per scontato di essere rieletto, si deve sempre dare il massimo e fare tutto il possibile per i propri obiettivi! C’è però quest’ombra di amarezza perché abbiamo perso un seggio. Già nelle precedenti elezioni avevamo perso un seggio, il che dimostra che siamo in un trend di discesa, e si vede che non è ancora arrivato il momento della salita, come si può vedere dai risultati della città di Zurigo. In ogni caso continueremo a lottare per il nostro partito!
Cosa ci aspetta nei prossimi quattro anni del tuo incarico da Consigliere comunale? Quali sono i piani?
Intanto vorrei terminare i lavori che ho iniziato negli ultimi anni: in soli quattro anni non è possibile terminare tutti i progetti iniziati, nei primi anni ci si ambienta e si inizia a porre le basi per alcuni lavori, però il tempo non basta per terminare tutto. Poi ci si deve tenere aggiornato avendo sempre la sensibilità per le esigenze dei cittadini, solo così si è informati di cosa il popolo ha bisogno e si può reagire di conseguenza. Ci tengo molto a promuovere il nostro partito, anche se ultimamente siamo riusciti poco a sensibilizzare le persone sulla nostra politica e sotto questo punto di vista ci dobbiamo dare da fare. Dobbiamo mostrare una posizione precisa per dare alle persone un’idea chiara della nostra politica. Forse tante volte, per quanto riguarda i partiti di centro, la posizione non è molto definita perché ci sono diverse opinioni: è questo il punto su cui dobbiamo concentrare la nostra comunicazione.
Qual è il messaggio che lanci ai cittadini italiani di Winterthur che oggi ti hanno votato?
Vi ringrazio di cuore, sono convinto che ci siano tanti che, come me, sono doppi-cittadini, ma che purtroppo non tutti vanno a votare. Quelli che vanno a votare per me, invece, sono molto contenti di poter dare il voto ad un loro connazionale. Credo che i cittadini italiani a Winterthur siano orgogliosi di avere “uno di loro” nel Consiglio comunale. Mi auguro che, chi non esprime la propria preferenza nei miei confronti, non lo faccia solamente per via del partito: se ci si informa un po’ di più, si può vedere come le differenze tra i partiti in Svizzera non sono poi enormi.
Ci lasci anche un commento per quanto riguarda i risultati delle votazioni federali?
Per quanto riguarda l’immigrazione di massa, comprendo le paure del popolo, le previsioni che il Consiglio federale ha fatto per gli anni precedenti erano sempre sbagliate, cioè in confronto ai dati effettivi molto più bassi, e questo credo abbia avuto pure la sua influenza sul risultato. Per quanto riguarda gli altri due oggetti in votazione, invece, sono i risultati che mi aspettavo, anche se forse con un Sì al finanziamento dell’aborto si poteva dare un segno di responsabilità personale sulla delicata questione. Aspettavo anche il Sì al FAIF, avere buone infrastrutture per i mezzi pubblici è molto importante, però non si deve dimenticare il traffico stradale!
Manuela Salamone