In Svizzera si è entrati ufficialmente nella stagione autunnale con un weekend insolitamente caldo e piacevole, anche se sappiamo che questo tempo mite non durerà. Forse meno piacevole è stato il weekend per la maggioranza di Governo che ha dovuto incassare una sconfitta pesante sulla votazione del secondo pilastro. Il risultato è un netto NO (67,1%), le persone non vogliono nessuna riduzione delle rendite. Questo è chiaro da quello che emerge dai dati di questa tornata elettorale che chiedeva una importante revisione della previdenza professionale, adesso ci si interroga su cosa abbia spinto i cittadini a un tale rifiuto. In molti danno la colpa ad una sostanziale incertezza finanziaria che domina un po’ tutti i cittadini, sia quelli di con un salario maggiore che (e soprattutto) quelli con medio e basso salario. Il fatto che in questo momento sia tutto più caro per le economie domestiche, non fa vedere di buon occhio una rendita mensile più bassa oggi a favore di una migliore pensione un giorno. Tra l’altro è bastato uno slogan efficace ai sindacati – “pagare di più per avere pensioni più basse” – per convincere l’elettorato a respingere la proposta di modifica della Legge federale sulla previdenza professionale.
Dunque, in generale, sarebbe l’incertezza sulla situazione finanziaria di ogni singolo cittadino ad aver spinto verso il rifiuto della riforma LPP, adesso però rimane il problema principale che si voleva risolvere con questa riforma, il divario pensionistico tra lavoratori e lavoratrici, laddove le rendite femminili del secondo pilastro sono in media il 44% inferiori a quelle degli uomini. In questo svantaggio tutto al femminile, si aggiunge anche quello dei lavoratori parziali (anche questi, però, sono soprattutto donne) che rimane un problema effettivo in Svizzera. Dal canto loro la sinistra e i sindacati, mentre esultano per la vittoria, sono consci che la Svizzera ha bisogno di un piano pensionistico più solido e solidale, e sperano di poter trovare dei compromessi con il Parlamento a favore di donne e lavoratori parziali ma magari che coinvolga anche altre categorie.
Quello della riforma LPP, però, non era l’unico oggetto in votazione. In questo caldo fine settimana di inizio autunno in Svizzera, i cittadini sono stati chiamati alle urne anche per l’iniziativa «Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio», chiamata più semplicemente “sulla biodiversità” che incassa una sonora bocciatura (63% di NO).
Secondo l’iniziativa, i Cantoni e la Confederazione dovevano fare di più, stanziare più fondi pubblici, per la salvaguardia e una migliore tutela della biodiversità e del paesaggio elvetici, anche al di fuori delle aree protette.
Per la popolazione svizzera, però, la Confederazione sta già facendo un buon lavoro in materia di salvaguardia della biodiversità svizzera, per cui non occorre alcun cambiamento.
Ma questo non vuol dire che in Svizzera non abbiano a cuore la tutela della biodiversità, ma gli elettori hanno considerato il semplice fatto che se la cura ha più effetti negativi che positivi, se gli effetti collaterali superano quelli del male stesso da curare, allora non si tratta della cura giusta. Perché dei provvedimenti radicali come quelli richiesti nell’iniziativa, secondo i contrari, avrebbero avuto un impatto non indifferente sulla produzione alimentare, sull’espansione delle energie rinnovabili e sull’industria edilizia, a spese dei cittadini!
Dunque i cittadini svizzeri hanno deciso che per adesso tutto rimane immutato, che si tratti di pensioni o di biodiversità, l’unica cosa che rimane fare è il cambio stagione!
Redazione La Pagina