L’iniziativa ECOPOP è stata un fiasco, restano i privilegi fiscali dei ricchi stranieri e l’oro svizzero non è da salvare. La partecipazione al voto è stata lievemente sotto il 50%
ECOPOP – È letteralmente fallita l’iniziativa popolare “Stop alla sovrappopolazione – sì alla conservazione delle basi naturali della vita”, promossa dall’Associazione ecologia e popolazione (ECOPOP). Gli iniziativisi non sono stati in grado di mobilitare gli elettori e di ribaltare il tenore pre-votazione, che era in generale negativo e riteneva che un “sì” all’iniziativa avesse massicce conseguenze per la Svizzera. Il fronte di contrari è stato ampio: nessuno dei principali partiti l’ha appoggiata e alle Camere aveva ottenuto l’appoggio solo da tre consiglieri nazionali e dall’indipendente Thomas Minder. L’iniziativa ECOPOP aveva lo stesso obiettivo di quella dell’UDC contro l’immigrazione di massa, approvata lo scorso 9 febbraio, e chiedeva un limite massimo fisso all’immigrazione a salvaguardia dell’ambiente. Inoltre il testo imponeva alla Confederazione di investire nella promozione della pianificazione famigliare volontaria con il 10% dei fondi previsti per la cooperazione allo sviluppo. L’iniziativa è stata bocciata da un sonoro 74.1% di contrari e da tutti i cantoni.
La delusione tra i fautori dell’iniziativa è grande, comunque coscienti che la sconfitta era prevedibile. “Era una lotta Davide contro Golia”, ha commentato Andreas Thommen, direttore di ECOPOP, “ma la Svizzera ha perso un’occasione di gettare le basi per uno sviluppo sostenibile”. Un altro motivo per la sconfitta è il lato finanziario, dove gli avversari “avevano 30 volte più mezzi finanziari del comitato promotore”. La vice presidente del comitato ECOPOP, Cornelia Keller, ha lamentato che la “principale discussione nella campagna è stata negata”, intendendo la questione su quanta crescita fosse possibile senza pregiudicare la qualità della vita. Unico lato positivo è la quota del 25.9% che ispira ECOPOP a rimanere in campo sul tema della sovrappopolazione.
Gli oppositori tirano invece un sospiro di sollievo dopo la seconda iniziativa sulla limitazione dell’immigrazione nel 2014. “Una cospicua maggioranza dell’elettorato ha realizzato, quando fosse stata dannosa l’iniziativa”, ha detto Christa Markwalder (PLR), che si è impegnata fortemente contro ECOPOP. Per Andy Tschümperli (PS), il popolo non “vuole una politica radicale sull’immigrazione”, mentre Nadja Pieren (UDC) ricorda l’importanza di “attuare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, controllandola tramite i contingenti”. Per i sindacati si sono evitati “una rottura con l’UE e una cancellazione di posti di lavoro” e per l’Unione svizzera degli imprenditori è “una scelta ragionevole, perché non compromette la competitività della Svizzera”. Il ministro di giustizia e polizia, Simonetta Sommaruga ha espresso soddisfazione che gli elettori abbiano seguito il governo. “L’iniziativa non avrebbe risolto alcun problema di ordine ecologico ma causato gravi danni alla Svizzera”. Il chiaro verdetto non cambierà comunque l’applicazione dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”. Il progetto di applicazione andrà in consultazione entro gennaio, ha assicurato Sommaruga.
ORO – La politica e la strategia della Banca nazionale svizzera (BNS) non sarà ostacolata. L’iniziativa popolare “Salvate l’oro svizzero” è stata chiaramente respinta dal 77.3% dei votanti e da tutti i cantoni. Il testo chiedeva che la BNS non poteva più vendere alcun lingotto d’oro, entro cinque anni doveva detenere una quota d’oro del 20% dei suoi attivi e infine tutte le riserve d’oro dovevano essere conservate in Svizzera. L’iniziativa ha convinto soltanto il 22.7% dei votanti della necessità di obbligare la BNS a potenziare massicciamente le sue riserve auree. Il comitato contrario ha dichiarato che il “no” è il segno che “i cittadini svizzeri hanno fiducia nella BNS, che negli ultimi tre anni ha dimostrato la sua competenza in politica monetaria”. L’organizzazione degli imprenditori Economiesuisse, vede la bocciatura dell’iniziativa come un bene per l’economia ed elogia gli interventi della BNS (ad esempio l’introduzione del tasso minimo di cambio), che hanno permesso alla Svizzera di superare la crisi finanziaria. L’elogio è condiviso anche dal ministro delle finanze, Eveline Widmer-Schlumpf: “La credibilità della politica monetaria e il controllo del corso del franco svizzero per garantirne la stabilità non sono assicurati dall’oro”.
Delusi e sorpresi dal risultato i promotori della destra conservatrice, il deputato Luzi Stamm, Lukas Reimann e l’ex deputato Ulrich Schlüer, che quattro anni fa hanno lanciato l’iniziativa, hanno accettato la sconfitta e dichiarato che dopo il chiaro risultato dei cittadini svizzeri, non c’è più motivo per altre simili iniziative. La spiegazione della netta sconfitta Stamm la trova nel “ruolo attivo che la BNS ha avuto nella campagna del voto”. Comunque per il deputato UDC lanciare l’iniziativa non è stato un errore perché ha avuto il merito di costringere la BNS a comunicare dove si trovano le riserve auree.
PRIVILEGI FISCALI – Ai ricchi contribuenti stranieri senza attività lucrativa in Svizzera restano i forfait fiscali. L’iniziativa popolare “Basta ai privilegi fiscali dei milionari” che chiedeva di abolire completamente l’imposizione secondo il dispendio è stata respinta dal 59.2% dei votanti e soltanto il canton Sciaffusa l’ha approvata. Sono stati i cantoni latini e alpini che detengono la maggior parte dei beneficiari di forfait fiscali ha votare contro con un tasso sopra la media, ad esempio il canton Vaud, primatista del forfait fiscale, con il 69% . Dunque l’imposizione forfettaria non sarà abolita a livello nazionale perché “corrisponde a una competenza federalistica”, come ha spiegato con soddisfazione l’esito del voto Widmer-Schlumpf. Saranno i cantoni a decidere autonomamente come tassare i ricchi stranieri. Il “no” si spiega anche con l’inasprimento delle condizioni per beneficiare di favori fiscali e l’aumento della base di calcolo, che entreranno in vigore dal 2016. Il ministro non teme neanche pressioni internazionali, fintanto che altri paesi continueranno a praticare questo sistema.
Per i promotori dell’iniziativa, che hanno fatto dell’etica il tema della loro battaglia, ritenendo che l’imposizione secondo il dispendio viola il principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini, è stato un duro colpo. Nonostante la sconfitta, il comitato ha sottolineato gli aspetti positivi e ha dichiarato che la fine dei privilegi fiscali è solo rinviata . Secondo il parlamentare zurighese Markus Bischoff di LaSinitra, “il 40% di consensi è un risultato di tutto rispetto”. Ciò significa che “siamo riusciti a portare il tema dell’equità fiscale a livello nazionale” ha aggiunto. Si aspettava la vittoria Andy Tschümperlin (PS), rimasto deluso dal risultato. “L’argomento del federalismo ha aiutato gli avversari”, ha ammesso. Il partito socialista non si arrende, ricordando come in cinque cantoni l’imposizione forfettaria sia stata abolita e per questo in futuro saranno lanciate altre iniziative per l’equità fiscale.