Un altro passo importante per diminuire la produzione di rifiuti
Dal 10 ottobre scorso è in vigore un nuovo regolamento del Ministero dell’Ambiente sul vuoto a rendere che riguarda le bottiglie di plastica e di vetro che, una volta svuotate, potranno essere restituite e avere indietro una ‘cauzione’ compresa tra i 5 e i 30 centesimi di euro.
Un concreto passo avanti sulla strada del riciclo che riporta alla prassi consolidata già negli anni ottanta, quando la pratica del vuoto a rendere era molto diffusa. Per l’effettiva applicazione della misura si dovrà però aspettare la fine di gennaio del prossimo anno, quando saranno trascorsi 120 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, avvenuta il 25 settembre.
L’obiettivo della misura è sensibilizzare i consumatori sull’importanza del riciclo che consente di diminuire la produzione dei rifiuti di imballaggio monouso attraverso l’introduzione, su base volontaria per un anno, di un sistema di restituzione di bottiglie riutilizzabili: gli stessi contenitori (bottiglie più resistenti in vetro, plastica o altri materiali), potranno essere riutilizzati oltre dieci volte prima di divenire scarto. Si vuole sollecitare le persone a riflettere sul valore di un imballaggio che non può più essere un contenitore temporaneo destinato a diventare spazzatura.
Nello specifico per il momento il provvedimento interesserà solo alcune tipologie di contenitori: bottiglie di acqua minerale e birra ‘serviti al pubblico’, in plastica, vetro o altro materiale e di volume compreso tra 200 ml e 1,5 litri; il valore della cauzione sarà correlato al volume dell’imballaggio.
Dal punto di vista dei materiali impiegati, si dovrà passare a bottiglie di vetro e plastica leggermente più spesse rispetto alle attuali per consentire il riutilizzo senza comprometterne la funzionalità o la sicurezza. Per contro, i contenitori saranno recuperati con un processo di sterilizzazione che richiede il 60% di energia in meno rispetto a quella necessaria alla creazione di un nuovo imballaggio.
I negozi che decideranno di aderire alla fase sperimentale del sistema del ‘vuoto a rendere’ saranno identificabili grazie ad un logo, un’etichetta green che andrà posizionata in maniera ben visibile all’ingresso degli stessi esercizi, che siano ristoranti, alberghi, bar, negozi di alimentari o altro.
Gli aderenti saranno pubblicamente elencati in un registro pubblicato sul sito del Ministero aggiornato con cadenza mensile.
“Un Paese proiettato nell’economia circolare come l’Italia non può che guardare con interesse ad una pratica come il vuoto a rendere, già diffusa con successo in altri Paesi. Questo decreto dà la possibilità a consumatori e imprese di scoprire una buona pratica che aiuta l’ambiente, produce meno rifiuti e fa risparmiare soldi”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Il nostro Paese è in ritardo rispetto a molti altri europei decisamente più efficienti: in Germania, ad esempio, la pratica del vuoto a rendere esiste da oltre 10 anni e stando agli studi dell’Ufficio Federale dell’Ambiente tedesco, le bottiglie con vuoto a rendere inquinano decisamente meno dei contenitori usa e getta e il trasporto necessario per i vuoti non incide sulla valutazione complessiva.
Grande soddisfazione per Stefano Vignaroli, esponente del Movimento 5 Stelle e promotore dell’iniziativa, che ha sottolineato che “gli utenti non dovranno fare nulla, se non assicurarsi che il negozio che scelgono aderisca all’iniziativa”.
foto: Ansa