Si dice che non tutti i mali vengano per nuocere. E la storia che vi raccontiamo lo conferma. La crisi borsistica del 1929 e il seguente periodo della cosiddetta Grande Depressione gettarono sul lastrico molte economie e altrettante famiglie. Ma contemporaneamente portarono l’industria a riflettere. E riposizionarsi: in termini di prodotto, pubblico e prezzo di vendita. Basta con gli eccessi. Il mercato è fatto di numeri, di economie di scala, di prodotti affidabili. Da vendere ad un costo ragionevole. Ad un pubblico disposto a pagare il giusto. Perché il denaro si trasformi in valore da conservare nel tempo. È questa la intuizione che nel 1938 portò alla nascita di uno dei mezzi più popolari della storia dell’automobile: il Maggiolino Volkswagen che lo scorso 10 luglio ha annunciato la fine della produzione. Ma fine per modo di dire, come vedremo. Progettata come auto per il popolo, nel secondo dopoguerra diventa simbolo della rinascita economica. È l’auto dei padri di famiglia. Solida, robusta, di semplice manutenzione, da acquistare con rate interminabili. Nel giro di un decennio, negli anni Sessanta, l’auto dei padri passa ai
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