Il 45° incontro annuale del World economic forum (WEF) è stato dedicato al “Nuovo contesto globale”
Dal 21 al 24 gennaio il Palazzo dei congressi di Davos è stato piattaforma di dialogo per 40 capi di stato e di governo, per oltre 2500 delegati, rappresentanti dell’economia, della politica e della società. Un record. I partecipanti si sono confrontati su temi come le turbolenze finanziarie, i conflitti geopolitici, l’allarme del terrorismo oltre ad altre sfide complesse. Anche dopo il 2015 il successo del WEF resta intatto. La località grigionese è uno dei pochi luoghi che permette ai potenti del mondo di incontrarsi. Anche se a Davos non si prendono decisioni, esse sono almeno preparate e a prescindere è un appuntamento da non perdere.
Ad aprire i lavori è toccato alla presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, che ha lanciato messaggi chiari contro un certo modo di interpretare la globalizzazione. La caratteristica del titolo dell’incontro “Il nuovo contesto globale” Sommaruga l’ha riassunta in una parola: “Incertezza”. Parola che non si riferisce soltanto alle crisi o ai conflitti attuali, ma anche al sentimento che la globalizzazione genera nelle fasce di persone che “devono convivere con difficoltà e poche speranze”. Sommaruga ha lanciato un forte appello ai dirigenti dell’economia e al mondo politico: “Molti cittadini hanno difficoltà a identificarsi con un’economia di queste dimensioni e molti leader non hanno risposto alle loro preoccupazioni o all’incertezza generata dalla globalizzazione”. Servono imprenditori capaci di fare soldi, ma non solo, ha aggiunto. Nello stesso tempo devono dare delle possibilità e delle prospettive anche agli altri, perché “un mondo nel quale emergono solo i più performanti è un mondo instabile e pericoloso”. L’obiettivo auspicato da Sommaruga è che i cittadini ritrovino la fiducia nel sistema.
Il WEF ha comunque permesso alla Svizzera di portare avanti anche i suoi interessi economici e politici. In un incontro avvenuto nel primo giorno del WEF, Cina e Svizzera hanno ampliato le loro relazioni economiche. Il governo elvetico ha approvato gli sforzi di insediamento delle banche cinesi in Svizzera sostenendo il processo di internalizzazione della valuta cinese, il Renminbi (RMB), con l’obiettivo di tenere conto delle crescenti esigenze delle imprese svizzere e cinesi nel settore finanziario. La consigliera federale Widmer‑Schlumpf approfondirà la cooperazione con la Cina a Pechino a inizio febbraio.
Di attualità e occasione di colloqui anche le relazioni sempre complesse tra Svizzera e Unione Europea (UE). A quasi un anno dal voto sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa, il consigliere federale Didier Burkhalter ha incontrato il vice ministro della Commissione europea Jyrki Katainen per discutere sugli accordi della libera circolazione delle persone. Secondo Burkhlater “c’è molta più comprensione nella nuova commissione europea”, ma la questione è complicata, perché bisogna lavorare presso i 28 membri dell’UE. Gli spiragli per una rinegoziazione restano dunque stretti e la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente dopo l’abbondono del cambio minimo franco-euro.
Per quando riguarda la sicurezza, all’ombra degli attentati di Parigi il Forum è stato blindato da un dispositivo rafforzato rispetto agli scorsi anni e composto da agenti di polizia provenienti da altri cantoni. Il bilancio dell’edizione 2015 è stato alla fine positivo, come hanno indicato le autorità grigionesi. Nessun incidente ha macchiato il lavoro degli agenti e tutto si è svolto nella calma. Da notare che l’opposizione e le manifestazioni anti-WEF negli anni si sono assottigliati. Alla manifestazione di chiusura erano presenti solo una cinquantina di persone che hanno voluto esprimere il proprio dissenso.