Il punto della situazione dalla vista di Amnesty International
“Vi sono ampie prove che trasferimenti irresponsabili di armi alla coalizione a guida saudita hanno causato danni enormi alla popolazione civile yemenita. Ma questo non ha indotto Usa, Regno Unito e altri paesi – tra cui
Francia, Italia e Spagna – a porre fine alle loro sistematiche forniture, del valore di miliardi di dollari, che hanno devastato le vite civili facendosi beffe del Trattato globale sul commercio delle armi”.
Queste sono le parole di Lynn Maalouf, direttrice di Amnesty International per le ricerche sul Medio Oriente, che fa il bilancio dei primi tre anni della campagna militare condotta dalla coalizione a guida saudita contro il gruppo armato huthi in Yemen.
“Tre anni dopo, il conflitto dello Yemen non dà segni di regressione e tutte le parti continuano a infliggere orribili sofferenze alla popolazione civile. Scuole e ospedali sono in macerie, centinaia di persone hanno perso la vita e milioni sono gli sfollati con un disperato bisogno di aiuti umanitari”, ha dichiarato Lynn Maalouf.
Dal 25 marzo 2015, giorno in cui è iniziata la campagna militare della coalizione a guida saudita, abbiamo registrato violazioni del diritto internazionale umanitario da parte di tutti i partecipanti al confitto, sottolinea Amnesty International.
Secondo dati forniti nel febbraio 2018 dall’Ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, dal marzo 2015 in Yemen sono stati uccisi almeno 5.974 civili e ne sono stati feriti altri 9.493.
L’Ufficio per il coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) ha dichiarato che oltre 20 milioni di persone, ossia l’80% della popolazione yemenita, hanno bisogno di aiuti umanitari.
In questi anni, si legge nel rapporto, il gruppo armato huthi e le forze anti-huthi hanno effettuato lanci indiscriminati di armi esplosive contro i centri abitati, causando morti e feriti tra i civili. Sotto tiro, in particolare, la città di Ta’iz, colpita da colpi di mortaio e di artiglieria a gennaio e febbraio del 2018.
Nella capitale Sana’a e in altre zone sotto il loro controllo, gli huthi e i loro alleati si sono resi responsabili di arresti arbitrari e imprigionamenti di persone percepite come dissidenti.
Decine di uomini e donne sono stati vittime di sparizioni forzate e molti di loro hanno poi subito pesanti condanne al termine di processi gravemente irregolari.
Inoltre, secondo Amnesty International, lo Yemen sta affrontando una delle più grandi crisi umanitarie al mondo: almeno 22,2 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria ed è stato registrato oltre un milione di casi di colera.
Questa crisi è un risultato delle azioni umane e di una guerra in cui le parti in conflitto hanno impedito l’arrivo degli aiuti umanitari.
In un rapporto, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha affermato che i profughi interni sono più di due milioni.
In uno sviluppo positivo, nel settembre 2017 il Consiglio Onu dei diritti umani ha approvato una risoluzione che chiede a un gruppo di esperti di indagare sulle violazioni commesse da tutte le parti coinvolte nel conflitto dello Yemen e di identificarne ove possibile i responsabili.
foto: Ansa