Che il presidente dell’Ucraina fosse affine allo show non è una novità, visto il passato glorioso sotto i riflettori, ma con il tour che lo ha visto impegnato in questi giorni, quello che c’è in ballo è ben più che la conferma della fama personale. Si tratta delle sorti di una Nazione intera, si tratta della vita di un popolo, di donne, bambini e uomini che subiscono una guerra. Non solo, quello che c’è in ballo sono anche le sorti del concetto di democrazia, di libertà e perfino di pace mondiale. In questo viaggio Zelensky mette in mostra le proprie capacità di condottiero di una Nazione, ma mette in pericolo anche l’equilibrio mondiale sempre più instabile.
Il tour di Zelensky in Europa, che ufficialmente ha lo scopo di promuovere e accelerare l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, ma anche ribadire la richiesta dell’appoggio militare dell’Europa, nonché dell’aumento delle sanzioni Europee nei confronti della Russia, mette in evidenza una grande discrepanza all’interno della maggioranza del Governo italiano.
Roma è stata la capitale europea che ha aperto il tour del Presidente ucraino, atterrato in territorio italiano nella mattina di sabato 13 maggio e accolto dal ministro degli esteri Tajani. Zelensky ha prima incontrato il Capo di Stato Sergio Mattarella e dopo questo “bellissimo incontro” – come è stato descritto dallo stesso Zelensky – è stata la volta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha ribadito il supporto incondizionato dell’Italia all’Ucraina, in nome della democrazia e della libertà dell’Ucraina e dell’Europa. Subito dopo si è svolto un incontro, meno entusiasmante forse, con Papa Francesco della durata di 40 minuti al seguito del quale è stato rilasciato uno scarno comunicato stampa dove era menzionata la «necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione». Conclusa la visita italiana ricca di incontri e di dichiarazioni di sostegno all’Ucraina e di denuncia all’invasione russa, Zelensky ha continuato il tour presso Berlino, Parigi e Londra, dove fa ancora il pieno di supporto militare, intanto rimane ben in vista un buco non colmato durante la visita italiana: dove era Matteo Salvini durante la permanenza di Zelensky a Roma?
“Non è vero che non ho voluto incontrare Matteo Salvini, lo incontrerei con piacere”, ha detto il leader ucraino nel suo intervento a Porta a Porta. Parlando con i giornalisti il giorno dell’arrivo del Presidente ucraino in Italia, anche Salvini ha riferito che avrebbe anche incontrato Zelensky, ma l’incontro di fatto non è avvenuto. Sarà mica perché Salvini è inciampato in quella sua posizione un tantino filorusso che lo ha contraddistinto da sempre? Sarà forse perché non aveva la felpa eloquente da sfoggiare per l’occasione? Oppure sarà per il parere fortemente contrario della Lega all’invio armi all’Ucraina? Mal pensanti, il motivo dell’assenza di Salvini è “perché non sono né premier né il ministro degli esteri” ha spiegato candidamente il leader della Lega, “io mi occupo di lavori pubblici”.
Quello che si è notato, però, non è stata l’assenza del ministro delle infrastrutture italiane, ma l’assenza del vicepremier italiano al fianco della presidente del Consiglio e di una maggioranza che forse non è così coesa come invece cerca di apparire.
Redazione La Pagina