Renato Zero ha scelto Acireale, la splendida cittadina siciliana, per dare l’avvio, il 16 ottobre scorso, al suo nuovo tour che, confermando le previsioni dei pronostici, si è rivelato un successo, facendo registrare il tutto esaurito in quasi tutte le tappe previste: è quasi impossibile, infatti, trovare i biglietti per i prossimi appuntamenti, come quello al Palalottomatica di Roma, dal 13 al 17 novembre, il 21 e i1 22 dicembre.
Lasciato in stand-by l’istrionico Renato con piume e paillettes, l’artista romano propone un concerto che è un vero e proprio spettacolo, lontano dalle sue vecchie performances e dai travestimenti un po’ pittoreschi. Un look rinnovato, più “sobrio”, per lasciare spazio unicamente alle sperimentazioni musicali: «È vero, in questo spettacolo sono meno trasgressivo, più serio. Sono sceso nella cantina della memoria a rovistare, a recuperare certe sfumature sacrificate».
E, commentando i vestiti che indossa durante lo spettacolo, continua, confermando il suo spirito di sempre: «I costumi ci vogliono, il calendario preme, bisogna fare bella figura e mica si può fare sempre una scarpa e una ciavatta. Visto quello rosso? È contro il malocchio».
Particolari gli effetti che hanno accompagnato le performances dell’artista, completamente a suo agio su un palco dominato da sapienti giochi di luci e colori e suggestive immagini proiettate alle spalle dell’orchestra diretta dal maestro Renato Serio.
Accantonati i sollazzi del passato, Zeronove si rivela dunque un concerto “austero, sobrio”, imperniato quasi esclusivamente sulla musica e sullo studio della voce. La scaletta, forse un po’ a sorpresa, risalta per l’assenza dei grandi successi; l’apertura (dopo il ricordo delle vittime di Messina) è affidata all’intimistica “Vivo”, del lontano 1977, ma è solo una delle pochissime concessioni al passato: sono assenti, infatti, i classici di sempre, come “Il Cielo”, “Cercami”, “Amico”, “Più Su”, “Il Triangolo”, “Magari” (sempre presente, quest’ultima, negli utimi concerti).
A ‘placare’ i nostalgici del “vecchio Renato” solo pochi vecchi brani rivisitati, come “Inventi”, “Salvami” e “I migliori anni della nostra vita”.
La chiusura dello spettacolo, dopo la nevicata in tema natalizio sulle note di “Buon Natale” è accompgnata da un brindisi e da un inedito, “Gli unici”, un testo commovente che, sulla scia della filosofia esistenziale in puro ‘stile Renato’, riflette sul tempo che passa.
Quasi l’intero spettacolo è costruito dunque sui pezzi tratti dall’ultimo album di Zero, “Presente”.
Uscito lo scorso marzo, l’album ha venduto circa 300 mila copie, è triplo disco di platino e i testi in esso presenti hanno avuto un grandioso riscontro di pubblico, quasi al pari delle sue raccolte più celebri. Con “Presente” Renato Zero ha voluto percorrere per primo la strada di una progettazione artistica e commerciale completa senza la mediazione di una tradizionale casa discografica. Zero lancia così il ‘self made disco’ e dopo il divorzio con la Sony sceglie di non affidarsi ad alcuna casa musicale.
Isabella La Rocca