Nella giornata dedicata all’autismo i monumenti più importanti si colorano di blu. In Svizzera si accende la speranza!
Dall’Empire State Building di New York al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, la Tower Bridge di Londra, la grande piramide di Giza in Egitto, e ancora la torre della centrale termica del Ticino e tantissimi monumenti italiani: il mondo si fa blu per un giorno, per accendere la consapevolezza e per ‘far luce’ negli uomini nel giorno della XI Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, indetta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007. Con questa campagna conosciuta come “Light it up blue” si vuole promuovere la ricerca e contrastare le discriminazioni e l’isolamento delle persone malate.
È appena trascorso il 2 aprile, giorno mondiale dedicato all’autismo, questo “mostro” invisibile, che sembra rubare le anime e invece le nasconde solamente. Le persone colpite dalla sindrome dello spettro autistico hanno a che fare con un deficit nell’interazione, nella comunicazione sociale e da comportamenti ripetitivi e interessi ristretti.
Non è ancora chiaro da cosa sia provocata, è imputata a fattori genetici ma pure biologici e chimici esterni, purtroppo però le cause non sono ancora chiare. Dalle ultime stime degli Stati Uniti, un bambino su 68 soffre di sindrome dello spettro autistico, un dato cresciuto di 10 volte negli ultimi 40 anni. In Italia invece l’autismo colpisce circa 300-500mila persone, pari all’1% dei nati. In Svizzera sono circa 50 mila le persone che devono confrontarsi con questo disturbo che non riguarda solo bambini.
Vi sono tanti adulti che devono far fronte, non solo ai disturbi della malattia, ma anche al fatto che i progetti e le iniziative sono per lo più rivolte ai più piccoli. Il tema specifico dell’edizione di quest’anno è stato proprio questo: il bisogno di una maggiore integrazione degli adulti con autismo. Infatti, spesso questo aspetto rimane a carico delle famiglie che da sole non possono provvedere a tutto il necessario e neanche per sempre.
L’inclusione socio-lavorativa delle persone adulte con autismo è uno degli aspetti che le associazioni vogliono denunciare, infatti, anche se iniziano a farsi strada i primi progetti che mirano proprio ad un’integrazione anche sul piano lavorativo, gli esempi sono ancora limitati, occorre fare ancora di più. Dal punto di vista medico, invece, anche se ancora non esiste una cura, alcune speranze arrivano proprio dalla Svizzera, dove un farmaco della Roche ha ottenuto la designazione di “terapia innovativa” da parte della Fda, l’agenzia americana dei medicamenti. Pare che il Balovaptan, è questo il nome del farmaco, migliori le interazioni sociali delle persone affette da disturbi dello spettro autistico, ed è stato approvato in virtù dei risultati del test su 223 adulti, mentre è ancora in corso quello sugli adolescenti e sui bambini.
Se venisse approvato il farmaco sarebbe il primo con il via libera dell’Fda per il trattamento dei sintomi “sociali” dell’autismo. I test successivi, necessari per l’approvazione e l’autorizzazione del farmaco, sono previsti per la metà del 2018. “Non vediamo l’ora – sottolinea l’azienda in un comunicato – di lavorare con l’Fda per portare questo farmaco ai pazienti il più in fretta possibile”.