Con la sospensione del Trattato di Schengen è entrata nel vivo l’operazione sicurezza per il G8 dell’8-10 luglio a L’Aquila. Un dispositivo in cui saranno impegnati in tutta Italia non meno di 15.000 unità delle forze dell’ordine con l’obiettivo di garantire la massima tutela per la ventina di capi di Stato e di Governo, accompagnati da altrettante delegazioni, ospiti per pochi giorni nel Belpaese.
Decisa anche la sospensione delle ferie per i poliziotti in questo delicato periodo.
Fino al 15 luglio, dunque, chiunque entri o esca dall’Italia dovrà presentare un documento di identità valido. Per facilitare le operazioni e consentire le verifiche, una circolare della direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere ha disposto l’invio di 100 specialisti di rinforzo negli aeroporti e negli altri varchi di frontiera, quelli navali e terrestri.
Per il precedente – poco felice – G8 di Genova del 2001, i controlli alle frontiere furono ripristinati per una settimana, dal 14 al 21 luglio. Con scarsi risultati visto poi gli scontri che hanno avuto per protagonisti tanti black bloc arrivati dall’estero.
Da qui la decisione di allungare a 18 giorni il periodo di stop al Trattato. Il 7 luglio, vigilia del vertice, è il giorno in cui è previsto l’arrivo dei sette capi di Stato a Roma.
Faranno scalo in tre aeroporti della Capitale (Fiumicino, Ciampino e Pratica di Mare) o in quello di Pescara. Di lì, presumibilmente in elicottero, avverrà il trasferimento a L’Aquila, con atterraggio nell’aeroporto di Preturo. Ma parte delle delegazioni viaggerà sull’autostrada Roma-L’Aquila, che sarà sorvegliata speciale in quei giorni. Posti di blocco e presidi delle forze dell’ordine assicureranno che i viaggi lungo l’arteria avvengano senza problemi.
Naturalmente, Roma e L’Aquila saranno blindate. Non solo; probabilmente una circolare dei vertici dell’ordine pubblico inviterà questori e prefetti ad innalzare la guardia sugli obiettivi sensibili di tutto il territorio nazionale.
Sarà una caserma della Guardia di finanza ad ospitare il G8. Un complesso, quello di Coppito, periferia aquilana, che offre ampie garanzie di sicurezza. Le mura perimetrali della Scuola si snodano infatti per oltre due chilometri e racchiudono un’area di circa 45 ettari. Nella cittadella militare è stata anche trasferita la prefettura del capoluogo abruzzese. In queste ultime settimane si è lavorato alacremente per migliorare ulteriormente gli standard di sicurezza della Scuola, raccogliendo anche le richieste delle delegazioni straniere che hanno visitato la struttura.
In particolare, la delegazione americana ha insistito molto sull’approntamento di un piano di evacuazione in caso di sisma, anche se il capo della Protezione civile ha assicurato che il complesso è in grado di reggere a tutti i terremoti verificatisi finora nell’area. Così, in caso di forti scosse, è comunque pronto il piano per evacuare rapidamente i leader mondiali facendoli salire sugli elicotteri; nel compound delle Fiamme Gialle sono infatti in funzione due eliporti più il vicino scalo di Preturo.
A seconda dell’intensità delle scosse, come hanno chiesto gli americani, saranno previsti differenti piani di evacuazione.
Ed un adeguato cordone di sorveglianza è stato predisposto al di fuori delle mura per evitare intrusioni ed azioni dimostrative. Dentro, spazio per 25 persone per ogni delegazione, più gli uomini della sicurezza, con il Secret Service Usa in prima linea per proteggere il presidente Barack Obama. E tranquillità sarà assicurata al vertice anche dall’alto, tramite uno scudo aereo sul modello di quello predisposto per la prima volta in occasione del summit Nato-Russia svoltosi nel 2002 a Pratica di Mare.
Nei prossimi giorni verrà definito dall’Aeronautica Militare il complesso sistema di difesa aerea che prevederà l’emissione di “notam” (disposizioni) per la regolamentazione stretta dello spazio aereo: sarà previsto un cerchio di dimensioni poco ampie nel quale potranno entrare solo gli aerei che trasportano le personalità che prenderanno parte al vertice.
Caccia saranno pronti a partire in pochi minuti per intercettare eventuali velivoli non ammessi.
Voleranno anche elicotteri HH3F ed aerei MB339, in assetto “Slow mover interceptor” (Smi), in grado cioè di intercettare velivoli che si muovono troppo lentamente per essere efficacemente contrastati dai caccia: alianti, piccoli aerei da turismo, ultraleggeri, deltaplani a motore.
Particolare attenzione verrà poi dedicata alle aviosuperfici ed ai campi volo; queste strutture saranno controllate e presidiate per evitare che decollino ultraleggeri, minaccia molto sensibile.