L’intervento su un’agenzia di stampa romana di EmiliaSina Margelisch, presidente del circolo PD Zurigo, che va giù duro contro l’insegnante precario e sindacalista Francesco Torellini, anticipa con straordinaria tempestività una buona notizia per i tanti insegnanti “supplenti” di Zurigo, senza stipendio da settembre 2011: quei sei mesi di stipendi arretrati da precari gli saranno presto pagati! Peccato che l’intervento pepato e a volte semplicemente offensivo, di Sina Margelisch presenti in modo distorto la situazione sindacale a Zurigo nel settore delle cosiddette “iniziative scolastiche” dello Stato italiano all’estero.
Tanto che quell’intervento appare per quello che è, una chiara operazion di disinformazione. Se l’autrice dell’articolo avesse voluto affrontare davvero i problemi che l’Ufficio scuola del Consolato si trova a gestire, si sarebbe resa conto che il collegio dei docenti dei corsi di lingua e cultura italiana della circoscrizione consolare di Zurigo (parlo del contingente ministeriale, cioè il nerbo del sistema scolastico italiano all’estero) è composto per piu’ della metà da supplenti, cioè da lavoratori precari, con contratti annuali da settembre a luglio, con stipendi sensibilmente inferiori a quelli dei colleghi di ruolo che svolgono le stesse identiche funzioni. Infatti i supplenti sono usati sistematicamente come indispensabili tappabuchi ad ogni inizio di anno scolastico. Lo sanno bene le famiglie degli alunni che meriterebbero maggior rispetto, insieme ai precari che stanno cercando di portare avanti l’anno scolastico in condizioni disumane. E questa anomalia va avanti ormai da anni, senza che nessuno (partiti e sindacati, che si svegliano solo in tempo di elezioni) abbia mai trovato niente da eccepire. L’Amministrazione ha fatto funzionare i corsi grazie al lavoro misconosciuto degli insegnanti precari. E infine, dall’inizio del 2011, questi supplenti in missione in Svizzera hanno tirato avanti senza il regolare stipendio, bensì con acconti concessi dal Consolato (però solo su richiesta del singolo lavoratore! e in franchi svizzeri, da restituire in euro!). Ma tutto questo non ha nessuna importanza per le forze politiche e sindacali che pure sventolano, quando gli torna utile (cioè spesso), altisonanti benemerenze in ambito di italianità, di scuola, di cultura! A fronte dei gravissimi problemi del settore e della sua amministrazione, non trovano di meglio che accusare questo o quel supplente di non esibire un certificato di conoscenza della lingua tedesca. Se è logico che la Bildungsdirektion del Cantone di Zurigo richieda una conoscenza linguistica, è anche logico che un supplente possa sollevare fondate obiezioni sulla base della normativa italiana e del suo status di lavoratore a tempo determinato e flessibile. Infatti dal 2001 il personale supplente non è vincolato a un’area linguistica, contrariamente a quello di ruolo. Ma torniamo al punto centrale. I supplenti non solo sono stati sfruttati. Alla prima occasione sono stati loro accollati l’onta di non sapere il tedesco (anche quando erano comunque plurilingui) e l’onere di attrezzarsi. Paradossalmente, la Bildungsdirektion è stata più ragionevole dell’Amministrazione italiana, e ha concesso al supplente un paio d’anni per studiare la lingua (a sue spese). L’Amministrazione italiana, invece, che ben sapeva che la graduatoria dell’area linguistica tedesca va subito esaurita, non ha trovato soluzioni intelligenti né nei confronti, autorevolmente, della controparte svizzera, né nei confronti degli insegnanti precari (per esempio stabilizzandoli per quanto possibile laddove se ne presentava la concreta necessità). Si è spesso perso del tempo in progettini del tutto inutili ma mai si è voluto tutelare il diritto dei genitori ad avere docenti stabili e il diritto dei docenti ad essere stabilizzati e pagati. E chi ha cercato di farlo è rimasto isolato. Come Torellini e come me – che, a suo tempo, sono stato delegato sindacale della FLC-CGIL, e che con Torellini ho cercato di fare attività prettamente sindacale, cioè a tutela dei diritti dei lavoratori, in particolare precari (un sindacalismo di cui in genere i partiti e i sindacati maggiori hanno perso memoria).Per esempio, non viene mai ricordato che è stato il sindacalista Torellini a far riconoscere il diritto dell’insegnante supplente residente in Svizzera – secondo la normativa italiana ed europea – a chiedere il versamento dei contributi nel Paese in cui risiede. Ma questo, evidentemente, non è rilevante per sottilissime strategie del sindacalismo attuale. Quindi mi permetto di invitare chi prende la parola su questi temi a una maggiore onestà e intelligenza nel merito, se possibile, nel riferire sull’operato di insegnanti che si prodigano quotidianamente in situazioni difficili. E a parlare di problemi veri, di condizioni di lavoro, di una struttura scolastica scippata agli insegnanti e merce di scambio nelle mani del sottobosco della politica. Se poi,il girare la frittata, aveva l’intento di tutelare gli insegnanti degli enti Gestori, mi sembra che costoro si debbano trovare un buon rappresentate Sindacale e lasciar perder il PD di Zurigo.
Lorenzo Perrona
(ricercatore, saggista e insegnante di ruolo in Italia. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Section d’Italien dell’Università di Losanna. )