La signora Murada e suo marito sono in Svizzera da tanto tempo, ci hanno invitati a visitarli a casa loro a Seuzach, con un caffè italiano e un pezzo di Schwarzäldertorte e ci hanno raccontato la loro storia…
Ci racconti chi è…
Mi chiamo Elda Murada, ho 66 anni e sono tanti anni che sono in Svizzera, vengo dalla provincia di Roma. Ho conosciuto mio marito a Roma, ma lui non è delle mie parti. Lui viene dal nord, era venuto giù con un suo amico. Il destino ci ha fatto incontrare. Lui stava già in Svizzera, è venuto qui a 16 anni perché suo zio lavorava qui. Quindi sono venuta anch’io. A dire il vero, però, un po’ ero entusiasta e un po’ anche triste. La Svizzera, comunque, mi è subito piaciuta. I tempi erano diversi, anche perché era il periodo dopo la guerra, ci sono tanti che dicono che non avevamo giocattoli, non è vero, io li avevo, avevo anche i libri. Non vivevamo nell’oro ma non eravamo neanche poveri. In Svizzera stavo meglio, anzi stavamo benissimo e, come si vede, ci sto ancora benissimo. Sono contenta di avere amici e conoscenti qui, perché tutta la nostra famiglia sta in Italia. Adesso scendiamo in Italia ogni anno e ci restiamo tutta l’estate, prima ci andavamo ogni due o tre anni. Io il tedesco lo parlo a modo mio, non lo parlo molto bene ma mi faccio capire e capisco pure gli altri. Per le tasse e per la banca ho le mie conoscenze, il nostro medico di famiglia viene da Torino, quindi problemi di lingua non ho, me la sono sempre cavata. Viaggiando ho conosciuto una svizzera e quest’ amicizia è rimasta fino ad oggi. Io conosco gente qui che non si sa adeguare, ma, secondo me, siccome siamo venuti qui, ognuno di noi si deve adeguare. Io cerco sempre di non dare fastidio a nessuno. Mi preoccupo che il volume della televisione sia basso, che di notte non facciamo rumore e che tutto sia sempre in ordine, anche nella stanza della lavatrice. Abbondio ha un fratello che ha fatto una camera da letto con le sue mani, mamma mia che bella! A me piacerebbe molto averne una così. Da dove viene lui fanno moltissime e bellissime cose in legno: la cassetta per la posta, i mobili in generale. Dicevano però che anche Abbondio aveva le mani d’oro. C`è chi è portato per gli studi e c`è chi è portato per i lavori manuali.
Prima diceva che la Svizzera è cambiata molto, in che senso la Svizzera è cambiata da ieri a oggi?
Fuori della finestra prima non c’era niente: era prato, era molto bello. Ora invece ci hanno costruito le case, le scuole. La Svizzera non è più così pulita come prima. Io sono stata quasi 40 anni in Svizzera e ho notato questa differenza. Anche sul lavoro era differente: al mio compleanno io portavo una torta e i colleghi mi facevano qualche regalo, accadeva per me e per tutti, invece oggi penso che certe abitudini siano passate di moda. Oggi c`è più invidia, più concorrenza. Io non ho avuto mai problemi, vado d’accordo con tutti. Già mio marito è avvantaggiato rispetto a noi, lui viene dal nord e io dal sud. Negli anni ‘60 è arrivato il boom e ci sono stati cambiamenti, molti italiani si sono sposati con gente del posto, quindi anche gli svizzeri piano piano sono cambiati. Adesso, secondo me, non ti puoi più fidare delle persone come prima, a me alla coop mi hanno fregato già due volte la borsa e l’ombrello. Prima potevo anche lasciare la borsa in giro, nessuno la toccava. Mio marito, che è venuto giovanissimo, questo Paese lo ha visto crescere e cambiare.
Lei ha mai avuto problemi di discriminazione?
No, no, mai! Anzi dico la verità, sono sempre stata accettata. Forse più per il mio carattere, perché mi piace molto, forse troppo, parlare, ma mai per la mia nazionalità. Non sono mai stata discriminata, né l’ho fatto io. La mia famiglia in Italia mi chiede sempre perché non torno in Italia, ora che non lavoro più, ma a me piace vivere in Svizzera, qui ho amici e conoscenti, ci troviamo bene e ci siamo sempre trovati bene. Certamente gli svizzeri sono più chiusi e più discreti, ma questo lo sono anche quelli del nord in Italia, lo noto sempre quando andiamo a far visita alla famiglia di Abbondio. Io là non mi sentivo come giù da noi.
Vuole dire altro ai nostri lettori?
Una cosa che voglio dire a tutti e che è molto importante: io tifo per la Roma! Lo faccio da quando ero bambina. Anche la mia nipotina Emma, che è molto piccola, mi dice: “Te saluto e te ringrazio, forza Roma e abbasso la Lazio”. E’ troppo carino come lo dice lei!
Manuela Salamone