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22 November 2024
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Svizzera

Odore di collusione all’assemblea del CAE, l’Ente gestore dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana.

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Lo scorso 23 marzo si è svolta l’assemblea del Comitato Assistenza Educativa (CAE in un clima di tensione provocato da una manifesta collusione tra alcuni insegnanti CAE e parte dei genitori, evidentemente male informati sul ruolo dell’Ente Gestore e sulle sue funzioni. Tra lo stupore degli addetti ai lavori, che negli ultimi 12 anni vedevano solitamente partecipare all’assemblea solo un ristretto numero di genitori interessati al ruolo del CAE, Ente Gestore dei corsi di lingua italiana, la sala della Missione Cattolica si è insolitamente riempita di una sessantina di genitori. Ma il compiacimento per quella che poteva sembrare una dimostrazione di sincero interesse a comprendere il funzionamento dell’Ente, e a prendere coscienza dei problemi che incombono sul suo funzionamento, ha lasciato presto il posto allo sconcerto. Sin dalle battute iniziali, infatti, è stato chiaro che stava iniziando la rappresentazione di una farsa, la cui sceneggiatura era stata scritta da un manipolo d’insegnanti in totale disprezzo degli elementari obblighi di lealtà verso un Ente con il quale hanno contratto un rapporto di collaborazione con ruoli e responsabilità chiaramente distinti. Sulla ribalta un gruppo di genitori, alla maggior parte dei quali va concesso il beneficio del dubbio sulla consapevolezza dell’abiezione di cui era intriso il copione. Il preludio si è avvertito quando sono venute a cadere tutte le candidature alla presidenza e la scena madre si è raggiunta quando è stata data lettura di una lettera inviata da alcune insegnanti dell’Ente ai genitori dei loro alunni. Il testo che vi proponiamo è esplicito e non richiede commenti.

 

Carissimi genitori, Vi scrivo per mettervi a conoscenza di una notizia non molto positiva. Come ho già accennato a qualche genitore, dal Ministero arrivano sempre meno fondi e il nostro Ente Gestore (CAE) non fa molto per auto sovvenzionarsi e poter sostenere i costi dei corsi di lingua e cultura italiana. Infatti come un fulmine a ciel sereno sono arrivate a noi insegnanti lettere di licenziamento ed i nostri corsi chiuderanno a fi ne marzo 2012 lasciando i ragazzi senza corso, noi insegnanti senza lavoro e senza poter portare a termine la no stra pro grammazio- ne……… La situazione però può ancora cambiare: il 23 marzo ci sarà l’Assemblea generale per votare il nuovo presidente CAE. Noi insegnanti CAE ci siamo date da fare per trovare UN’ALTERNATIVA VALIDA. Abbiamo trovato una signora disposta a candidarsi e inoltre abbiamo trovato alcuni genitori disposti a far parte della nuova giunta CAE . Quello che Vi chiedo e solo un piccolo sforzo: venire all’Assemblea generale del 23 marzo e votare sia la Signora che si candiderà come Presidente sia i genitori che si candideranno come giunta CAE. Solo in questo modo potremo non chiudere i corsi e cambiare finalmente le cose. All’assemblea possono votare tutti i genitori (italiani e non) che hanno i fi gli iscritti nei corsi di lingua e cultura italiana.

Come abbiamo detto in premessa, la lettera è sufficientemente chiara e non richiederebbe commenti. Per poterne comprendere la portata è però necessario conoscere l’antefatto, che vogliamo riepilogare a beneficio di quanti lo ignorano. Il primo elemento di disinformazione contenuto nella lettera, apparentemente marginale ma di fatto sostanziale, consiste nella presunta chiusura dei corsi. Un tale provvedimento non è mai stato preso in considerazione. Il CAE attraversa un momento difficile e, non disponendo di sufficienti risorse finanziarie, ha ritenuto di non aver altra scelta che separarsi, auspicabilmente solo momentaneamente, dai suoi insegnanti accorpando i corsi con quelli svolti dai docenti MAE. La decisione, suc cessiva ad una richiesta di contributo, di soli 50 franchi, inviata ai genitori proprio per prevenire lo sconvolgimento delle lezioni, e dimostratasi poco efficace, non inficia la possibilità degli studenti di proseguire il proprio cammino formativo. La difesa del proprio posto di lavoro è un diritto innegabile e tutti noi, all’occorrenza, ricorreremmo ad ogni azione lecita per salvaguardare un fattore essenziale della dignità personale. Questo non è più il caso quando l’azione comprende il ricorso a menzogne e sotterfugi. Scagliare i genitori degli alunni contro la Giunta CAE e le associazioni rappresentative della collettività italiana, prendendo a pretesto la mancanza di fondi, è indice di scarsissimo senso etico. Le giunte e le associazioni che vi concorrono hanno sempre lavorato in unità d’intenti, e a titolo gratuito, per dare continuità al CAE nonostante le frequenti crisi causate dagli scarsi fondi a disposizione e hanno anche sempre operato a fianco del Dirigente scolastico di turno che, essendo temporaneo, non era sempre a conoscenza della realtà locale e della lunga storia dell’Ente e che, in qualche caso, era anche mosso da predominanti interessi personali. Tutt’altro genere l’attuale Dirigente scuola, Prof. Damiano De Paola, il quale l’attende un lavoro molto delicato di ricostruzione. Come detto, alle precedenti assemblee partecipavano solo pochi genitori desiderosi di collaborare e spesso s’identificavano come membri dell’AGSI (Associazione Genitori Scuola Italiana). Questi, insieme alle associazioni, sono stati sempre partecipi delle decisioni assunte in assemblea. Con il senno del poi si può attribuire all’organo di gestione, forse, la responsabilità di non aver previsto una quota d’iscrizione più consistente, maggiormente adeguata ai costi di gestione.

Però non era mai successo che le insegnanti tentassero di ribaltare i ruoli, passando da dipendenti controllate a controllori, ricorrendo a una campagna di bugie e disinformazione per manovrare i genitori totalmente ignari della realtà della situazione. Una domanda sorge comunque spontanea: quanti sapevano e hanno collaborato a questa ignobile intesa segreta? Forse sarebbe meglio che i genitori si interessino maggiormente alle sorti del CAE, senza farsi condizionare da nessuno, soprattutto da chi ha interessi personali da difendere. Che ognuno ricopra il proprio ruolo e che gli insegnanti facciano quanto compete loro, senza ergersi a detentori della giusta ricetta e della somma verità. Le varie rappresentanze della collettività italiana nel Cantone di Ginevra hanno sempre ben vigilato sui problemi del CAE. Oggi non abbasseranno certo la guardia nella preservazione di un bene comune quale l’Ente Gestore CAE.

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