Non si placano le polemiche sorte in seguito all’accordo raggiunto dalla Svizzera per porre fine alla crisi con la Libia. Il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz ha subìto aspre critiche dopo essersi scusato con la Libia per il provvisorio arresto, nel luglio 2008, a Ginevra, del figlio del leader libico, Hannibal Geddafi e di sua moglie, entrambi accusati di maltrattamento da due domestici.
Sono sorti anche dubbi giuridici sull’accordo, sollevati dalla ministra di giustizia Eveline Widmer-Schlumpf, poiché esso presenterebbe lacune giuridiche. Dubbi, infine, sono sorti anche sul tribunale che dovrà indagare sulla vicenda.
Inoltre, diversi esperti hanno fatto notare che non era di competenza di Merz sottoscrivere l’accordo e che egli ha agito senza un mandato del Consiglio federale. La Costituzione, infatti, non concede alcun potere particolare al presidente della Confederazione. In questa vicenda, non è neppure stato coinvolto il Ministero degli Affari Esteri. Secondo Widmer-Schlumpf, il viaggio di Merz in Libia era necessario, ma “le scuse dovranno essere discusse anche in Consiglio federale”. Oltre che da opinione pubblica, giornali e da diversi politici, Merz è stato duramente criticato dal consiglio di Stato ginevrino, che si è detto “indignato e sbalordito dal carattere improvvisato dell’accordo siglato con la Libia”.
La polizia ginevrina, quando arrestò il figlio di Geddafi, agì nell’ambito delle sue competenze e il governo cantonale non rilevò nulla d’irregolare. È pertanto difficile comprendere perché ci si sia sentiti in dovere di chiedere scusa. Merz si è difeso dalle critiche sostenendo che ciò che gli preme maggiormente è il ritorno dei due cittadini svizzeri trattenuti in Libia da Geddafi da oltre un anno. Il dittatore libico ha promesso di rilasciarli, senza però dire quando. Certo è che l’immagine della Svizzera esce alquanto intaccata da questa vicenda, dalla quale, invece, è emerso un Geddafi arrogante più che mai.
Come presidente dell’Unione africana, egli è certamente abile nel far valere tutto il suo influsso internazionale dovuto al petrolio di cui dispone il suo Paese, al controllo delle organizzazioni estremiste religiose e dei flussi migratori provenienti dall’Africa sub sahariana.
In questa crisi con la Libia, rispetto all’atteggiamento della Svizzera, ci si chiede anche perché nonostante in Svizzera vi siano molte personalità dissidenti nei confronti della dittatura di Geddafi, non è stato dato spazio ad una sola voce libica a lui contraria. Alcuni osservatori hanno fatto notare come la Svizzera si sia ritrovata un po’ troppo isolata in questa vicenda.
Tuttavia, secondo loro, lei stessa sarebbe responsabile di questo isolamento, poiché la rinuncia ad aderire all’Unione europea indebolisce la posizione della Confederazione. Infine, nell’atteggiamento di Merz ha certamente giocato un ruolo importante il fatto che fino all’anno scorso la metà del petrolio consumato in Svizzera provenisse dalla Libia e che nei primi sette mesi del 2009 gli scambi economici tra i due paesi siano crollati drasticamente. Se da una parte le relazioni economiche con la Libia sono state ripristinate, è stato però inflitto un duro colpo allo Stato di diritto elvetico.
Bruno Palamara
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1 commento
Che ne pensate dell’ultima decisione di Gheddafi di proporre alla prossima riunione dell’Assemblea Generale dell’O.N.U. lo smembramento della Confederazione Elvetica per rappresaglia contro l’arresto del figlio reo di avere maltrattato i suoi domestici? Egli peraltro aveva caldeggiato tale ipotesi all’incontro del G8 avuto luogo un mese fa a L’Aquila!
Foti Rodrigo
AGORÁ
Barcellona P.G.