Il 21 dicembre la profezia prevista dal calendario dei Maya si rivelerà una grande balla
Il 21 dicembre si avvicina ma non vi preoccupate: la fine del mondo prevista dal calendario dei Maya non si verificherà. E’ solo un mito. Piuttosto potremmo porci una domanda, in via del tutto teorica: potrebbe succedere per davvero la fine del mondo, magari non il 21 dicembre, ma in altra data? A questa domanda si potrebbe rispondere di sì. La possibilità ci sarebbe, anzi, ci sarebbero, perché in teoria sono più di una, per la precisione quattro.
La fine del mondo potrebbe accadere per l’impatto di un asteroide sulla Terra. E’ già accaduto 65,5 milioni di anni fa, quando un asteroide del diametro di più di dieci km colpì Chicxulub, in Messico, provocando l’estinzione dei dinosauri. Il calcolo delle probabilità dice che la Terra ha la possibilità di essere colpita ogni 100 milioni di anni da un asteroide. Se questo è vero, la preoccupazione sarà attuale fra circa 35 milioni di anni. La scienza dice che le possibilità di salvarsi sono inversamente proporzionali alla grandezza dell’asteroide. Più è grande e meno possibilità ci sono. Resta il fatto che un asteroide con un diametro di meno di 10 km avrebbe effetti devastanti, specie nel raggio di qualche centinaio di km dal punto d’impatto, ma la Terra, alla lunga, sopravvivrebbe. Le possibilità di salvarsi sarebbero, ovviamente, maggiori se ci si trovasse dalla parte opposta al punto dell’impatto. In ogni caso, sarebbe difficile l’arrivo improvviso di un asteroide. La Nasa potrebbe prevederlo con un anticipo di almeno una ventina di anni. Il che significa che l’uomo potrebbe mandare nello spazio un’astronave incontro all’asteroide, magari con testate nucleari, che potrebbe modificare la sua traiettoria qualora fosse accertato l’incontro-scontro con la Terra. Dunque, la fine del mondo per questa causa sarebbe possibile, ma solo teoricamente.
La seconda causa potrebbe essere un Armageddon nucleare. L’abbiamo già sperimentato nel 1945 a Hiroshima e a Nagasaki: nessuno potrebbe sfuggire al proprio destino nel raggio di 500 metri, ma gli effetti successivi all’esplosione sarebbero catastrofici nel raggio di centinaia di km, in seguito al freddo e all’aridità del terreno, oscurato dal Sole. Altrove ci sarebbero incendi e distruzioni nell’agricoltura, nell’habitat naturale. Insomma, con le malattie che ne seguirebbero a distanza di anni e con gli scenari appena descritti, l’esplosione contemporanea o non contemporanea di tante bombe atomiche provocherebbero la fine dell’umanità. Qui, ovviamente, l’uomo potrebbe intervenire, ma solo per evitare l’olocausto nucleare. Dopo non ci sarebbe più nulla da fare. I rifugi antiatomici non farebbero altro che rinviare la fine, una volta esaurite le scorte alimentari.
La terza causa di un’eventuale fine del mondo, almeno per l’umanità, potrebbe essere quella climatica. Il surriscaldamento terrestre, fenomeni come la siccità o comunque condizioni difficili per l’agricoltura, le alluvioni, la glaciazione, provocherebbero condizioni di vita alla lunga impossibili. E’ già successo che interi popoli, come i Maya, siano scomparsi proprio a causa della siccità. Se dovesse esserci un innalzamento della temperatura di qualche grado, i ghiacciai dei poli, sciogliendosi, provocherebbero l’innalzamento del livello degli oceani di qualche metro, ciò che farebbe sprofondare migliaia di km quadrati di territorio. Va detto, comunque, che il cambiamento climatico provocherebbe disastri immani, ma non la “fine del mondo”.
Infine, la quarta causa per la fine dell’umanità potrebbe essere una pandemia globale. Già nel 1918 si diffuse un’influenza micidiale, la spagnola, che fece circa 50 milioni di morti tra i 20 e i 45 anni. Allora il contagio era più difficile a causa delle difficoltà di comunicazioni. Oggi c’è facilità d’incontri, le distanze, allora enormi, ora si sono avvicinate, anche se bisogna dire che oggi i progressi della scienza riuscirebbero a neutralizzare i danni. Il pericolo, dunque, è più teorico che reale.
Come si vede, la fine del mondo è più teorica che attuale. Si sa che astronomicamente parlando, prima o poi ci sarà. Gli scienziati la collocano fra circa 4-5 miliardi di anni, quando la nostra stella, il Sole comincerà a dilatarsi e diventerà una supernova e poi esploderà, ma prima che ciò accada avrà reso proibitive le condizioni di vita sulla Terra. In pratica, allora l’umanità intera sparirà per davvero, a meno che non abbia fatto in tempo a raggiungere altri mondi più ospitali, cosa che allo stato delle conoscenze sembra impossibile a causa delle distanze.