Il dottor Kaijun Niu, cinese, ha coordinato due gruppi di lavoro, uno cinese e l’altro giapponese, per studiare il nesso tra depressione e alimentazione, facendo una scoperta incredibile
Quando si dice la collaborazione scientifica. I giapponesi e i cinesi, si sa, sono come i cani e i gatti, ma in nome della scienza sono capaci di unire gli sforzi e raggiungere i risultati desiderati. E’ accaduto al dottor Kaijun Niu, biologo presso la Tianjin Medical University (Tianjin), che ha coordinato due gruppi di lavoro, uno cinese e l’altro giapponese, con lo scopo di capire se esiste un nesso tra depressione e alimentazione.
Lasciamo a lui la parola: “Abbiamo esaminato le abitudini alimentari di circa mille persone reclutate tra Cina e Giappone, valutando nel contempo anche lo stato psicologico degli stessi volontari. Quindi abbiamo condotto una ricerca per capire, incrociando i dati, se coloro che dichiaravano di possedere un tono dell’umore migliore avevano anche un’alimentazione simile. Abbiamo visto quali erano gli alimenti comuni e abbiamo iniziato a testarli sui volontari. Gli alimenti comuni tra coloro che stavano psicologicamente bene erano le barbabietole, la zucca, gli spinaci e i pomodori. Poi abbiamo chiesto ai volontari che soffrivano di disturbi depressivi, benché non seri, d’inserire questi alimenti, a rotazione, nella loro dieta e ne abbiamo valutato gli effetti sull’umore. Così abbiamo scoperto che il pomodoro migliora il benessere della mente”.
Si sapeva già che il pomodoro è ricco di una sostanza chiamata licopene e che questa sostanza è efficace contro ictus e infarti, perché è una specie di spazzino delle arterie, cioè, con le sue proprietà antiossidanti le pulisce come uno spazzino pulisce le strade. Il licopene, inoltre, è efficace contro l’invecchiamento delle cellule in quanto limita il processo di ossidazione, cioè l’esposizione eccessiva all’ossigeno, contenuto nel sangue. Le proprietà del licopene erano già note in medicina perché assicurano sia la pulizia dei vasi sanguigni che la protezione contro le trasformazioni delle cellule sane in cellule tumorali. Il dottor Niu ha ipotizzato che queste cellule, protette dal licopene, “mantenessero intatta la capacità di produrre buonumore e serenità”.
Il dottor Niu consiglia di mangiare pomodori almeno due volte la settimana. Tra l’altro, il licopene contenuto nei pomodori non si rovina con la cottura, per cui anche il sugo di pomodoro va benissimo. La passata di pomodoro è una fonte preziosa di licopene. Si può immaginare come in Italia, Paese dei pomodori per insalate, delle passate e dei pomodori a pezzetti, ci sia un mare di licopene che mette di buon umore milioni di persone. Però, c’è un però. Nel nostro Paese, con tanto licopene, c’è anche la depressione, la gente non è tutta gioia e sorriso, ci sono anche i depressi. Come si spiega? Forse che il licopene preso dagli uni non sia lo stesso del licopene preso dagli altri?
Vediamo la risposta del dottor Niu: “Il pomodoro non può curare la depressione, un problema medico per il quale bisogna affidarsi agli specialisti. Tuttavia, se oltre alla terapia medica si cambiano le abitudini alimentari inserendovi una maggiore quantità di pomodoro, il malato può trarne giovamento. Le persone affette da disturbi dell’umore, come la depressione, spesso mangiano in modo disordinato e non è detto che assumano licopene nelle quantità ottimali. Se la depressione è l’effetto di un malfunzionamento delle cellule cerebrali, è utile agire per mantenerle in salute prima che inizino a deteriorarsi e ad originare il disturbo. Quindi un consumo regolare di pomodori e di prodotti derivati da questo ortaggio è utile per mantenere uno stato di salute delle cellule del cervello che noi avvertiamo, nella vita di tutti i giorni, come una sensazione di benessere e di equilibrio psicologico”.