La sentenza del delitto di Avetrana in cui fu uccisa Sarah Scazzi sarà emessa a metà aprile
Sta giungendo a conclusione il processo di primo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, la cui sentenza è prevista per la metà di aprile. Ci sono state le arringhe dell’accusa, la settimana scorsa, e quelle, successive, della difesa, con posizioni ormai prevedibili. Si tratta di sapere se la sentenza confermerà o meno le accuse della procura della Repubblica o le ribalterà.
Il pubblico ministero di Taranto, Mariano Buccoliero, ha chiesto l’ergastolo per Sabrina e per Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia della ragazza uccisa. Per Michele Misseri, il pm ha chiesto 9 anni di reclusione per occultamento di cadavere. Michele Misseri si autoaccusò del delitto per motivi passionali ma poi ritrattò i fatti accusando sua figlia Sabrina. In seguito, cambiò nuovamente più volte versione, fino ad accusarsi di nuovo del delitto, ma non è stato più creduto. Otto anni sono stati chiesti anche per Carmine Misseri, e per Cosimo, rispettivamente fratello e nipote di Michele. Il primo sapeva del delitto e non ha parlato, il secondo avrebbe aiutato lo zio a trasportare il cadavere di Sarah nel pozzo dove poi fu buttato. Pene minori sono state chieste per l’avvocato Vito Russo junior (tre anni e mezzo per intralcio alla giustizia), e per Antonio Colazzo, Giuseppe Nigro e Cosima Prudenzano (tre anni per favoreggiamento del fioraio Giovanni Buccolieri, che ritrattò.
Ecco uno dei passaggi chiave del pm: “Siamo costretti a chiedere queste condanne per la modalità dell’azione, per la capacità a delinquere, per i modi, i luoghi. Sarah è morta dove è stata cresciuta. E’ entrata in quella casa per andare al mare. Ne è uscita in lacrime, si è allontanata in lacrime ed era in lacrime anche quando è stata riportata a casa e uccisa. Lacrime che non hanno sortito nessun effetto. L’omicidio è durato dai tre ai cinque minuti. In quei minuti lei ha capito che stava morendo per mano di chi diceva di volerle bene. Nessuna delle due donne ha infatti avuto un solo momento di resipiscenza, un attimo in cui si siano fermate a dire: ma cosa stiamo facendo”.
Il movente del delitto? “La possibile rivelazione dei rapporti intimi con Ivano (amico sia di Sabrina che di Sarah) che avrebbe potuto compromettere l’immagine della famiglia Misseri in un piccolo centro come Avetrana”.
Secondo il pm, dunque, sarebbe vera la seconda versione dei fatti raccontata da Michele Misseri, quando questi, sotto l’incalzare dell’interrogatorio, confessò che mentre lui dormiva sulla sedia a sdraio fu chiamato da Sabrina, sua figlia, che lo condusse in cantina dove Sarah poco prima era stata strangolata da Sabrina. Sua moglie Cosima, affermò Michele Misseri, dormiva e non si accorse di nulla. Lui, aggiunse, mise il cadavere della ragazza in macchina e lo andò a buttare in un pozzo che si trovava in un suo campo abbandonato.
Le versioni di Michele, come abbiamo detto, sono state numerose. Il pm, vagliate tutte le testimonianze, i tempi, i luoghi, ha ricostruito la verità che è diversa da quella da lui raccontata quando si è autoaccusato per non far andare in carcere sua figlia, allora ventitreenne e sua moglie. Il delitto, dunque, sarebbe opera esclusiva delle due donne, che avrebbero affrontato la ragazza entrata in casa per andare al mare con sua cugina e un’altra loro amica, come convenuto, fuggita in lacrime e raggiunta in macchina da Sabrina e Cosima, secondo la testimonianze di più persone, ricondotta in casa e ammazzata da Sabrina sotto gli occhi di Cosima Serrano.
La ricostruzione del pm è stata precisa e logica nei tempi e nel movente. Michele Misseri sarebbe intervenuto a omicidio avvenuto, solo per occultare il cadavere insieme al nipote Cosimo, secondo l’intercettazione di una telefonata avvenuta tra Carmine Misseri e, appunto, Cosimo.
Ecco la dichiarazione di Concetta Serrano, madre di Sarah e sorella di Cosima: “E’ stato il processo delle menzogne ed è giusto che coloro che hanno detto tutte queste menzogne paghino. Non hanno avuto pietà per una bambina che stava piangendo. Ho visto Cosima e Sabrina indispettite, indifferenti, con lo sguardo duro, come se la colpa fosse solo di Sarah e loro non c’entrassero nulla”.
Di tutt’altro avviso gli avvocati Franco Coppi e Franco De Jaco, rispettivamente difensori il primo di Sabrina e il secondo di Cosima. Secondo loro, l’unico colpevole sarebbe Michele Misseri, secondo la sua prima versione, cioè quando ha confessato di essersi arrabbiato perché il motore del trattore non voleva partire. Per la rabbia, avrebbe stretto una corda intorno al collo della ragazza e di non essersi accorto che l’aveva ammazzata, aggiungendo che poi l’avrebbe violentata da morta prima di gettarla nel pozzo dove poi, su sua indicazione, fu trovata.