Da quasi mezzo secolo, l’AI e l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) costituiscono il primo pilastro della previdenza in Svizzera. Verso la fine degli anni ‘90, tuttavia, in questa colonna portante sono apparse le prime incrinature, che si sono poi costantemente ampliate.
Le crepe che minano il primo pilastro sono il deficit dell’AI.
A causa dell’aumento dei beneficiari non accompagnato da un incremento equivalente delle entrate, dagli anni ‘90 il disavanzo annuale è cresciuto in continuazione, toccando l’apice nel 2007 con un rosso di 2,081 miliardi di franchi.
L’indebitamento dell’AI ha così raggiunto i 12,773 miliardi alla fine del 2008. Il debito genera 400 milioni di franchi di interessi passivi all’anno, che pesano sull’AVS poiché la gestione finanziaria e patrimoniale delle due assicurazioni è riunita in un unico fondo.
Finora la solidità finanziaria dell’AVS ha sempre consentito di compensare i passivi dell’AI. Ma le proiezioni basate sull’evoluzione demografica ed economica indicano che a medio termine l’AVS non disporrà più dei mezzi sufficienti per coprirli. Per evitare il tracollo finanziario delle due assicurazioni sociali è dunque indispensabile risanare l’AI. Il primo passo importante su questa via è stato compiuto con la 5a revisione della Legge sull’assicurazione invalidità, approvata in votazione popolare nel giugno 2007 ed entrata in vigore nel gennaio 2008. L’obiettivo della riforma era di comprimere le uscite. In primo luogo si doveva abbassare il numero dei beneficiari di rendite, il cui numero era salito da 180 mila nel 1992 a oltre 256 mila nel 2006.
Con la 5a revisione dell’AI è stata data la priorità al reinserimento degli invalidi nel lavoro, è stata intensificata la caccia agli abusi e sono state tagliate alcune prestazioni. Nelle intenzioni della maggioranza parlamentare, però, queste misure costituivano soltanto la prima parte della riforma, poiché da sole non bastano a risanare l’AI.
Pur essendo d’accordo sul principio di intervenire anche sulle entrate, la maggioranza parlamentare non era riuscita a raggiungere un’intesa sulle modalità per reperire i fondi supplementari necessari per portare in pareggio i conti dell’AI. Perciò, nel dicembre 2007, il parlamento ha ripreso l’esame del problema.
Dopo un serrato braccio di ferro, le Camere federali, nel giugno 2008, si sono accordate su una soluzione di compromesso transitoria, che è stata approvata da tutti i partiti, ad eccezione dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice): un finanziamento aggiuntivo per un periodo limitato di sette anni, che rappresenterebbe un “ponte di passaggio” ad una nuova riforma per garantire un’AI finanziariamente sana a lungo termine.
Concretamente, durante il periodo 2011-2017, i tassi dell’IVA sarebbero aumentati in modo differenziato: l’aliquota ridotta per i beni di prima necessità sarebbe innalzata di 0,1 punti percentuali, quella speciale del settore alberghiero di 0,2 punti e quella normale di 0,4 punti. Gli introiti sarebbero interamente destinati all’AI. Queste disposizioni transitorie sono ancorate nella Costituzione. Perciò devono essere approvate dal popolo e dai cantoni. Dall’esito della votazione del 27 settembre dipendono anche altre misure parallele, decise dal parlamento, sulle quali l’elettorato non è chiamato a pronunciarsi.
Se dalle urne uscisse un sì, dal 1° gennaio 2011 sarebbe istituito un fondo di compensazione autonomo AI, con un capitale di partenza di 5 miliardi di franchi, trasferiti dal fondo AVS. Durante i sette anni del finanziamento tramite l’aumento dell’IVA, gli interessi sul debito dell’AI andrebbero a carico della Confederazione. Il parlamento ha pure stabilito l’obbligo per il governo di presentare, entro la fine del 2010, un progetto di 6a revisione con ulteriori provvedimenti per risanare in modo permanente i conti dell’AI.
L’esecutivo federale ha già posto in consultazione lo scorso giugno un primo pacchetto di misure in questo senso. L’obiettivo governativo è di ridurre del 5% il numero dei beneficiari di una rendita AI tra il 2012 e il 2018 e di introdurre dei nuovi meccanismi finanziari, in modo da risparmiare 570 milioni di franchi all’anno dal 2018.
Ma questa è musica del futuro. Dapprima occorrerà vedere cosa deciderà l’elettorato il 27 settembre. Il governo e la stragrande maggioranza dei partiti in parlamento raccomandano il “sì” argomentando che il finanziamento aggiuntivo dell’AI tramite l’IVA è indispensabile e urgente, mentre l’UDC si schiera per il “no” affermando che si devono comprimere drasticamente le uscite diminuendo il numero dei beneficiari.
swissinfo.ch
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook