Uno studio del professor Lee Berk dell’Università di Loma Linda, negli Usa
La migliore medicina per stare bene in salute? La risata. No, non è uno scherzo, è la verità, provata scientificamente. Ridere, infatti, attiva nel cervello la produzione di sostanze che creano il buonumore. E non è tutto. Quando uno scoppia a ridere (di gusto, ricordiamocelo) e continua a farlo, migliorano sia la pressione sanguigna che la circolazione, si rafforza il sistema immunitario e per di più vengono bruciate le calorie in sovrappiù. E scusate se è poco. Se si considera che si sta bene e ci si diverte, se non è un miracolo della natura, poco ci manca. Ma vediamo come sono stati scoperti tutti questi effetti benefici della risata.
Tutto cominciò nel 1996, quando il professor Lee Berk, docente di Patologia e Anatomia all’Università di Loma Linda, negli Usa, prese a studiare gli effetti della risata sul corpo umano. I suoi studi sono serviti a porre i fondamenti di una nuova disciplina scientifica chiamata “gelotologia”. Avete letto bene, nulla a che vedere con un errore o con i gelati, ma con “gelos”, parola greca che significa “riso”. Diamo l parola al professor Berk: “Un risata serve a ridurre la produzione di cortisolo, che è l’ormone dello stress. Al posto di questo ormone, attraverso la risata, si liberano nel cervello la serotonina, cioè l’ormone del benessere, e la dopamina, cioè l’ormone legato al senso di sazietà e di soddisfazione. In questo modo si allenta la morsa della preoccupazione e il cervello diventa libero di pensare e di programmare attività piacevoli. Oltre alle sostanze appena citate, si liberano anche endorfine, cioè altre sostanze che agiscono nel cervello e che hanno un ruolo cruciale nel controllo del dolore”.
In sostanza, le endorfine sono una specie di anestetico naturale, che entra nel circuito sanguigno e riducono un eventuale dolore. A questo punto è chiaro perché ridere fa bene e perché la terapia della risata, inventata dal famoso medico Patch Adams e messa in scena nel film omonimo interpretato da Robin Williams, non è una scoperta di second’ordine. E non è finita qui.
Aggiunge il professor Berk: “Ridere può essere considerato un ottimo esercizio aerobico, non dissimile da una seduta di ginnastica. Ridere fa muovere molti muscoli del corpo e fa bruciare calorie: è stato addirittura calcolato che con mezz’ora di risata quotidiana si possono perdere, in un anno, fino a tre chili. Inoltre, ridere richiede ai polmoni uno sforzo di ossigenazione maggiore rispetto a quello che si ha con la normale respirazione. Quindi s’impara a respirare con più efficacia. Anche l’attività cardiaca aumenta d’intensità, quando si ride. Ma è un aumento dolce, graduale e, alla fine di una risata, i valori della pressione sanguigna si abbassano e il corpo è pervaso da un piacevole senso di rilassatezza. Aggiungo che ridere ci aiuta ad essere meno soggetti ad aggressioni da parte di virus e batteri, cioè ci aiuta ad ammalarci di meno”.
La spiegazione, eminentemente tecnica, la lasciamo, per non sbagliare, al professor Berk: “Abbiamo sperimentalmente provato che chi ride di più conta su una maggiore efficienza dei cosiddetti linfociti T. Si tratta delle cellule del sistema immunitario che, per prime, riconoscono virus e batteri e i attivano per distruggerli. Il meccanismo per il quale questo accade, ancora non è stato spiegato completamente, ma riteniamo che quando si abbassano i livelli di cortisolo che “bruciano” le difese immunitarie, queste si riorganizzino per assicurare maggior efficienza. L’effetto della risata sul sistema immunitario è evidente: statisticamente chi ride almeno 20 minuti al giorno, si ammala molto meno di chi non lo fa”.
Nessun commento, anche perché non ce n’è bisogno, data l’evidenza della spiegazione. Solo due annotazioni. La prima è che perché si verifichi l’effetto terapeutico della risata, è necessario che si rida per almeno 20 minuti al giorno, non continuativi. Di conseguenza, ridere è un toccasana. La seconda è che se non si ha voglia di ridere è difficile farlo se non attraverso un lungo sforzo di educazione. Farlo forzatamente, diventa un esercizio puramente meccanico, senza le conseguenze positive di cui abbiamo parlato. Non è tenendo aperta la bocca che si ride, lo si fa quando partecipa il corpo e soprattutto l’animo.