L’ala dura del partito vorrebbe la sfiducia ad ottobre per reagire all’offensiva delle “toghe rosse” e ai compromessi del governo Letta
E’ difficile per un comune cittadino capire cosa stia succedendo nel Pd con il Congresso fissato entro l’autunno 2013 ma con possibile rinvio, con le regole stabilite l’anno scorso che assegnavano solo agli iscritti il diritto di votare alle primarie o che una parte vuole aprire a coloro che s’iscrivono all’ultimo momento o che non sono nemmeno iscritti, con la distinzione tra leadership nel partito e premiership nel governo che ora qualcuno vuole abolire dopo averla ottenuta. E’ difficile capire tutto questo ed altro ancora, come il rimescolamento delle correnti, le distinzioni spesso artificiose tra le diverse posizioni legate alla diversità degli uomini che le rappresentano, come è altrettanto difficile per un cittadino comune capire cosa sta succedendo all’interno del Pdl, con una guerra sotterranea tra “falchi” e colombe” dove non si sa bene chi siano le colombe e chi siano i falchi e a che cosa mirino gli uni e gli altri.
Partiamo dagli ultimi atti, che sono le minacciate dimissioni dei ministri Pdl in seno al governo Letta, ma che sono anche la rinascita di Forza Italia. Si tratta di due questioni che in realtà indicano lo stato di malessere attraversato più che dal Pdl, dagli uomini che ne fanno parte e che non si sa bene cosa vogliano, ma si sa che gli elettori, la gente comune tutto vogliono tranne che stare dietro ai giochini di insoddisfatti e di ambiziosi, che poi sono i due aspetti della stessa medaglia.
Volendo seguire un filo di ragionamento, cominciamo proprio dai falchi, che sono, tra gli altri meno noti, Verdini, Santanché, Capezzone, Brunetta. I quali non fanno altro che richiamare Letta ai patti, insistendo sull’abolizione dell’Imu e non sul rinvio, sullo stop all’aumento dell’Iva da 21 a 22 e non sul rinvio a ottobre, sulla detassazione a chi assume giovani a tempo indeterminato e non su incentivi. Insomma, i falchi vogliono tutto e subito.
Altro materia su cui i falchi insistono: la falsa pacificazione. Verdini, in proposito, è stato chiaro. Ha messo in guardia Berlusconi dicendogli che da parte del Pd la pacificazione è solo una trappola. Dunque – è questa la conclusione dei falchi – bisogna cogliere la prima occasione utile per togliere la fiducia e andare alle elezioni, tanto, dicono i falchi, Napolitano non permetterà la formazione di un governo con i fuoriusciti dei grillini, che tra l’altro non sono in grado di formare una nuova maggioranza stabile, anche perché Scelta civica non voterebbe in toto un governo sorretto da ex grillini e Sel.
Le colombe (i ministri Alfano, segretario del Pdl, Lupi, De Girolamo, Lorenzin) ribattono dicendo che il Pdl ha fatto tanto per formare un governo di larghe intese ed ora, dopo appena 70 giorni, alcuni lo vogliono far cadere. Non è serio. Aggiungono che l’impronta del Pdl sull’azione di governo è evidente proprio nell’avere per ora solo rinviato ma si spera di abolire del tutto l’Imu sulla prima casa, di aver per ora solo rinviato, ma di ottenere lo stop definitivo all’aumento dell’Iva, e intanto di aver ottenuto incentivi all’assunzione dei giovani con il piano contro la disoccupazione giovanile. Dunque, dicono le colombe, mentre nel Pd ci si lamenta che il governo sta attuando seppure in parte il programma del Pdl, nel Pdl ci sono quelli che vogliono farlo cadere. Ecco quello che dice Lupi: “Ma come, il Pd si lamenta che in questi primi due mesi si è fatto solo quello che chiedeva il Pdl, e noi ci mettiamo a svalutare gl’importanti obiettivi raggiunti? In due mesi di segnali concreti il governo Letta ne ha dati, dall’Imu all’Iva e al lavoro, Letta in Europa ha ottenuto risultati importanti, i 3 miliardi di euro da spendere per piccole e grandi opere sono fatti, come un fisco più vicino ai cittadini, con l’impignorabilità della prima casa. Una cosa è stimolare il governo, altra è avere 3, 4 ,5 linee e sostenere tesi diverse da quella di Berlusconi che sostiene il governo e lo incalza sulla realizzazione del programma”. Ecco perché i ministri si sono recati da Berlusconi con le dimissioni in tasca, dimissioni stracciate quando il leader ha dichiarato: “Io ho dato una parola e il governo deve andare avanti. Non vi preoccupate di me, a me ci penso io”, alludendo alle sue vicende giudiziarie.
L’altra questione è la (ri)nascita di Forza con il Pdl contenitore della coalizione di centrodestra. Santanché ha annunciato baldanzosamente: “Fra venti giorni tornerà Forza Italia”. Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ex Pdl ora Scelta civica, ha fatto osservare che il nuovo progetto è uguale a quello di 12 anni fa, con Forza Italia e la casa delle libertà che comprendeva anche la Lega, l’Udc e An. Una “rimasticatura”, senza contare che Berlusconi ha fatto capire che il leader di Forza Italia sarebbe solo lui. A questo punto si potrebbe osservare: e Alfano, attuale segretario del Pdl, sarebbe azzerato? Insomma, anche qui si discute di organigrammi, di contenitori, di convenienze, tutte cose che ai cittadini non interessano per nulla, mentre i problemi della gente sono sempre più pesanti. Ecco, qualunque soluzione che non sia quella delle responsabilità nel fronteggiare la crisi con provvedimenti incisivi sa di distacco dai bisogni reali delle famiglie, dei disoccupati, dei giovani.
Nel centrodestra Berlusconi riesce ancora a mediare e a dettare la linea, ma quando si ritirerà lui (o lo faranno ritirare) il centrodestra non diventerà un’armata brancaleone? I ministri sembrano avere i piedi per terra, i falchi brancolano nel buio delle loro elucubrazioni.