Lo scrittore e investigatore Alan Power ha pubblicato un libro intitolato “The Princess Diana conspiracy”, in cui dimostra che Lady D quando morì era incinta di dieci settimane di Dodi Al-Fayed
In Gran Bretagna è uscito un libro scritto da Alan Power e intitolato “The Princess Diana conspiracy” (in italiano: “Il complotto contro la principessa Diana”, non ancora nelle librerie). L’autore è scrittore noto e investigatore e in questa veste ha fatto delle ricerche per trovare la verità sulla morte di Lady Diana. Come si sa, l’inchiesta chiusa nel 2008 si concluse con una sentenza: la principessa morì in un tragico incidente stradale la notte del 31 agosto 1997 a Parigi. La sentenza, in realtà, non ha convinto nessuno, specie alla luce della testimonianza di un ex soldato della Sas (forze speciali inglesi), rimasto sconosciuto, che ha affermato che Lady Diana è stata “uccisa da noi”. Insomma, l’incidente non fu casuale, ma voluto da qualcuno che aveva interesse a che la principessa morisse.
Possibile? Possibile, sì, perché la principessa, separata dall’erede al trono Carlo, e amante di Dodi Al-Fayed, imprenditore e magnate egiziano, era incinta, aspettava un bambino dal suo amante. Già da tempo si parlava della gravidanza della principessa, ma nessuno finora l’aveva accertata con prove alla mano. E’ stato, appunto, Alan Power a farlo, e ciò rafforza la tesi del complotto. Dice Alan Power: “Diana era in dolce attesa ed era al settimo cielo. Aspettava un figlio dal suo amore, lo voleva proteggere con tutte le sue forze. Ma contro la corona inglese non vince nessuno. Nemmeno la tenacia di Lady Diana Spencer”.
La verità su uno dei segreti di Diana sta nascosta nelle carte dell’ospedale Pitié-Salpêtrière, il centro medico di Parigi in cui la principessa venne trasportata la sera del 31 agosto 1997, dopo l’incidente in cui persero la vita l’autista, Dodi e lei stessa. Ecco quello che scrive Alan Power: “All’interno degli archivi dell’ospedale ci sono le prove che Diana era incinta di circa dieci settimane. A dimostrare la gravidanza ci sono anche le testimonianze della dottoressa Elizabeth Dion e di un’infermiera che in quel tragico momento erano di turno all’arrivo di Diana. La dottoressa Dion non ha alcun dubbio al riguardo: il feto era ben visibile nell’utero di Diana Spencer al momento della sua morte”.
Come se non bastasse, c’è anche la testimonianza dell’infermiera Jocelyn Magellan, che ha dichiarato di aver visto con i propri occhi il feto della principessa. Ma c’è ancora un altro dettaglio, anche se di poco conto benché in linea con il tentativo di nascondere questa verità, ed è la fretta con cui si procedette ad imbalsamare il corpo della principessa. Dice Alan Power: “Imbalsamare un corpo è l’unico modo per nascondere totalmente una gravidanza, a qualsiasi stadio essa sia, e vi si fece ricorso per nascondere il motivo per cui è stata uccisa, e quel motivo era il suo bambino”.
Quali erano le implicazioni della nascita di quel bambino l’abbiamo già detto anche recentemente. Per la corona inglese quel bambino era un grande imbarazzo, in quanto se è vero che non aveva nessun diritto nella Casa Reale è vero anche che comunque era il fratellastro di Harry e di William, quest’ultimo erede al trono. L’imbarazzo aumentava se si pensa che il fratellastro di William e Harry sarebbe stato musulmano, come il padre, e che il sovrano del Regno Unito è anche capo della religione anglicana. Ecco, un musulmano nella famiglia reale sarebbe stato disdicevole. Questo magari per una persona normale non è un valido motivo di scandalo, ma per la Casa reale sì. Dunque, è il ragionamento di Alan Power, il motivo dello scandalo, il figlio ma soprattutto la madre, dovevano essere eliminati. E qui ci si riallaccia alla testimonianza dell’ex soldato della Sas che ha dichiarato che l’incidente non fu casuale ma provocato da chi doveva compiere lo sporco lavoro.
Conclude l’autore del libro: “Diana sapeva tutto della famiglia reale, aveva tra le sue mani dettagli scottanti che avrebbero potuto mettere in imbarazzo tutti. Stava giocando ad un gioco troppo pericoloso per suo marito Carlo e per la Regina del regno Unito Elisabetta II. Tanto che hanno deciso di eliminare il problema”.
Come si sa, anche la polizia ha riaperto il caso, forse troppo superficialmente chiuso.