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17 May 2024
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Cronaca

Aiutiamo la Sardegna!

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Domenico.47La Sardegna ha subito un durissimo colpo. Dopo il passaggio del ciclone Cleopatra, l’attuale situazione di una delle più belle isole della nostra terra è davvero disastrosa: strade e abitazioni ricoperte di fango, campi allagati, centri abitati distrutti dalla furia della tempesta, migliaia di sfollati e soprattutto le 16 vittime che hanno perso la vita. Anche se è terribile quello che gli abitanti della Sardegna hanno vissuto e stanno ancora vivendo, è arrivato il momento di attivarsi e fare in modo che il popolo sardo, così duramente provato dal ciclone, ritrovi la forza per andare avanti e riprendere la loro vita. Noi possiamo fare molto per aiutarli inviando il nostro contributo, come ci spiega meglio Domenico Scala, Presidente Onorario Federazione dei Circoli Sardi in Svizzera in questa intervista 

Qual è l’attuale situazione dell’isola sarda dopo il disastro?

Tutta l’Italia continua a stringersi al dolore e a esprimere la sua vicinanza e partecipazione al popolo sardo. Anche se il maltempo non concede tregua, soprattutto per gli sfollati, si registrano piccoli segnali di ritorno alla normalità. Nessuno dei sardi, però, ha perso la voglia di aiutare l’altro. Di essere vicino a chi ha più bisogno in questo tragico momento.

Quali sono le priorità d’intervento?

Le priorità devono essere: la  valutazione dei danni in tempi brevi. L’attuazione degli interventi necessari ad assicurare assistenza alla popolazione colpita e il loro tempestivo rientro nelle rispettive abitazioni. Dobbiamo smettere di vivere in emergenza, dobbiamo tornare subito alla normalità. A cominciare dalle infrastrutture per i collegamenti, scuole, depuratori , potabilizzatori, condotte principali della rete fognaria e di pari passo verso l’avvio delle attività economiche e produttive  colpite  dall’alluvione.

Come sta vivendo l’evento la comunità sarda in Svizzera? 

La gran parte dei sardi che vivono e lavorano in Svizzera si sono sin dalle prime notizie già messi in contatto con i parenti e conoscenti residenti nell’isola. Seguono con apprensione la situazione venutasi a creare in Sardegna, sentendosi fraternamente vicina alle comunità coinvolte nel nubifragio che ha devastato vaste zone del territorio e interi paesi. Le drammatiche immagini di distruzione che continuano ad arrivare in tempo reale dai paesi colpiti dall’alluvione mettono in ansia a livello personale qualunque emigrato che ha legami di parentela, di amicizia, di semplice conoscenza con persone che abitano in questi luoghi. A livello individuale ogni sardo emigrato si sente moralmente obbligato a esperire, e lo stanno facendo, le vie che possano aiutare ad attenuare almeno i danni materiali causati da questa grave calamità.  

Cosa si può fare per aiutare i nostri connazionali in difficoltà?

Alla nostra Federazione e ai Circoli federati, che riuniscono migliaia di sardi, connazionali  e amici della Sardegna, compete il coordinamento di una concreta solidarietà: con una raccolta fondi da utilizzare per interventi che sostengano le azioni di ripristino di condizioni normali di vita e di lavoro per le famiglie e le imprese colpite dall’alluvione. I ricavati delle nostre  iniziative culturali di fine anno verranno devolute per aiutare gli alluvionati. Gli organi esecutivi della Federazione hanno deciso l’apertura di un conto corrente per una raccolta di fondi da destinare e sostenere la popolazione Sarda duramente colpita dall’alluvione.

 

Il conto corrente nel quale è possibile fare le loro donazioni è stato aperto presso la:

Banca Cantonale Obwalden, (Obwaldner Kantonalbank), in 6061 Sarnen.

Il numero del conto è il seguente:

IBAN-Numero CH69 0078 0000 3342 9719 3 ed è intestato “Raccolta di solidarietà per l’alluvione in Sardegna”.

 

Dopo il disastro le polemiche. C’è chi accusa la protezione civile, c’è chi se la prende contro la poca istruzione sulle norme di sicurezza e chi contro chi ha permesso la costruzione di abitazioni non sicure. Cosa ne pensa a riguardo? È questo il momento di cercare un colpevole?

Ogni alluvione che colpisce e uccide è una ferita aperta nella coscienza del Paese ed è difficile poter parlare solo di fatalità o di destino tragico. Le piogge torrenziali che hanno colpito la Sardegna e provocato 16 morti e migliaia di sfollati non lasciano spazio a inutili polemiche. Senza dubbio, però, fanno riflettere su una situazione che è imputabile non solo a condizioni climatiche eccezionali, ma a una mancata manutenzione del territorio, a una cementificazione selvaggia indifferente, ad una assente istruzione sulle norme di sicurezza. Ma non si è più disponibili ad accettare semplificazioni e tanto meno questo tragico e indecoroso scaricabarile istituzionale che chiama in causa lo Stato e in particolare sulla bontà, del funzionamento della Protezione Civile. Non si può evitare la polemica. Questo è il momento della misericordia, poi arriverà quello della giustizia.

 

 

 

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