Il professor Sebastian Ciancio, direttore del centro di studi dentali dell’Università di Buffalo (Usa), ha sperimentato una nuova tecnica e un nuovo prodotto anestetizzante
Chi ha avuto mal di denti sa che andare dal dentista non è piacevole. D’altra parte, se non ne può fare a meno, vi è spinto da una costrizione più impellente: il dolore. In un prossimo futuro, la paura del dentista sarà un lontano ricordo e chi nascerà fra qualche anno addirittura avrà difficoltà ad immaginare che in passato andare da dentista era un supplizio. Quando questo succederà, il merito dovremo attribuirlo al professor Sebastian Ciancio, direttore del centro di studi dentali dell’Università di Buffalo (Usa), che ha sperimentato una nuova tecnica e un nuovo prodotto anestetizzante. Prima, anzi, ancora adesso, quando si va dal dentista e si ha bisogno, mettiamo, di un’otturazione, viene addormentata la zona del dente malato attraverso una o più punture. Ecco, è la puntura che fa impressione, è una cosa di cui si farebbe volentieri a meno, al punto che capita che qualcuno sopporta il mal di denti finché può pur di non andare dal dentista e farsi fare la puntura.
Il professor Sebastian Ciancio spiega che cosa ha scoperto: “Abbiamo pensato che, grazie al progresso ottenuto affinando le conoscenze di biologia e del funzionamento delle terminazioni nervose, potevamo praticare le anestesie per eliminare il dolore dei denti in modo più dolce e ingegnoso attraverso la semplice inalazione di uno spray anestetico. L’inalazione di questo spray consente allo spray stesso di penetrare lungo le cavità ossee del volto, chiamate seni paranasali, che sono collegate al naso attraverso dei sottili tubicini, dei corridoi di collegamento nel quale il gas si può propagare. I seni paranasali sono paragonabili a camere, poste esattamente al piano superiore rispetto alla mandibola. Ma attraverso le pareti di tali camere, un po’ come se fossero i cavi dell’impianto elettrico, passano anche le terminazioni nervose che portano gli stimoli dolorosi al cervello. Noi abbiamo ritenuto possibile intercettare lo stimolo doloroso a questo livello e non più partendo dal basso, cioè dal dente o dalla zona da trattare”. In questo modo, sfruttando le cavità presenti nel corpo, l’anestesia agisce sui nervi a quell’altezza.
Quali sono i vantaggi rispetto alla tecnica attuale? Spiega il, professor Ciancio: “Il primo vantaggio è determinato dal fatto che senza dover praticare l’iniezione si annullano tutti i rischi di ferite accidentali o di lesioni ai nervi provocate da malaugurati incidenti. Inoltre, con le iniezioni esiste sempre una minima possibilità di creare le condizioni affinché si sviluppi un’infezione: l’ago buca la pelle e potrebbe portare all’interno di essa batteri, anche se la zona in cui è praticata l’iniezione è stata disinfettata. Dopo di che cambia anche il tipo di sensazione ricevuta da chi si sottopone a questa pratica”.
Dopo l’iniezione, quando la zona si addormenta, si prova una sensazione di addormentamento, di “spessore” della parte, di paresi di mezza faccia. Con la nuova tecnica, dice il professor Ciancio, questa sensazione scompare: “Intercettare la propagazione del messaggio doloroso in una parte più alta, rispetto a quanto avviene normalmente, significa che quella sensazione sgradevole non si verifica più. Le persone su cui abbiamo compiuto i nostri test scientifici hanno assicurato che non si sente alcun dolore mentre sono eseguite le cure e inoltre si mantiene la sensibilità della bocca e delle labbra”. Se questo è un vantaggio rispetta a prima, ne segue un altro ancora, che è quello di eseguire anche altri interventi chirurgici attraverso questa procedura, sempre che sia possibile. Il professor Cianci dice che prima però di dare per certo quest’altra possibilità, bisogna attendere ancora altre sperimentazioni. Quanto ai tempi, il dottor Cianci dice: “Negli Stati Uniti, sulla base della documentazione scientifica da noi prodotta, il sistema sarà approvato nel giro di qualche mese. Dopo che il sistema avrà ottenuto il benestare delle autorità statunitensi, l’approvazione da parte degli enti di controllo internazionali è, in genere, piuttosto rapida”.