Un paio di settimane fa abbiamo affrontato il tema della scelta vegetariana di Umberto Veronesi e della “restrizione calorica” del professor Luigi Fontana per stare bene in salute e per vivere a lungo senza malattie. Ciò che mangiamo, si sa, è importante, perché dagli alimenti dipende anche la salute delle nostre coronarie. Qual è il nemico numero uno delle coronarie e del cuore? La risposta è il colesterolo ma bisogna distinguere. Innanzitutto dobbiamo dire che il colesterolo è vitale per il nostro organismo. Anche noi lo produciamo attraverso il fegato, dunque è necessario, anche perché serve sia a produrre alcuni ormoni, tra cui quelli sessuali, sia perché è un elemento costitutivo delle cellule e delle membrane cellulari. Il colesterolo è necessario, dunque, ma solo non se ce l’abbiamo in eccesso. Ma procediamo con ordine.
Noi, dunque, produciamo il colesterolo, ma l’altra fonte del colesterolo sono gli alimenti che mangiamo. Il colesterolo è assente nella frutta, nelle verdure e nei cereali, ma è presente negli alimenti che contengono grassi animali, quindi carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo d’uovo, frattaglie. Se noi mangiamo spesso questi ultimi alimenti finiamo per ingerire un quantitativo di colesterolo in eccesso, che il nostro organismo non riesce a smaltire ed allora va a depositarsi nelle arterie. Quindi si parla di aterosclerosi, cioè della formazione di placche nelle arterie stesse che ostruiscono il passaggio del sangue e dunque possono insorgere infarti e ictus.
E’ bene quindi tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue. Contrariamente a quanto si pensa, non è tanto il valore del colesterolo totale che può preoccupare, quanto quello definito Ldl, detto colesterolo cattivo, che rappresenta proprio quella parte eccedente che non viene smaltita e che, appunto, va a depositarsi nelle arterie. Se il colesterolo cattivo è alto o molto alto, bisogna preoccuparsi, specialmente se il colesterolo buono, chiamato Hdl, è basso. Viceversa, se quest’ultimo è alto, contribuisce a mantenere l’equilibrio. Resta il fatto che i timori vengono dal colesterolo cattivo, i cui valori ottimali sono attorno a 130.
I valori, tuttavia, devono essere contestualizzati. Gli stessi valori possono avere conseguenze diverse su pazienti con storie sanitarie diverse. Chi ha il diabete, non dovrebbe avere un valore di Ldl superiore a 100. Se un paziente ha avuto un infarto, un ictus ed ha il diabete, allora il valore di Ldl non dovrebbe superare 70. Per chi è fumatore o è iperteso il valore ottimale non può essere superiore a 115-130. Il valore dei bambini è intorno a 50, esattamente come gli orientali che, notoriamente, hanno valori bassi.
La causa principale della colesterolemia è un’alimentazione ricca di grassi saturi che fanno aumentare il livello Ldl (cattivo) e diminuire Ldl (buono). Ecco cosa dice il dottor Sergio Di Lembo, medico endocrinologo: “I grassi polinsaturi, di cui è particolarmente ricco l’olio di mais, contengono l’acido linoleico (Omega 6) che ha un effetto positivo perché contribuisce ad abbassare il livello di colesterolo Ldl così come gli acidi moninsaturi”.
L’attività fisica è indicata per aumentare i valori di Hdl, anche se fattori di rischio sono il fumo, l’ipertensione e il sovrappeso. Con l’alimentazione non è possibile aumentare il colesterolo buono, ma è possibile diminuire quello cattivo, quello più pericoloso. Se non ci si riesce, allora ci si può aiutare oltre che con una corretta alimentazione, con sostanze naturali come gli steroli vegetali. Infine il consiglio del dottor Di Lembo: “Se tutti gli sforzi non aiutano ad abbassare il colesterolo cattivo, si può ricorrere ai farmaci, sperimentati ormai da molti anni, i cui dosaggi, in ogni caso, devono essere sempre attentamente personalizzati dal medico”.