La dottoressa Laura Manenschijn, ricercatrice presso la facoltà di Biologia dell’Università Erasmus (Olanda), ha fatto un’importante scoperta
L’analisi del capello viene usata per verificare il livello di assunzione di droghe, ma ora, da questo esame, è possibile misurare anche il livello di stress. La scoperta è dovuta alla dottoressa Laura Manenschijn, ricercatrice presso la facoltà di Biologia dell’Università Erasmus, che ha sede a Rotterdam, nei Paesi Bassi.
Ecco la sua spiegazione: “Da anni sappiamo che la sostanza chiave in grado di innescare lo stress è un ormone chiamato cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali su “ordine” di un’altra ghiandola posta nel cervello: l’ipofisi. Il cortisolo ha un compito utile se si tratta di superare una difficoltà momentanea. Infatti serve ad aumentare la nostra capacità di reazione, la vigilanza, l’efficienza muscolare e la prontezza cerebrale, insomma tutte qualità che servono ad affrontare situazioni impegnative e persino rischiose. Ma la produzione eccessiva e continuata di cortisolo porta a effetti negativi. E noi, pur conoscendo la sostanza e la sua funzione, non sapevamo come misurarne la concentrazione nel corpo. L’analisi del sangue offre un valore istantaneo ma non misura il livello di stress nel medio o nel lungo periodo. Inoltre, se una persona è preoccupata per il prelievo, tale condizione genera, a sua volta, un rilascio di cortisolo che può pregiudicare il risultato dell’analisi. Abbiamo allora pensato di ricorrere all’esame del capello, simile per principio a quello già in uso per stabilire se si sono assunte sostanze stupefacenti. Si tratta di prelevare dalla nuca pochi capelli, cioè una ciocca contenuta in un’area circolare del diametro di tre millimetri”.
Il perché i capelli devono essere tirati dalla nuca è chiarito dal fatto che anche i calvi hanno capelli sulla nuca. Dunque, la ciocca di capelli viene sottoposta a due esami chimici: la spettrografia e la cromografia.
“Questi esami”, prosegue la dottoressa Laura Manenschijn, “aiutano a separare la parte solida e inerte del capello da quella vitale, all’interno della quale sono contenute le sostanze da analizzare, nel nostro caso il cortisolo. Infatti, i capelli trattengono, come una spugna, alcune sostanze che entrano nel circuito sanguigno, e il cortisolo è proprio una di esse”.
Perché il capello deve essere lungo? “Se vogliamo che l’analisi risulti approfondita nel tempo, allora il capello deve essere lungo. Poiché i capelli crescono circa un centimetro al mese, maggiore è la lunghezza del capello e più lungo è il periodo di tempo che possiamo analizzare”. Resta da verificare se l’analisi è affidabile ma la dottoressa Laura Manenschijn ha scritto una parola definitiva a questo quesito. In che modo? Semplice: sono stati confrontati i dati forniti dal test della dottoressa con i risultati di un questionario studiato e usato per calcolare i livelli di stress dal punto di vista psicologico e comparando anche alcuni valori medici che aiutano a capire se una persona è stressata oppure no, in particolare i valori della pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Il test messo a punto dalla dottoressa Manenschijn ha dimostrato che l’esame è affidabile.
Tutti quanti dunque possono sottoporsi al test e se uno ha i capelli corti non deve fare altro che aspettare che ricrescano, proprio per quello che si è scritto prima.
Le conclusioni le lasciamo trarre alla stessa dottoressa Manenschijn: “La scoperta sarà utile in campo medico per comprendere esattamente quali siano la funzione e il ruolo di questo stato d’animo sull’origine di alcuni disturbi. Infatti, sappiamo che le persone stressate sono più vulnerabili alle aggressioni di virus e batteri perché il loro sistema immunitario non è efficace come dovrebbe. Inoltre, esse hanno spesso la pressione alta, dormono poco e male e la loro frequenza cardiaca risulta accelerata. Questo può portare a disturbi cardiovascolari. L’analisi da noi elaborata servirà a comprendere l’effettiva correlazione tra stress e salute”.