Posta in consultazione la riforma della previdenza per la vecchiaia 2020
Il progetto presentato dal ministro del Dipartimento federale dell’interno (DFI), Alain Berset affronta il finanziamento del 1° e 2° pilastro nel suo insieme. Secondo il ministro, esso potrà superare l’iter parlamentare e un’eventuale votazione, solo se le parti coinvolte “saranno pronte al compromesso”. In caso di fallimento dell’ambiziosa riforma, descritta in 263 pagine, Berset non prevede un piano B, poiché non esiste alternativa al progetto. “Dopo 15 anni di fallimenti, dobbiamo fare una riforma che modernizzi profondamente la previdenza”, ha detto Berset in conferenza stampa. Il pacchetto di misure porterebbe a uno sgravio del fabbisogno di finanziamento di 1.36 miliardi di franchi l’anno nel 2030.
Le misure della riforma si basano sulle linee guida approvate dal Consiglio federale lo scorso giugno. Berset resta fedele ad affrontare la riforma nel suo insieme, di non separare i due pilastri e presenta le modifiche della legge in un unico atto normativo. Il pacchetto prevede tre misure essenziali: l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni, il finanziamento dell’AVS tramite un aumento in due tappe del 2% dell’Imposta sul valore aggiunto (IVA) e la diminuzione del tasso si conversione (con cui si calcola la rendita) del 2° pilastro dal 6.8% al 6%.
L’innalzamento dell’età pensionabile avverrà gradualmente dell’arco di sei anni da 64 a 65 anni. Sarà un’età di riferimento e in più, ce ne sarà una flessibile (dai 62 a 70 anni). Un prepensionamento sarà possibile solo a 62 e non più a 58 anni. Potranno lasciare il lavoro anticipatamente persone con salari bassi o che hanno svolto mestieri pesanti. Le casse pensioni non potranno però più versare alcuna prestazione prima dei 62 anni. Agli assicurati che riscuoteranno la rendita prima di raggiungere l’età di riferimento sarà applicata una riduzione. Chi riscuoterà la rendita dopo i 65 anni sarà premiato e avrà inoltre l’opportunità di migliorare la rendita AVS. Altre misure miglioreranno la previdenza delle persone impiegate a tempo parziale, il che tornerà a vantaggio soprattutto delle donne.
Per l’AVS è indispensabile un finanziamento aggiuntivo. L’IVA sarà aumentata in due tempi di 2 punti percentuali al massimo: il primo all’entrata in vigore della riforma, il secondo verso il 2030 quando lo richiederà la situazione finanziaria del 1° pilastro. Intervenire sull’IVA consente di ripartire l’onere finanziario supplementare tra l’intera popolazione. La riforma tutelerà anche la liquidità dell’assicurazione con un meccanismo d’intervento. Se il Fondo di compensazione AVS scenderà sotto la soglia del 70% delle uscite di un anno, i tassi di contribuzione sarebbero aumentati e le rendite adeguate solo in parte.
Con l’adeguamento dell’aliquota minima di conversione dal 6,8% al 6,0% si ridurrebbe di circa 2 miliardi di franchi il fabbisogno di capitale di copertura per il finanziamento delle future rendite di vecchiaia. La modifica non comporterà una riduzione delle rendite, perché il Governo provvederà ad accrescere gli averi di risparmio degli assicurati. Sarà anche ridotta la soglia di entrata nella previdenza professionale, che passerà da 21.000 a 14.000 franchi e permetterà al 90% dei salariati (150 000 persone in più rispetto a oggi) di beneficiare del regime obbligatorio del 2° pilastro. La modifica toccherà soprattutto lavoratori a tempo parziale o che hanno più datori di lavoro, due categorie costituite prevalentemente da donne.
La procedura di consultazione durerà fino al 31 marzo 2014 ed entro la fine dello stesso anno, il Consiglio federale sottoporrà al Parlamento il messaggio sulla riforma della previdenza per la vecchiaia 2020.