La Guardia di Finanza, con la collaborazione della Regione e dei rettori di tre università romane, scoprono le “carte false” degli studenti per usufruire di borse di studio, bonus e sconti e agevolazioni varie
Se il buongiorno si vede dai giovani, c’è poco da stare allegri sul futuro dell’Italia. Ciò che è successo a Roma, a proposito dell’autocertificazione sui redditi degli studenti e, presumiamo, dei loro genitori, per non pagare le tasse universitarie e per beneficiare di borse di studio, sconti sui posti letto, mense, buoni per l’acquisto di libri e per l’abbonamento ai mezzi pubblici, ha semplicemente dell’incredibile. Nel 2012 su 848 controlli effettuati le dichiarazioni fasulle sono state 521, quelle regolari 327. Cioè due studenti su tre hanno dichiarato il falso. Quest’anno i controlli sono stati 546, le dichiarazioni truffaldine sono state 340, quelle regolari 206. Se si confrontano i dati, viene fuori che da un anno all’altro non è cambiato nulla, gl’imbroglioni sono due studenti su tre (il 62,8%). Da questa vicenda si capisce come in Italia l’onestà è considerata un optional. Quando le ruberie arrivano a questi livelli significa che gli sprechi e le ingiustizie sono la norma. Se si considera che le stesse indecenze avvengono in altri settori e con tutte (o quasi) le categorie, si ha un quadro agghiacciante dell’uso delle risorse pubbliche.
La prima lezione è che chi ha davvero diritto, viene messo ai margini perché superato dal livello di imbroglio di chi non ha diritto. La seconda lezione è che è un’impresa difficile mettere ordine in queste storture perché non si possono controllare milioni e milioni di pratiche.
Nel caso che stiamo raccontando, per fortuna, le truffe sono state smascherate grazie all’azione combinata tra Regione, Guardia di Finanza e Rettori delle Università (Sapienza, Tor Vergata e Roma tre). Gl’inquirenti, infatti, incrociando i dati hanno scoperto le furbizie dei due terzi degli studenti, i quali dovranno restituire le somme indebitamente percepite moltiplicate per tre, secondo la legge, e in più verranno denunciati penalmente, con il rischio di una condanna da sei mesi a tre anni di carcere.
Le falsificazioni non riguardano piccolezze, ma dati completamente diversi, con l’aggravante che i redditi veri non sono stati dichiarati, come non sono state dichiarate case e conti in banca. “Gli studenti evasori”, ha detto il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, “sono ladri di diritti. Chi inganna la Regione su una borsa di studio ruba un diritto a chi ne ha titolo e lo nega a chi invece ce l’ha. Non è un furto solo alla comunità. Non è normale un Paese con queste percentuali di illegalità”.
Il fatto è che chi imbrogliava, occultava redditi alti e case e ville non dichiarate al fisco, nonché conti in banca da capogiro. Una studentessa diciannovenne ha dichiarato un reddito annuo di 19 mila euro ed ha beneficiato di agevolazioni nel pagamento delle tasse universitarie nell’ateneo di Roma tre. Ebbene, la Guardia di Finanza ha scoperto che il reddito reale è di 28 mila euro e che la ragazza abita in una grande villa di quattro piani sul litorale laziale, con piscina. La villa è abusiva, in più il padre della studentessa, benzinaio, ha dichiarato che negli ultimi tre anni non ha guadagnato nulla. La studentessa ha dovuto pagare 5 mila euro di multa, mentre il padre, che gira in Ferrari, non solo dovrà spiegare la sua situazione all’Agenzia delle Entrate, ma dovrà pagare per il non accatastamento della villa e quindi delle tasse evase.
Altro caso di falsificazione sfacciata è stato quello di un’altra studentessa ventenne, che ha dichiarato di guadagnare 14 mila euro, dimenticando, per così dire, di avere 600 mila euro sul conto in banca. Ancora: un’altra studentessa diciannovenne ha firmato un’autocertificazione di 5229 euro di reddito all’anno mentre quello reale è di 75 mila euro. La studentessa in questione ha goduto di una borsa di studio di 26 mila euro che dovrà restituire moltiplicati per tre. Chiudiamo con la dichiarazione fasulla di un avvocato-studente con tre figli. Ha goduto di sconti e bonus per mensa, tasse e asilo nido. Inutile dire che il reddito accertato è notevolmente superiore e che l’avvocato-studente è proprietario a Nettuno di un immobile fantasma (non accatastato).
Questi comportamenti non hanno bisogno di commenti.