Il dottor Colin Greineder, ricercatore dell’Istituto di Medicina personalizzata e nanomedicina presso la Perelman School of Medicine che ha sede nell’University of Pennsylvania, ha sperimentato microscopiche palline che portano il farmaco nelle vene dove c’è pericolo di trombi
Grazie al progresso delle conoscenze di chimica e di fisica nel campo della nanotecnologia, cioè la proprietà di ridurre i materiali in particelle infinitesimali, è stato possibile creare miscroscopiche palline intelligenti e di iniettarle nel sangue caricate di medicine specifiche, capaci di portarle là dove servono, per esempio nel punto delle arterie in cui ci sono delle placche che ostruiscono il passaggio del sangue e che possono staccarsi formando dei trombi. Queste microscopiche palline svolgono il ruolo di spazzini delle vene, nel senso che le ripuliscono delle scorie che possono essere pericolose per la salute del cuore. L’autore di queste particelle che trasportano il farmaco capace di sciogliere le placche è il dottor Colin Greineder, ricercatore dell’Istituto di Medicina personalizzata e nanomedicina presso la Perelman School of Medicine che ha sede nell’University of Pennsylvania, a Philadelphia (Usa). Queste microscopiche palline sono state sperimentate sugli animali e funzionano. Ora dovrà partire la sperimentazione sull’uomo. Le aspettative sono grandi.
Di questa sperimentazione parla lo stesso dottor Greineder illustrandola ai non addetti ai lavori: “Dato che i farmaci oggi in uso per risolvere il problema della formazione dei trombi nei vasi sanguigni non sono sempre efficaci come si vorrebbe, abbiamo deciso di studiare un approccio differente al problema, immaginando di trovare il modo di pulire la parete interna dei vasi come farebbero delle ruspe in un tunnel ostruito. Per questo abbiamo ideato prima e messo a punto delle microscopiche palline intelligenti, per così dire, che agiscono come minuscoli spazzini. Sono infatti capaci di recarsi nel punto esatto dove il problema si è creato e intervenire per ripulire la parte interna della vena su cui si è formato il trombo”.
In sostanza, queste palline minuscole, invisibili all’occhio nudo, vengono caricate di porzioni di farmaco e lo portano, attraverso il sistema circolatorio, proprio là dove serve. Una volta giunte nel punto dove servono, riconoscono il trombo e liberano il loro carico di medicina. Il trombo si dissolve e le palline restano nel circuito del sangue, fino a quando non vengono smaltite dai reni e vengono espulse per le vie naturali.
Le palline sono microscopiche. Per avere un’idea, basta visualizzare un millimetro. In questa misura di un millimetro ci stanno fino ad un milione di palline intelligenti. Ebbene, per avere un risultato bisogna mandare in un punto molti milioni di palline intelligenti. Le palline vengono iniettate nel circuito del sangue con una siringa. Prosegue il dottor Greineder: “Abbiamo già eseguito alcuni test su due gruppi di animali da laboratorio, che presentavano entrambi trombi nei vasi sanguigni. Al primo gruppo abbiamo dato il farmaco in maniera tradizionale, cioè per bocca. Al secondo gruppo, invece, abbiamo somministrato il farmaco veicolato dalle microscopiche palline. I risultati che abbiamo ottenuto sono chiari: il primo gruppo ha avuto benefici attesi, ancorché limitati. Il secondo gruppo si è invece trovato incredibilmente con i vasi sanguigni completamente ripuliti nell’arco di soli cinque minuti.
Adesso si tratterà di sapere se il medesimo risultato si avrà sull’uomo. Sul piano biologico topolini o uomini è la stessa cosa, anche perché il sistema cardiocircolatorio funziona allo stesso modo, sia negli uomini che nei topolini. Adesso inizia anche la fase due, cioè la sperimentazione sugli esseri umani.
Aggiunge il dottor Greineder in merito alla quantità di farmaco che viene risparmiato: “I dati in nostro possesso indicano che potrebbe bastare un cinquantesimo della quantità di medicina utilizzata. Se oggi un paziente prende una pastiglia, la quantità di medicina utile a quel paziente non è superiore alla cinquantesima porzione di quella stessa pastiglia. Meno farmaco, minori i rischi di effetti collaterali”. Conclusione: questa tecnologia verrà messa a disposizione dei pazienti più in serio pericolo di vita, poi nei pazienti che hanno problemi di trombosi non seri ma che hanno l’esigenza e la necessità di ripulire dall’interno arterie e vene. Ovviamente, se l’uomo ne trarrà benefici, dipenderà dall’esito della sperimentazione sull’uomo stesso.
1 commento
Perciò i ricchi muoiono di vecchiaia!!