Carissimi lettori e lettrici, questo è un anno unico per il Liceo Vermigli: ci si ritrova con 2 classi che si diplomano. Sia ben chiaro, non per merito di una e tanto meno per demerito dell’altra, ma, in seguito alla riforma Gelmini del 2010, la quale trasformava i licei all’estero da quinquennali a quadriennali, quest’anno si diplomeranno i ragazzi del quinto e quelli del quarto.
A questo proposito, i ragazzi seguono diverse lezioni in comune e hanno avuto modo di conoscersi meglio, andando persino in gita di maturità insieme. Però, al di là della classe che frequentano, i ragazzi hanno più o meno gli stessi problemi e necessità. L’ultimo anno è sempre difficile da affrontare, fra tesine, le migliaia di interrogazioni e iscrizioni all’università, ai maturandi sale l’acqua alla gola. In primis abbiamo per l’appunto le temute e amate tesine, che, sì, forniscono un argomento iniziale a piacere per il colloquio orale, ma d’altro canto sono difficili da preparare, grazie ai corpulenti programmi da portare avanti. Poi ogni professore vuole interrogare per non fare arrivare gli alunni impreparati all’Esame di Stato, ma i ragazzi ogni tanto fanno orecchie da mercante. Infine vi è la scelta più difficile, quella del futuro. Ed ecco che qui non ci si ritrova davanti ad un bivio, ma davanti ad un incrocio con infinite uscite. Per lo meno la prima scelta è “facile”.
Lavoro o università? Per quanto riguarda il lavoro i nostri ragazzi hanno varie possibilità, proprio come i ragazzi delle normali scuole statali svizzere. Invece quella dell’università per chi frequenta un liceo è la scelta più indicata, però poi ci si troverebbe di fronte alle decine di migliaia di facoltà: per quale optare? L’importante però è sempre seguire il cuore e scegliere la professione per la quale abbiamo un interesse reale, infatti, se si sceglie il lavoro che piace, non si lavorerà un singolo giorno della vita. Ma per il momento i ragazzi devono pensare anche all’Esame di Stato che incombe. L’ultimo anno ha un sapore totalmente diverso, proprio perché si ha la consapevolezza di dover affrontare un’importante prova che coronerà tutto il ciclo di studio secondario superiore. Sicuramente ci sarà sempre uno speciale spazio nella nostra memoria per gli anni liceali, che sono anni di crescita, sono quelli che ci dovrebbero portare, per l’appunto, alla maturità. Anche perché, una volta finito il liceo, bisognerà confrontarsi con la vita reale, e questo piccolo particolare crea ansie e tensioni. Ma noi saremo pronti.
Maria Di Gregorio