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22 November 2024
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Svizzera

Ritorno al passato?

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campagnaIl 9 febbraio2014 i cittadini svizzeri sono chiamati a rispondere a due importanti quesiti a livello federale: 1) sul tema della immigrazione; 2) sul pagamento dell’intervento per l’interruzione di gravidanza. Vediamo il primo quesito: “Contro l’emigrazione di massa”. L’UDC chiede la modifica dell’art. 121.a) della Costituzione (www.admin.ch/ch/i/pore/vi/vis413t). 

Se questo avvenisse queste sarebbero le “nuove” regole: 

  1. “La Svizzera gestisce autonomamente l’immigrazione degli stranieri.
  2. Il numero dei permessi per stranieri in Svizzera è limitato da tetti massimi annuali e contingenti annuali. Il principio dei tetti massimi e dei contingenti annuali valgono per tutti, anche per i richiedenti d’asilo e per frontalieri. Il diritto al soggiorno duraturo, al ricongiungimento dei famigliari ed alle prestazioni sociali può essere limitato.
  3. Tutti i contingenti vanno decisi in base ad interessi globali dell’economia svizzera ed il principio di preferenza agli svizzeri comprende anche i frontalieri. Per ottenere il permesso di dimora i criteri determinanti sono la domanda di un datore di lavoro, la capacità di integrazione, una base esistenziale sufficiente e autonoma.
  4. Non possono essere conclusi trattati internazionali che contraddicono il presente articolo.
  5. La legge disciplina i particolari.”

Ecco poi anche la modifica delle disposizioni transitorie sempre secondo l’UDC:

  1. I trattati internazionali che contraddicono l’art.131.a) devono essere rinegoziati e adeguati entro 3 anni dall’accettazione da parte del popolo e dei cantoni.
  2. Se questo non avviene, il Consiglio federale emana provvisoriamente le disposizioni di esecuzione in via di ordinanza.”

Tutto ciò significa quindi la reintroduzione dei contingenti, anche per frontalieri e i richiedenti d’asilo, limitazione del diritto di soggiorno e limiti per quanto riguarda il permesso di dimora. In sintesi sarebbe un ritorno al passato, il rifiuto degli accordi bilaterali nonché la chiusura all’Europa e al resto del mondo.

Cosa ne pensano il mondo della politica, i sindacati e il popolo?

Secondo un sondaggio Isopublic del 16 gennaio svolto su un campione di circa mille persone il 36% sarebbe a favore dell’iniziativa, il 53% contrario mentre il 10% risulta indeciso. Per il sindacato Unia bisogna votare “No” perché, come detto nell’Assemblea dei delegati: “Così non si risolve il problema del dumping salariale, ma lo si aggrava. Si tornerebbe al sistema inefficace dei contingenti e si ridurrebbe lo status dei migranti a solo forza lavoro senza diritti. Questo significherebbe la fine della libera circolazione e delle misure accompagnatorie. Non si deve dimenticare che la Svizzera ha bisogno dell’immigrazione per motivi economici e quale arricchimento culturale e sociale. Le misure da rafforzare sono invece quella di eseguire maggiori controlli, di fermare i lavori in caso di sospetto di dumping, di ampliare i contratti di lavoro collettivi , di proteggere dai licenziamenti e dare maggiore accesso ai sindacati ai cantieri e alle aziende.”

Mario Amato, presidente del “Forum migranti Ticino” e giurista definsce lo proposta UDC un ritorno al passato e lo stesso titolo dell’iniziativa “fuorviante perché non c’è una emigrazione di massa. Inoltre, mette in discussione gli accordi con l’Unione europea. Va contro la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 che riconosce anche il diritto alla libertà di movimento e di residenza. Per quanto riguarda i rifugiati e i richiedenti asilo va contro il principio di non respingimento della Convenzione di Ginevra del 1951 per cui è vietato rimandare nei paesi di provenienza in cui ci saranno trattamenti inumani e degradanti”.

Per quanto riguarda la seconda proposta quella sul tema aborto, sembra assurdo proporre di far pagare alla donna, che ha deciso e deve affrontare questa prova, le spese che invece vanno assolutamente sostenute dalle casse malati. Vogliamo creare ancora differenze tra ricchi e non abbienti o riportare la Svizzera a quando l’aborto non era consentito e forse era clandestino con grandi pericoli per le donne? Quindi in sintesi anche qui un ritorno al passato? O vogliamo invece con coraggio andare avanti?

Invitiamo tutti e tutte coloro che hanno la cittadinanza svizzera a votare due volte “NO” !

Antonia Pichi

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