Il Governo svizzero non firma l’accordo con la Croazia, l’Ue congela i programmi di ricerca e attende le proposte sull’applicazione dell’iniziativa
Dopo la controversa votazione con il “sì” all’iniziativa contro l’immigrazione di massa, il Consiglio federale ha iniziato le trattive con l’Unione europea (Ue) in vista dell’attuazione del nuovo articolo costituzionale, proponendosi di presentare entro l’anno il progetto di legge per i contingentamenti, che sarebbe sottoposto al parlamento nel 2015. La Svizzera ha interesse a intensificare i tempi di applicazione, per uscire dall’incertezza che potrebbe pesare in negativo sui diversi negoziati in corso con Bruxelles, ma le trattative saranno al quanto impegnative e difficili. I ministri elvetici hanno avuto i primi incontri con alcuni ministri europei per uno scambio di idee. Il ministro degli esteri Didier Burkhalter ha incontrato la cancelliera Angela Merkel e il ministro degli esteri tedesco, con l’obiettivo di difendere gli accordi bilaterali. I risultati di queste consultazioni saranno alla base del progetto per l’applicazione dell’iniziativa, che la Svizzera presenterà all’Ue entro giugno. Quale sarà la soluzione, non è ancora chiaro. Il primo incontro diplomatico a Bruxelles tra il segretario di Stato svizzero Yves Rossier e il suo omologo Ue David O’Sullivan non ha portato proposte concrete, ma entrambi hanno cercato di oggettivare la discussione. Nonostante il testo dell’iniziativa, con i contingenti e la priorità ai lavoratori svizzeri, appaia incompatibile con l’accordo sulla libera circolazione, non sono mancati gli sforzi per aspirare a soluzioni comuni, anche se non si esclude la possibile rottura tra Svizzera e Ue.
Comunque una prima disposizione è entrata immediatamente in vigore. Il Governo elvetico non ha firmato il previsto accordo con la Croazia sull’estensione della libera circolazione delle persone. Dal canto suo l’Ue ha dichiarato di attendere le proposte della Svizzera, rispettando la decisione democratica, ma ha ribadito che sulla libera circolazione non ci sono margini di manovra e quindi non è negoziabile. L’introduzione di contingenti all’immigrazione porterebbe a disdire i sette Accordi bilaterali I, in vigore dal 2002, poiché scatterebbe la “clausola ghigliottina”. Non ci saranno neanche nuovi accordi, fino a quando la questione non sarà chiarita.
L’Ue ha reagito con durezza e ha sospeso le molte trattive con la Svizzera. La mancata ratificazione con la Croazia è costata alla Svizzera la partecipazione ai programmi di ricerca “Horizon 2020” e “Erasmus+” per il periodo 2014-2020, progetti finanziati con 80 miliardi di franchi, dai quali i ricercatori svizzeri sarebbero esclusi. Agli studenti mancherebbero invece i sostegni finanziari per semestri di studio all’estero. L’importanza dei due accordi muoverà il Consiglio federale a convincere i partner europei “a separare il dossier dei programmi da quello croato”, come ha spiegato Felix Gutzwiller, presidente della Commissione di politica estera degli Stati. In caso mancasse un margine di manovra, il Governo farebbe capo a crediti già disponibili, per permettere ai ricercatori e agli studenti di terminare i progetti in corso. Ora si attende il dopo voto delle elezioni europee per ricominciare le trattative, sperando che le acque si calmino. Ma saranno gli interessi politici a dominare le discussioni tra le parti.