Uno dei colossal più attesi della stagione. Russell Crowe è Noah nel film ispirato dalla storia epica di coraggio, sacrificio e speranza. Diretto dal visionario regista Darren Aronofsky. In Svizzera a partire dal 3 aprile!
Darren Aronofsky non è certo un regista poco ambizioso, così dopo il grande successo de Il cigno nero, ha pensato di dedicarsi ad un progetto davvero imponente: Noah, ovvero la storia biblica dell’uomo ha dato continuità all’umanità e a tutti gli esseri viventi dopo il diluvio universale grazie alla sua Arca. Memori del grandissimo successo della pellicola precedente, i finanziamenti per questo grandioso e costoso progetto cinematografico non sono tardati ad arrivare. Ma non sono mancate neanche le risposte positive: costato 125 milioni, il film Paramount è subito diventato il miglior debutto e il secondo miglior incasso del regista sul suolo americano dietro proprio Il cigno nero. Veramente eccezionale il cast scelto per il colossal hollywoodiano che vede Jennifer Connelly nei panni della moglie del protagonista, Naameh, Douglas Booth, Logan Lerman e Leo Carroll rispettivamente nei figli Sem, Ham e Japheth mentre Emma Watson interpreta Ila, la donna di Sem. Un grandioso Antony Hopkins interpreta Matusalemme, il vecchio nonno di Noè, mentre, per quanto riguarda il protagonista, Noah, la scelta è ricaduta su Russel Crowe e sarà forse per questo motivo che spetto il vecchio costruttore dell’Arca biblica nella versione di Aronofsky persso ricorda la forza e la tempra de Il Gladiatore (ma forse anche perché alla scrittura del film ha collaborato John Logan, uno degli autori della sceneggiatura de Il Gladiatore).
Dopo le prime visioni, quelle destinate ai pochi eletti, addetti ai lavori, critici, stampa, il Noè di Aronofsky viene descritto come una specie di pazzo ambientalista. E non mancano certo le allusioni al problema ambientale di cui è ricco il film. Intanto l’idea di fondo, su cui poi si regge l’intera costruzione dell’arca e del film, ovvero che l’uomo è la causa principale della distruzione del mondo. È l’uomo, infatti, con i suoi eccessi, con la sua malvagità, del suo voler troppo a fare sì che tutto sia distrutto a conferma di questo pensiero una scena in cui Noè e il figlio fanno provviste e il protagonista dice: “Dobbiamo prendere solo quello di cui abbiamo bisogno, quello che possiamo utilizzare”. Per non parlare poi delle immagini della natura che sembra assolutamente carica di rabbia contro quell’uomo che ha tanto abusato di lei, la pioggia incessante, la ferocia dell’acqua, il terreno che spaccandosi ingoia fiumi di persone disperate.
Sappiamo bene che Noah è un adattamento del racconto biblico dell’Arca di Noè e della sua missione per salvare la creazione dall’imminente diluvio universale. Ma chi si aspetta di andare a vedere un racconto fedelissimo dello scritto storico, ne rimarrà fortemente deluso. A cominciare dal fatto che per l’intera durata della pellicola Dio non viene mai nominato e non sentiamo mai Noah che parla con colui che chiama Creatore. Nel testo biblico, infatti, sono numerosi i dialoghi tra Noè e Dio che lo informa della sua volontà di distruggere l’umanità, che lo consiglia della creazione dell’Arca per mettere in salvo la sua famiglia e gli animali. Qui questi dialoghi non vi sono, tanto che Noè stesso nella ricerca di un contatto col suo Creatore lo richiama: “perché non mi rispondi?”. Allora come fa Noè ad avere le risposte che gli servono? Attraverso delle visioni apocalittiche ed inquietanti che gli vengono in sogno. È forse un voler identificare la ricerca disperata di risposte alle domande che l’uomo si pone di fronte i propri conflitti interiori? È questa una delle più importanti modifiche apportate dal regista, insieme a tante altre che non sfuggiranno all’occhio attento del conoscitore delle storie bibliche.
Il film è stato girato tra l’Islanda e gli studi fuori New York in cui l’immensa Arca, gli animali che la abitano sono digitali, frutto del duro lavoro della Industrial Light & Magic. “Abbiamo dovuto ricreare un intero regno animale. Le creature nel film sono un po’ diverse dal solito; non volevo i soliti elefanti, leoni e orsi polari che entrano nell’Arca; o la tipica giraffa che fa capolino dal parapetto. Ero deciso a prestare fede alla storia e mostrare cosa sarebbe successo davvero. Alla fine abbiamo selezionato dal regno animale alcune specie in particolare: pachidermi, roditori, rettili e uccelli. Non aspiravamo a qualcosa di troppo riconoscibile, me neanche di troppo assurdo”, ha spiegato il regista.
Noah sarà visibile a partire dal 3 aprile nella Svizzera tedesca, dal 9 aprile nella Svizzera francese e dal 10 aprile in Ticino.