Renzi perde tre roccaforti rosse. Il grillino Nogarin è il nuovo sindaco di Livorno: “Ha vinto la voglio di cambiamento”. Scarsissima l’affluenza degli italiani alle urne
“Con quella faccia un po’ così/ quell’espressione un po’ così/ che avete voi che avete perso a Livorno/ che non morirà demitiana, né democristiana/ e neppure renziana” si pavoneggia Grillo nel suo blog sulla famosa canzone di Paolo Conte (Genova per noi). Di certo un risultato del genere avrà sorpreso anche lui quando lo spoglio dei ballottaggi ha rivelato la perdita della roccaforte rossa per eccellenza del Pd: Livorno. Proprio la città in cui nacque il Pci e che per 68 anni è stata solo ed esclusivamente di sinistra, adesso si ritrova con un sindaco targato M5S. Fu così che Filippo Nogarin, candidato per il Movimento 5 Stelle, ha strappato la poltrona al candidato sindaco a Marco Ruggeri del Pd. Sia chiaro che questa grave sconfitta, deve essere letta anche come un voto di protesta contro la persona di Renzi che non ha mai incontrato del tutto i favori dei livornesi che, a questo punto, hanno preferito consegnare la città in mano ad una giunta non di sinistra. “Ha vinto la voglia di cambiamento” ha affermato a caldo il nuovo sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, “il nostro obiettivo è governare bene per 5 anni” cercando il dialogo con tutte le altre parti politiche, ha spiegato nel suo primo intervento dopo i risultati. Dall’altra parte rimane tanta amarezza perché non si è riusciti a mantenere intatta la città bastione del Pd in un momento che potremmo descrivere come il più roseo degli ultimi anni per la sinistra.
“C’è a mio giudizio un errore sostanziale nella campagna elettorale e su questo terreno ne discuteremo” è stato invece il commento a caldo del sindaco uscente Alessandro Cosimi. “È una sconfitta pesante, netta, la mia responsabilità me la prendo tutta ed ora faccio i miei migliori auguri a Filippo Nogarin affinché governi come si merita la città di Livorno”, sono state invece le parole del candidato sconfitto Marco Ruggeri. Cosa può aver pesato sul cambio di idea dei livornesi, lo spiega il neo eletto Nogarin sostenendo che “il Pd non rappresentava più gli ideali della sinistra, oltre ad aver fatto un cattivo lavoro in questi anni. Restituiremo la città ai livornesi che meritano il meglio”, e ha aggiunto “mi sento sindaco della gente, spero di dare risposte a una cittadinanza che merita ben altro rispetto a quel che ha ricevuto in questi anni di governo del Pd. Siamo contenti di aver accolto la voglia di cambiamento che questa città ha manifestato con il voto di oggi”. C’è però chi pensa che la giovane età di Marco Ruggeri (39 anni) abbia influito, e che possa aver infastidito buona parte del vecchio elettorato proveniente dal Pci. Non è mancato il solito messaggio di Grillo, pronto a puntualizzare sulla inarrestabile avanzata dei grillini, “I nostri sindaci 5 Stelle. Sempre di più. Virus inarrestabile”, scrive esultante il leader del M5S.
“È finito il tempo in cui qualcuno sa che in quel posto si vince di sicuro” commenta il premier davanti ai risultati secondo turno delle amministrative. “I ballottaggi”, afferma, “segnano la fine delle posizioni di rendita elettorale”. E se non bastasse Renzi riceve un ulteriore colpo perdendo anche le città di Perugia, Potenza e Padova dove in quest’ultima vince il leghista Bitonci. In compenso, però, il partito di Renzi strappa importanti città al centrodestra: Bergamo, Biella, Cremona, Verbania, Pescara, Vercelli e Pavia, quest’ultima strappata all’astro nascente berlusconiano Alessandro Cattaneo. E mantiene Bari, con il renziano Antonio Decaro. Quello che sicuramente ha sconvolto tutti è stata la poca partecipazione degli elettori al ballottaggio, dato che ha certamente influito sui risultati. È stata registrata un’affluenza bassissima alle urne fermatasi al 49,5%, vale a dire oltre 20 punti in meno rispetto a quanto fatto due settimane fa, quando la percentuale di italiani che si erano recati ai seggi era stata del 70,6%.