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Svizzera

Categorie e fisionomie

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4Mercoledì 4 giugno 2014 nel salone Pirandello della Casa d’Italia, si è tenuta la conferenza sul libro ‘’Categorie e fisionomie -Introduzione a un’ontologia del vivente’’ del Dr. Daniele Nani.

Nani ha introdotto il suo libro e ha dialogato con i ragazzi del liceo. L’argomento è molto complesso. Il Dr. Daniele Nani è medico chirurgo, esperto di medicina generale, di tecniche di mantenimento in vita, di rianimazione e terapia del dolore, di medicina complementare (omeopatia, medicina antroposofica). Nel libro l’autore parla di come la nostra epoca evoluta, attraverso il processo della percezione, faccia apparire il mondo esterno segmentato in strutture che presentano il carattere di oggetti. Anche agli animali viene attribuita, in generale, la proprietà di percepire l’ambiente circostante come un aggregato di entità oggettuali.  Indipendentemente dalle proprie conoscenze, ogni essere umano del nostro periodo vive in un mondo di oggetti che sono retti da leggi create dalla scienza; in particolare la fisica-matematica costruisce l’immagine del mondo e della natura.

Questi oggetti esistono in un determinato spazio-tempo, idealizzato, e vengono decisi dalle leggi della geometria e della fisica. Nella nostra epoca, cercando un nesso tra la struttura del sistema nervoso e i processi psichici, si è data finalmente vita al paradigma delle neuroscienze cognitive che è divenuto, per così dire, il paradigma scientifico dominante. Tutta la storia del pensiero filosofico europeo può essere osservata attraverso la dialettica tra due tesi filosofiche contrapposte e polari: quella dello scetticismo e quella 2dell’idealismo. Il cambiamento dell’interesse dei filosofi dal pensiero al linguaggio ebbe origine dalle difficoltà sorte col cercare le strutture fondamentali e necessarie dell’essere in generale. Va notato che questo tipo di pensiero si è sviluppato, soprattutto, in ambito logico, ed ha perciò privilegiato quel tipo di evidenza che riguarda la necessità nel rapporto tra le premesse e le conseguenze delle proposizioni logiche. La fenomenologia, invece, cerca un’evidenza che si possa ottenere immediatamente attraverso l’atto intuitivo.

Sono state invece studiate da Max Wertheimer le leggi riguardanti la formazione delle unità fenomeniche, che hanno fatto sì che si potesse riuscire ad individuare un certo numero di fattori che favoriscono l’unificazione o il raggruppamento degli elementi di un tutto. Egli fece scalpore dando a tale problema una risposta del tutto contrastante da quelle in vigore, rinnovando a fondo le concezioni ed il tipo di approccio intorno ai quali si reggevano le leggi dei fenomeni psichici e così diede inizio a una nuova facoltà di ricerca tra le più innovativie nella storia della psicologia odierna e in particolar modo dello studio della percezione.

 

Antonino Licata

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