Mi chiamo Rocco Pagnotta, sono nato nel 1992 e sono di origini campane. I miei genitori sono venuti in Svizzera negli anni ottanta quando c’è stato il terremoto. Ho frequentato le scuole svizzere a Zurigo e poi ho fatto l’apprendistato in economia e commercio presso la ditta Pro Infirmis, un’organizzazione per le persone disabili ed è stato molto interessante. Ho prestato servizio di consulenze sociali in una clinica di riabilitazione, un anno a tempo pieno e un anno al 50% come assistente dei consulenti sociali. Ero forte nel reparto legale e questo mi ha agevolato nella scelta del lavoro che faccio ora.
Di cosa ti occupavi di preciso?
Le persone venivano per fare, ad esempio la domanda per l’AI. Molti chiedevano anche chiarimenti sulla situazione finanziaria dopo l’infortuno o dopo l’incidente e spesso mi toccava rassicurarli che dopo la clinica tutto sarebbe andato bene, che tutto sarebbe stato organizzato in modo da riprendere la vita a casa come sempre, pensare per esempio alla la spitex etc. Un aspetto interessante era quando dovevo controllare se i bagni delle case dei miei assistiti erano confortevoli, se l’entrata era abbastanza grande per la sedia rotella: c’è una legge estrema per gli spazi per i disabili, infatti le costruzioni oggi tengono molto in considerazione queste norme. Io svolgevo questo tipo di consulenza. È un lavoro basato molto sul sociale e mi è piaciuto molto.
Che legame hai con l’Italia?
Faccio pochissime vacanze al di fuori del mio paese. Torno sempre giù, abbiamo un’associazione del paese stesso e faccio anche delle attività, il legame allora e molto più che forte. Io ho sempre pensato di voler tornare in Italia, ma sia per la mia ragazza che per la mia attività, alla fine sono rimasto qui. Ho preso la cittadinanza svizzera, sono doppio cittadino, dopotutto sono nato e cresciuto in Svizzera, e questo Paese mi ha dato tutto. In Italia ti chiamano “svizzerotto”, qua sei l’italiano allora ti senti un po’ un nomade, senza casa, e visto la Svizzera mi ha dato le opportunità importanti per me e quindi diventare svizzero per me è stato un modo per ringraziare la Svizzera.
Parlami della tua attuale attività….
Mi occupo di consulenza finanziaria. Il passaggio da ciò che facevo prima a quello che faccio adesso è stato molto semplice. La mia intenzione era di rimanere a lavorare nel campo finanziario, ma volevo anche aiutare le persone, e nello stesso tempo proporre cose nuove alla gente. È vero che si tratta sempre di vendita, certo io se non vendo non guadagno, ma al centro di tutto c’è sempre l’individuo, e questo non si deve mai dimenticare. Quando lavoravo alla proinfirmis notavo che le persone non erano abbastanza assicurate o delle volte erano assicurate eccessivamente. Ad esempio l’assicurazione per incidente, molte persone sono assicurate contemporaneamente con il datore del lavoro, con tcs e alcuni lo mettono anche nella cassa malattia, in questo modo pagano più per la stessa cosa, e anche se può sembrare irrisorio alla fine dell’anno 30 Fr. al mese diventa una bella cifra. A volte le persone si perdono per le piccole cose, allora ho pensato che sarebbe stato interessante aiutare queste persone in modo che non possa succedere.
Facci capire una attimo. Quando sento parlare di “consulenza finanziaria” penso sempre a investimenti, ma non ho mai pensato al fatto che qualcuno potesse gestire anche le mie assicurazioni…
Infatti, non si tratta solo investimenti, la maggior parte dei miei clienti al momento sono italiani e tedeschi con il passaporto b che pagano la Quellensteuer, e molte volte sono all’oscuro del fatto che possono sfruttare alcune cose dalle tasse, allora io do loro una mano. Il mio servizio si rivolge in particolar modo alle persone che sono poco informate o per colpa della lingua oppure per l’interesse delle persone stesse. Secondo me le informazioni pubbliche sono carenti, ad esempio le persone non sanno su che cosa si basano i costi della cassa malattia, si guarda sempre il luogo dove si vive, quanti dottori, farmacie e ospedali ci sono vicini, ad esempio nella città di Zurigo ce ne sono moltissimi, allora la cassa malattia costa molto, a Basilea ad esempio il costo è ancora più elevata perché c’è l’industria farmaceutica, le persone questo ad esempio non lo sanno. La cosa bella è che io vado dal cliente e posso offrire tutto nel campo finanziario: dall’investimento più semplice a tutte le assicurazioni come anche risparmiare e comprare case. L’idea è del consulente finanziario che si adoperi come il dottore di famiglia: lui conosce tutta la situazione, allora sa come comportarsi in ogni momento. Quanti possono dire di conoscere il proprio consulente? Un consulente si è mai occupato personalmente del proprio cliente? Se cambiano le situazioni delle famiglia, come ad esempio se uno dei due perde il lavoro, allora noi possiamo aiutare a trovare il modo di risparmiare, oppure togliere certi costi per poter vivere con uno stipendio. Per me la prima cosa è che il cliente mi deve considerare come amico, io ai miei clienti do del tu, voglio che ci sia una certa fiducia. Molte persone tantissime cose non le fanno, certamente se una persona ha 20 consulenti, è molto più difficile chiamare tutti dopo una perdita di lavoro, invece può chiamare me che mi occupo di tutto. Noi, per esempio, ci occupiamo anche dell’amministrazione dei beni, vediamo quali sono i costi dove possono risparmiare, accompagniamo tutto il finanziamento.
Secondo te non influisce anche che tante persone non hanno la fiducia nei confronti dei consulenti finanziari?
Purtroppo è un problema, noi lavoriamo solo da persona a persona. So che esistono consulenti che provano a truffare, ma alla fine uno deve anche vivere con la propria coscienza, quelli che truffano dopo un successo di 5 anni falliscono. Le dite serie fanno sempre parte delle banche o delle assicurazioni. Un grande vantaggio è quando dici, io lavoro solo con i prodotti di cui la finma ha dato l’OK, la finma è un’istituzione statale finanziaria. Allora se un consulente lavora bene, automaticamente viene consigliato dagli amici, la clientela passa parola e in questo settore è la miglior pubblicità. Di solito un cliente soddisfatto passa 10 nomi.
Dacci una piccola consulenza: quali sono i criteri da considerare affinché io possa fidarmi di un consulente finanziario. Come so di chi fidarmi e di chi no?
La prima cosa da fare, non cercare mai tramite google. Io su google posso scrivere tutto quello che voglio e posso commentare come meglio mi serve. Se si vuol usare internet, allora è meglio controllare i siti della ditta stessa, vedere anche se un consulente lavora con banche o assicurazioni e anche come lavorano. Oppure su i siti conosciuti come ad esempio cash-online.de o bilanz che sono quelli più nominati e conosciuti.
Cos’altro ci vuoi dire…
Informatevi di più, diventate più attivi su questo settore. Tenetevi più al corrente della politica Svizzera. Se scegliete un consulente siate onesti, se avete debiti ditelo, anche noi rischiamo carcere e multe se alla fine il cliente non ci ha informati per bene di dettagli importanti e noi abbiamo fatto dei contratti. Rischiamo molto noi per voi. Non sempre l’offerta a buon mercato è la migliore. Non serve a nulla pagare meno se poi non si riceve un servizio, meglio pagare qualcosina in più, però si ha la certezza di ricevere un prodotto di qualità.
Saluti, Rocco