“La famiglia dà un esempio, ci unisce nel dolore, ci sostiene, è un stare insieme. La famiglia ci dà la forza per andare avanti”. Parole semplici ma efficaci, sono quelle che ci ha riferito una donna durante la “Festa della famiglia”, presso la parrocchia della Chiesa St. Agatha a Dietikon. In vista dell’assemblea straordinaria del Sinodo convocata da Papa Francesco, che si aprirà il 5 ottobre, abbiamo approfittato dell’evento organizzato dalla parrocchia di Dietikon per chiedere ai nostri connazionali cosa voglia dire per loro “famiglia” (approfondimento a pag. 17).
La conclusione della nostra piccola inchiesta è molto chiara: La famiglia è tutto!
Nel frattempo fra i diversi temi del Sinodo al Vaticano, cresce l’attesa per la questione che riguarda da vicino la famiglia che dall’inizio ha conquistato il centro dell’attenzione mediatica e che sembra dividere profondamente la Chiesa in generale, il suo clero e i laici, ma anche gli ambienti più interni al Vaticano e alla Curia Romana, con cardinali di spicco schierati su fronti contrapposti o, quanto meno, non convergenti: quello della somministrazione dei sacramenti e in primo luogo dell’eucarestia ai cattolici divorziati e risposati. “Troppa enfasi”, lamenta monsignor Paglia, ricordando che “il Sinodo tratterà molte importanti questioni legate alla famiglia, alla sua crisi e al suo ruolo nella società contemporanea”. Il vescovo osserva che “l’attenzione su questo tema mi appare per lo più artificiosa. C’è un certo ‘prurito’ – accusa – nel voler contrapporre posizioni che certamente sono diverse ma sicuramente non sono incompatibili e incomponibili. In ogni caso, non si tratta dell’aspetto più rilevante fra quelli che esaminerà il Sinodo e dunque si rischia di distorcerne i risultati e di squilibrarne il giudizio. Anche il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, ha definito nella sua prolusione ‘fuorviante’ ridurre i lavori solo a questo particolare aspetto, “L’attenzione va messa più sulla società che sulla Chiesa, quando parliamo di atteggiamento verso la famiglia” dice. Ma proprio per questi motivi, perché non andare incontro a chi, come i divorziati risposati, di famiglie ne ha costruite nel tempo addirittura due, magari entrambe con figli? “Infatti, non bisogna affatto accanirsi, se vogliamo usare questo verbo – risponde monsignor Paglia – Serve un coinvolgimento dell’intera comunità verso queste situazioni, senza fare ‘casistiche’ come raccomanda Papa Francesco, anche perché ognuno ha la sua storia particolare, non assimilabile alle altre. Ripeto: ai feriti, tocca prestare soccorso e non prendergli le impronte digitali”. Non riduciamo il Sinodo sulla famiglia ad una sorta di “farsa” tra chi è pro e chi è contro la comunione ai divorziati risposati. Lo intima il cardinale Walter Kasper, al centro dell’attenzione mediatica per le sue ‘aperture’ contenute in alcune tesi di preparazione dell’imminente Sinodo dei vescovi sulla famiglia. Denuncia il porporato come ci sia “chi vuole marcare in anticipo una linea rossa e farsi maestro del Sinodo. Ma così diventa tutto una farsa. La discussione è molto più ampia del tema divorziati e risposati”. Kasper ricorda che il tema del Sinodo è invece “Il Vangelo della famiglia, un tema centrale e anche urgente nel contesto del mondo odierno, in cui tante famiglie sono in difficoltà”. Ecco perché Kasper si dice “annoiato” del dibattito che si è creato attorno al Sinodo tra pro e contro l’ostia ai divorziati che si risposano.