Chi pensa che i migliori anni della vita siano quelli tra i 18 e i 30 si sbaglia, almeno secondo un recente studio
Tra i 18 e i 30 anni si sogna di rimanere giovani per sempre, la muscolatura è maggiore e la pelle delle donne particolarmente bella. Se ci pensiamo bene però a quell’età non ci sono solo cose che godiamo, soprattutto perché secondo due scienziati americani non siamo molto soddisfatti in quel periodo. Gli economisti Blanchflower e Oswald in uno studio, infatti, sostengono che in quel periodo la nostra felicità diminuisce costantemente. Avendo fatto ricerche in diversi paesi, hanno costatato che in Svizzera questa infelicità continua a diminuire a partire dai 35 anni, da lì però la felicità aumenta costantemente. I ricercatori della fortuna hanno diverse spiegazioni per questo fenomeno, secondo Alois Stutzer, professore in economia all’Università di Basilea, propri studi hanno dimostrato che in quel periodo il desiderio di oggetti materialistici è particolarmente esteso e che le esigenze deviano più da quello di cui effettivamente si è in possesso. “Questa discrepanza ha un’influenza negativa”, spiega Stutzer. Secondo un altro studio svizzero, i giovani fino all’età di circa 17 anni sono particolarmente felici e “poi la felicità diminuisce”, questo studio spiega che “sperimentare con cose nuove serenamente” e il fatto che si ha tutta la vita davanti, ci rende più felici. Dopo i 17 anni però questo “sperimentare” diverrebbe con gli anni una pressione, ovvero il sentimento di dover avere successo in diversi campi. “Questo causa stress e rende infelici perché ci si mette sempre a paragone con i più forti”, spiega lo studio.
“Tutto questo migliora quando si trova il proprio posto nella vita e quando si cerca di fare il migliore della propria situazione con i mezzi disponibili”. Avrebbe inoltre una certa influenza il fatto che ci si conosce sempre meglio e si sa con chi si va d’accordo e chi si preferisce evitare. “È più facile gestire problemi e conflitti se si ha più esperienza”. Per questo con gli anni si sarebbe più felici.
Volete essere felici? Prestate attenzione!
Secondo uno studio con più di 2’000 partecipanti, condotto da ricercatori dell’Università di Harvard e pubblicato dal The New York Times, per essere felici non è importante cosa si fa, ma con quale attenzione. “Qualunque cosa le persone stavano facendo, se stavano leggendo o facendo shopping, erano più felici se prestavano tutta la loro attenzione a quell’attività invece di quando pensavano ad altro”, spiega lo studio. Ma dov’è la nostra attenzione durante il giorno? Normalmente va persa nei pensieri. Secondo i ricercatori “la media dei partecipanti ha risposto che per il 47 % del tempo, i pensieri vagavano”. Quindi, mentre passeggiamo su qualche strada, la maggior parte delle persone è “da qualche altra parte”, almeno con i pensieri, perché sono al telefono oppure perché non si vede l’ora di qualche evento futuro. Non c’è bisogno che siano i ricercatori a spiegarci questo, che i nostri pensieri vagano continuamente lo sappiamo benissimo tutti. Lo studio fa riferimento però anche al fatto che questa distrazione significa che il momento vissuto, viene mancato il più delle volte. Ma come facciamo a rimanere connessi al presente? Secondo lo studio il modo più semplice è “togliere l’attenzione da quello che si pensa e dirigerla nel corpo, lì dove l’esistere si sente.”
“Quando suono il pianoforte sono in quel momento. Non penso alle preoccupazioni o a problemi. Faccio solo questo e questo prende tutte le mie attenzioni”, spiega uno scienziato.