Arriva per tutti i bambini quel giorno in cui gli viene data la notizia che Babbo Natale non esiste, ma cosa significa psicologicamente per i bambini questa notizia? Lo ha analizzato lo psicologo Serge Larivée
Secondo le analisi dello psicologo dell’Università di Montréal, Serge Larivée, avere bambini che credono all’uomo barbuto con il vestito rosso che porta i regali a Natale non è nocivo, anche se alcuni genitori non si sentono a loro agio mentire ai propri piccoli. “Quando conoscono la verità, i bambini accettano le regole del gioco e procedono perfino a giocare insieme ai genitori, quando si tratta di fratelli più piccoli che ancora credono a Babbo Natale – spiega Larivée e continua – diventa un rito di passaggio in cui sanno che non sono più bambini piccoli”.
Larivée, insieme a Carole Sénéchal dell’Università di Ottawa, ha analizzato 1’500 bambini dall’età dai 7 ai 13 anni nel 1896, lo stesso studio poi è stato ripetuto nel 1979. Più del 46% dei bambini nel 1896 e il 44% nel 1979 ha scoperto da solo che Babbo Natale non esiste, ma i psicologi hanno analizzato anche le reazioni dei bambini sulla notizia che Babbo Natale non esiste. Più del 22% nel 1896 ha ammesso di essere deluso, nel 1979 la percentuale era del 39%. Uno degli obiettivi degli studi era anche capire se i bambini si sentissero traditi, ma solo il 2% nel 1896 e il 6% nel 1979 ha dichiarato di essersi sentito tradito. “Il constante risultato di entrambi gli studi era che generalmente i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste dalle proprie osservazioni e le esperienze – nota Larivée – e che i genitori confermano la scoperta. I bambini chiedono ad esempio ai genitori come Babbo Natale entra in casa senza caminetto”, spiega Larivée. “Ma anche se i genitori dicono che lasciano la porta aperta, i bambini scopriranno che Babbo Natale non può essere dappertutto allo stesso tempo e che le renne non possono essere così veloci”.
Circa il 25% dei bambini nello studio del 1896 hanno saputo la verità su Babbo Natale dai propri genitori, nel 1979 era il 40%. Quelli che non l’hanno saputo dai genitori, l’hanno appreso da altri bambini. Larivée dice che credere in Babbo Natale diminuisce con l’avanzare dell’età, ma “la maturità cognitiva e il livello dei pensieri che permettono a un bambino di sette anni di differenziare tra l’immaginario e la realità non sono sufficienti per lasciare questo mito. “Inoltre Larivée sottolinea che la metà dei bambini di quell’età in uno studio condotto nel 1980 credeva ancora a Babbo Natale. Nel 1896 il 54% dei genitori ha dichiarato di perpetuare il mito di Babbo Natale perché renderebbe felici i bambini, nel 1979 lo stesso è stato indicato dal 73%, mentre nel 2000 lo ha dichiarato l’80%.
I vostri figli non vogliono andare in chiesa a Natale?
Chiedete ai nonni di convincerli! Questo è il risultato di uno studio condotto nel 2006 da David Voas dell’Università di Manchester. Non tutti i bambini amano andare in chiesa e cosa si può fare per invogliare i piccoli a partecipare è stata la domanda che si è posta David Voas. Il risultato dello studio è che i bambini si sono fatti convincere con una probabilità del 36% se a chiedere di accompagnarli sono stati o la nonna o il nonno. “L’influenza dei nonni è molto diretta”, spiega Voas e sostiene che i nonni spesso hanno il ruolo di allevare i bambini, questo spesso include portarli in chiesa o insegnarli fatti sulla religione.