Alcuni scienziati dimostrano che basta una conversazione di venti minuti per far cambiare opinione e perfino eliminare pregiudizi
L’opinione comune dice che cambiare il parere di votanti su argomenti che creano divisioni è difficile se non impossibile, e che se avviene un cambiamento di idea spesso è temporaneo. Michael LaCour della University of California e Donald Green della Columbia University hanno dimostrato che una singola conversazione può far cambiare l’opinione in modo duraturo su un argomento sociale molto discusso. Inoltre, e non meno sorprendente, l’effetto tende a diffondersi anche su amici e membri della famiglia. La chiave sarebbe quella di mettere in contatto i votanti direttamente con un individuo toccato dall’argomento.
“Dimentichi il messaggio, ma ricordi messaggero”, spiega LaCour, che ha diretto lo studio e che è inoltre ricercatore nel campo delle ricerche demografiche. L’argomento studiato da LaCour e Green era il sostegno degli americani del matrimonio tra omosessuali. Il progetto è stato iniziato nel 2013, dopo che una decisione della Corte Suprema degli USA ha fatto capovolgere la legge che dal 2008 vieta il matrimonio tra omosessuali. Per il progetto, LaCour e Green hanno iniziato a identificare le circoscrizioni della California in cui il divieto era stato sostenuto. Gli scienziati hanno usato i registri dei votanti per invitare ad un sondaggio online sulla politica tutti i votanti e le persone con cui dividono la casa, il sondaggio era composto da due domande che riguardavano il matrimonio tra omosessuali. L’obiettivo dell’includere anche le persone con cui i partecipanti vivono in casa era quello di capire se i cambiamenti dei votanti influivano anche su di loro. I più di 900 partecipanti sono stati divisi in tre gruppi, uno riceveva chiamate da esperti del LGBT Center, un’organizzazione nonprofit che sostiene il matrimonio tra omosessuali, di cui la metà è omosessuale e la metà è eterosessuale. Un secondo gruppo è stato visitato dagli stessi esperti, ma le conversazioni non riguardavano il matrimonio gay, ma il beneficio del riciclaggio, qui gli esperti non rivelavano se fossero gay o etero. Il terzo gruppo non ha avuto contatto con gli esperti. Ai votanti veniva chiesto qual è il piacere del matrimonio, se i partecipanti erano sposati, oppure quali sono, secondo loro, i benefici che trovano nella vita di amici e parenti sposati, se non lo erano loro stessi. Gli esperti omosessuali poi rivelavano il loro orientamento sessuale e spiegavano di desiderare gli stessi benefici che gli intervistati avevano descritto. Gli esperti eterosessuali invece discutevano su quanto speravano per un parente omosessuale di poter godere gli stessi diritti del matrimonio. La duratura media delle conversazioni era di 22 minuti e le visite hanno avuto un effetto drammatico.
È risultato che le persone con cui era stato parlato del matrimonio tra omosessuali dimostravano un atteggiamento completamente diverso da prima. L’effetto era ancora più forte lì dove erano stati esperti omosessuali a fare la conversazione, lì, infatti, l’atteggiamento era più positivo ancora dopo nove mesi. Dato l’effetto davvero sorprendente, Green, ha chiesto di ripetere lo studio, i risultati però erano gli stessi. “Prima ero davvero pessimista in materia di probabilità di cambiare l’opinione di qualcuno…ma i risultati del nostro studio mi hanno convinto che un cambiamento duraturo è possibile. Danno all’occhio”. Per quanto riguarda le persone con cui i partecipanti dividono la casa, questi non hanno cambiato idea se erano esperti eterosessuali a parlare con il partecipante, invece il tre% di quelli che hanno parlato con esperti omosessuali hanno cambiato idea e la percentuale è aumentata nell’anno dopo. “Se quelli a cui viene negata la parità del matrimonio hanno nomi e visi, vengono cambiati cuori e menti. È questo che abbiamo scoperto”, conclude LaCour.